ESRS, novità sulla SFDR, greenwashing, CSDDD e legge contro la deforestazione

Il focus del Forum per la Finanza Sostenibile sui provvedimenti normativi dell’Unione Europea riguardanti l’industria SRI



Forum per la Finanza Sostenibile, 21 Dic 2022 - 12:59
Le ultime settimane sono state un periodo molto intenso per quanto riguarda le novità di policy legate alla finanza sostenibile. 

Il 16 novembre l’European Financial Reporting Advisory Group (EFRAG) ha approvato la versione finale della proposta di European Sustainability Reporting Standards (ESRS), secondo quanto previsto dalla Direttiva sul Corporate Sustainability Reporting (CSRD), formalmente adottata il 28 novembre scorso. Rispetto alla bozza pubblicata a maggio 2022, sono state introdotte alcune modifiche. In generale, l’architettura degli ESRS è stata semplificata: gli obblighi di disclosure sono stati ridotti da 136 a 82 e gli standard da 13 a 12. Inoltre, è stato eliminato il riferimento alla presunzione relativa, sostituita da una valutazione di materialità da parte delle imprese combinata con un set di informazioni obbligatorie. L’adozione definitiva degli standard è prevista da parte della Commissione entro giugno 2023. L’ EFRAG proseguirà poi a sviluppare gli standard di settore e quelli per le PMI. 

Le altre novità da segnalare riguardano l’attività delle autorità europee di vigilanza (ESAs) in relazione alla Sustainable Finance Disclosure Regulation (SFDR). Il 26 ottobre le ESAs hanno inviato una lettera alla Commissione UE per comunicare che non potranno rispettare la scadenza inizialmente prevista (28 aprile 2023) per concludere la revisione delle norme riguardanti gli indicatori PAI e l’informativa sui prodotti finanziari. La richiesta è quella di ulteriori 6 mesi di tempo, per completare la revisione entro il 28 ottobre 2023

Inoltre, il 17 novembre le ESAs hanno pubblicato delle Q&A congiunte per chiarire l’applicazione di alcuni regulatory technical standards (RTS) della SFDR. In particolare, le Q&A dichiarano che un prodotto che segue un indice generale di mercato non può qualificarsi come articolo 9. Sempre secondo quanto indicato nel Q&A, gli operatori di mercato possono utilizzare criteri propri per identificare gli investimenti sostenibili sottostanti a un articolo 9. 

Spostandoci sul fronte greenwashing, il 15 novembre le ESAs hanno pubblicato una call for evidence sul tema. L’obiettivo è comprendere i rischi e i casi di greenwashing che si verificano nel settore finanziario. Sarà possibile partecipare alla consultazione fino al 10 gennaio 2023

Sempre in relazione al contrasto al greenwashing, il 18 novembre l’ESMA ha annunciato l’avvio di una consultazione per la proposta di norme sull’utilizzo di termini legati alla sostenibilità o all'ESG nei nomi dei fondi di investimento. In particolare, la proposta principale dell’ESMA riguarda l’introduzione di soglie quantitative:

1) almeno l’80% degli investimenti deve soddisfare le caratteristiche ambientali o sociali o gli obiettivi di investimento sostenibile per poter utilizzare parole legate all’ESG nel nome;

2) almeno il 50% degli investimenti deve qualificarsi come investimento sostenibile per poter utilizzare il termine “sostenibile” nel nome del fondo.

La consultazione rimarrà aperta fino al 20 febbraio 2023

Le ultime novità di policy riguardano gli accordi raggiunti a Bruxelles su due importanti proposte legislative. Il 1° dicembre il Consiglio dell’UE ha adottato la sua posizione negoziale sulla proposta di direttiva sulla due diligence delle imprese in materia di sostenibilità (Corporate Sustainability Due Diligence Directive - CSDDD). Nel testo, il Consiglio propone una serie di modifiche: approccio graduale nell’applicazione delle norme, introduzione del concetto di “catena di attività” di un’impresa, rafforzamento dell’approccio basato sul rischio e nuove indicazioni circa il regime di responsabilità civile. Per quanto riguarda gli operatori finanziari, diventa facoltativa per gli Stati membri l’inclusione dei servizi finanziari nell’ambito dei requisiti di due diligence. Il testo sarà ora oggetto di negoziati con il Parlamento europeo. 

Infine, lo scorso 6 dicembre è stato raggiunto un accordo tra il Parlamento e il Consiglio sulla nuova legge europea contro la deforestazione. Il regolamento stabilisce che le aziende interessate dovranno condurre una rigorosa due diligence se immettono sul mercato europeo, o esportano da esso: olio di palma, bestiame, soia, caffè, cacao, legname e gomma, nonché prodotti derivati (come la carne di manzo, mobili o cioccolato). Ad oggi, gli operatori finanziari rimangono esenti da obblighi e la Commissione valuterà una loro inclusione tra due anni. Il nuovo regolamento dovrà ora essere formalmente adottato.

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