Un’Europa più sostenibile: le riflessioni della Commissione

Nell’ambito del dibattito sul futuro dell'UE la Commissione si è interrogata sugli obiettivi di sostenibilità al 2030



Forum per la Finanza Sostenibile , 26 Apr 2019 - 18:14

L’Unione Europea è tra gli attori maggiormente impegnati nell’implementazione dell’Agenda 2030 sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (SDGs). Lo dimostra il sostanziale miglioramento dei principali indicatori ambientali, sociali ed economici. Gli Stati membri dell’UE sono tra i top performer in relazione al raggiungimento degli SDGs: ben sette Paesi sono tra i primi 10 nella graduatoria del Global SDG Index ranking e tutti i 27 membri  si trovano nelle prime 50 posizioni (su 156).
Allo stesso tempo un sistema globale in continua evoluzione richiede un impegno costante per consolidare i risultati raggiunti e superare nuove criticità. L’Europa si trova a fronteggiare numerose sfide, sempre più urgenti e interconnesse fra loro: il debito ecologico, generato dallo sfruttamento e dall’impoverimento delle risorse naturali; le emissioni di gas climalteranti, in costante crescita; la crisi dei modelli di Welfare, che necessiteranno di significative revisioni alla luce dei cambiamenti strutturali, tecnologici e demografici che stanno modificando gli assetti del mercato del lavoro. Altre importanti sfide riguardano le disuguaglianze intergenerazionali, di reddito e di genere e le dinamiche legate al progressivo invecchiamento della popolazione.
Gli SDGs costituiscono una prospettiva di policy di lungo periodo che è stata sviluppata dalle istituzioni europee attraverso diversi interventi normativi e politici, dal White Paper on the Future of Europe (2017) all’Action Plan on “Financing a Sustainable Growth” (2018) della Commissione UE.

Strumenti di intervento per un’Europa più sostenibile: il ruolo della finanza

Il Reflection Paper “Towards a Sustainable Europe by 2030” indica le policy che l’UE intende adottare per affrontare queste sfide. La Commissione UE individua quattro ambiti di policy per azioni a sostegno della transizione verso una crescita più sostenibile: economia circolare; agricoltura sostenibile e alimentazione; efficienza energetica, edilizia e mobilità sostenibili; benessere sociale. Tra i principali strumenti di intervento la finanza ricopre un ruolo cruciale, insieme alle politiche legate alla tassazione e alla tutela della concorrenza.
La transizione verso un’economia sostenibile richiederà significativi investimenti nel breve periodo e una rivoluzione radicale nel funzionamento del sistema finanziario. Si stima che il raggiungimento degli SDGs richiederà dai €4.500 ai €6.000 miliardi di investimenti a livello globale; ulteriori €180 miliardi annui saranno necessari per raggiungere gli obiettivi sottoscritti con l’Accordo di Parigi sul clima. Un aspetto chiave delle policy sulla sostenibilità richiederà quindi la collaborazione tra settore pubblico e privato.
Per quanto riguarda il settore pubblico, l’European Fund for Strategic Investment (EFSI), lanciato nel 2015, ha contribuito per oltre €370 miliardi in investimenti in energie rinnovabili e infrastrutture sociali; l’obiettivo è raddoppiare il budget per il settore sociale tra il 2021 e il 2027. L’European Investment Bank (EIB) è oggi il principale emittente multilaterale di finanziamenti green a livello globale, impegnando almeno il 25% dei suoi investimenti in mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici.
Attraverso l’Action Plan  e le successive proposte legislative, la Commissione UE si è impegnata a incrementare l’afflusso di capitali privati verso investimenti sostenibili. Nel Paper la Commissione puntualizza che in futuro un’attenzione ancora maggiore dovrà essere concentrata sulla relazione tra finanza sostenibile ed economia reale, creando relazioni sinergiche tra domanda e offerta di investimenti sostenibili.
La transizione verso una crescita socio-economica sostenibile non può prescindere dalla necessità di creare un sistema armonizzato di tassazione che garantisca equità e piena progressività, per esempio concentrando l’imposizione fiscale sulle esternalità sociali e ambientali negative delle aziende. Infine, la libera concorrenza rappresenta un tassello importante nelle scelte di policy, contribuendo alla “democrazia economica” e all’uguaglianza attraverso prezzi accessibili, possibilità di scelta e contrasto agli oligopoli.

Verso un futuro più sostenibile: tre possibili scenari per l’UE

Per proseguire l’implementazione dell’Agenda 2030, l’UE deve definire strutture, strumenti e linea politica da inserire nel prossimo programma quinquennale. A tal proposito, il Reflection Paper della Commissione individua tre possibili scenari per la suddivisione dei ruoli e degli interventi in vista del raggiungimento degli SDGs. L’obiettivo è quello di informare e coinvolgere cittadini, stakeholder, governi e istituzioni in un dibattito collettivo che ispiri la preparazione dell’Agenda Strategica Europea 2019-2024.

• Scenario 1: una strategia unica europea per l’implementazione degli SDGs, che guidi le azioni dell’Unione e dei suoi Stati membri attraverso un approccio comune a tutti i livelli di governo.
• Scenario 2: integrazione degli SDGs in tutte le politiche europee più rilevanti; in linea con la posizione adottata finora; questo scenario lascia maggiore autonomia ai Paesi UE e alle autorità regionali e locali.
• Scenario 3: attribuzione di un maggior peso alle azioni esterne, consolidando contestualmente le attuali ambizioni di sostenibilità a livello europeo. L’UE potrebbe intensificare la collaborazione con forum e organizzazioni internazionali chiave, come le Nazioni Unite (in particolare con alcune agenzie come l'ILO), il WTO e il G20.
In linea con le indicazioni della Commissione, la finanza sostenibile potrà assumere un ruolo fondamentale nell’orientare risorse pubbliche e private a favore della transizione, anche grazie a un quadro regolamentare sempre più sustainability-oriented.

 

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