Invesco
Cosa annunciano i recenti sviluppi nel settore della finanza sostenibile
Per gli esperti di Invesco il regolamento SFDR punta ad affrontare il problema del greenwashing introducendo requisiti di trasparenza per tutti i partecipanti e i prodotti dei mercati finanziari
Si intensificano gli sviluppi normativi nell’UE e a livello internazionale, destinati a regolamentare il panorama della finanza sostenibile nel breve e nel medio termine. “Le società dovrebbero prepararsi a implementare alcune misure chiave come dichiarazioni di trasparenza, due diligence e framework di classificazione, oltre a cercare di anticipare le iniziative imminenti” sottolineano gli esperti di Invesco.
IL REGOLAMENTO UE SFDR
La prima importante tappa è stata l’entrata in vigore nello scorso mese di marzo del Regolamento UE relativo all’informativa sulla sostenibilità nel settore dei servizi finanziari (SFDR). Ci attende un lungo processo nel corso del quale i responsabili delle politiche dell’UE saranno chiamati a sviluppare ulteriormente il framework e la legislazione annessa. “Il regolamento SFDR punta ad affrontare il problema del greenwashing (il cosiddetto ecologismo di facciata) introducendo requisiti di trasparenza per tutti i partecipanti e i prodotti dei mercati finanziari” ricordano i manager di Invesco.
TRE AMPI PILASTRI
Il regolamento comprende tre ampi pilastri: l’integrazione dei rischi di sostenibilità, il principale impatto avverso e i prodotti sostenibili. “Alle aziende è richiesto di dichiarare sul proprio sito come intendono integrare i rischi di sostenibilità nel proprio processo decisionale, e in che misura tali politiche si riflettono nei piani aziendali di remunerazione. Le aziende devono anche includere informazioni sull’integrazione dei rischi di sostenibilità nelle informative pre‑contrattuali dei propri prodotti” spiegano i professionisti di Invesco. L’altro pilastro prevede che le aziende dichiarino se nei propri processi decisionali considerano l’impatto negativo dei propri investimenti sui fattori di sostenibilità, pubblicando inoltre dichiarazioni relative alle proprie politiche di due diligence e pratiche di engagement.
ARTICOLO 8 E ARTICOLO 9
Per quanto riguarda poi il capitolo relativo ai prodotti sostenibili, il regolamento SFDR fa una distinzione tra quelli che promuovono caratteristiche ambientali o sociali (spesso definiti “Articolo 8”) e quelli che hanno per obiettivo l’investimento sostenibile (“Articolo 9”).
“La sfida principale del nuovo framework è rappresentata dalla mancanza di chiarezza e coerenza riguardo a come le società dovrebbero classificare i propri fondi ambientali, sociali e di governance (ESG) come Articolo 8 o Articolo 9, con il risultato che le aziende stanno adottando approcci molto differenti in preparazione alla scadenza per
l’implementazione di marzo” puntualizzano gli esperti di Invesco.
UNA PREFERENZA IN MATERIA DI SOSTENIBILITA’
A questa incertezza si aggiunge inoltre il rischio di divergenza dei regolamenti nazionali. La Commissione europea ha ritenuto di valutare di introdurre, nell’ambito della propria strategia per la finanza sostenibile, requisiti minimi per i prodotti Articolo 8. Più in generale, nel caso l’investitore segnali una preferenza in materia di sostenibilità, il regolamento determina l’idoneità dei prodotti non secondo la classificazione SFDR di Articolo 8 o Articolo 9, ma in base a tre criteri: l’esposizione minima a investimenti allineati alla tassonomia, l’esposizione massima a investimenti sostenibili (come definiti dal SFDR) e la considerazione del principale impatto avverso.
Scopri di più sui principali sviluppi normativi in tema ESG
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