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Mercati: scatto integrazione Ue, partita politica dai tempi non brevi - FOCUS -2-

Lagarde,ripartire da alto. Vigilanza unica leva per cambiare (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Parigi, 25 apr - Lo ripete da tempo la presidente della Bce Christine Lagarde: via via sono stati tolti alcuni ostacoli alle attivita' transfrontaliere (dalla compensazione all'informativa sulla sostenibilita', dagli investimenti al dettaglio ai fondi), tuttavia un mercato finanziario effettivamente europeo non c'e', di fatto le barriere sostanziali non sono state rimosse. L'Autorita' Ue dei mercati finanziari (Esma) non ha i poteri che la Bce ha sulle banche dell'area euro, la vigilanza resta 'in vasta misura appannaggio nazionale', i poteri esecutivi sono per lo piu' attribuiti tra diverse autorita' nazionali. I suoi interventi diretti sono limitati alle agenzie di rating e a una serie di casi molto particolari come indici di mercato di taglia critica, sospensione di vendite allo scoperto.

La supervisione frammentata ostacola lo sviluppo di attori finanziari europei e genera costi addizionali per i risparmiatori, e' scritto nel rapporto degli esperti francesi, che mette in luce come le barriere non siano tanto tecniche quanto 'politiche' tanto e' vero che, si ricorda, nel 2019 la maggioranza dei governi si e' opposta al rafforzamento di Esma. Lagarde continua a riproporre la creazione di una Sec europea, con riferimento all'americana Securities and Exchange Commission che garantisce la vigilanza sull'attivita' di Borsa. Implica avere il potere di vigilare direttamente i soggetti finanziari e le infrastrutture di mercato sistemiche (le controparti centrali della Ue). L'idea francese ma anche di altri paesi (Italia compresa) e' far leva sulla vigilanza unica dalla quale poi discenderebbe una spinta su tutto il resto che deve essere integrato. Non sara' facile perche' si tocca un altro tasto politicamente molto sensibile a dimostrazione che si tratta sempre piu' di una partita politica e non meramente tecnica.

E non e' scontata neppure la reazione dei governi e dei partiti piu' sovranisti o che difendono il rimpatrio di competenze dalla Ue o hanno per obiettivo la difesa dai tentativi di indebolire le prerogative nazionali.

C'e' anche un elemento da non trascurare: i paesi contrari o meno inclini a impegnarsi in nuove emissioni di debito comune dovrebbero cominciare a vedere nel rilancio del mercato unico dei capitali la via maestra per finanziare le priorita' politiche della Ue. E' questo l'effetto della maggiore integrazione del mercato unico indicato espressamente da Enrico Letta nel suo rapporto.

Il passaggio alla vigilanza bancaria Bce non e' stato facile, tuttavia alle spalle c'erano la crisi finanziaria americana nel 2008-2009 e successivamente la crisi del debito sovrano in Europa. Per i mercati finanziari adesso l'urgenza e' dettata dal rischio (paradossale) che la ricca Europa (con un tasso di risparmio tra i piu' alti del mondo a quota 13,3%) non trovi le risorse per finanziare crescita e sviluppo in un contesto geopolitico di guerre (Ucraina e Gaza), di contrapposizione tra blocchi multipli che incidono sulla fornitura di materie prime, di crisi climatica che comporta costi di adattamento e trasformazione enormi a processi tecnici non compiuti. Mentre si approfondisce il divario competitivo con Usa e Cina. Il tutto mentre il risparmio degli europei viene attirato altrove. E le imprese innovative per finanziarsi spesso si quotino altrove, vedi il caso della svedese Spotify al Nasdaq.

Che si passi rapidamente dalle parole ai fatti non e' scontato. L'Eurogruppo discutera' di tutto questo di nuovo nella riunione di maggio. Poi le istituzioni Ue si bloccheranno per il voto Ue di giugno. La nuova Commissione europea si insediera', se per le nomine filera' tutto liscio al Consiglio e al Parlamento europeo, a novembre. Puo' darsi che prima dell'estate i capi di stato e di governo discutano ancora dell'unione del mercato dei capitali, ma non e' certo se avranno sul tavolo qualche novita'. Continuera' a passi felpati il lavoro a livello tecnico, oltremodo complicato.

L'idea francese di mettere insieme alcuni paesi per lanciare un prodotto di risparmio comune tra 'volonterosi' per stimolare le decisioni politiche a 27 e' stata ribadita, ma di concreta riflessione collettiva ancora non sembra esserci molto. Piu' consenso c'e' sul rilancio delle cartolarizzazioni e sull'armonizzazione delle procedure di insolvenza.

Antonio Pollio Salimbeni - Aps

(RADIOCOR) 25-04-24 18:22:35 (0602)EURO 5 NNNN

 


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