Accordi di Bretton Woods: il primo sistema economico globale della storia
Gli accordi di Bretton Woods istituirono il nuovo sistema monetario internazionale, gettando le basi del sistema di relazioni monetarie internazionali.
FTA Online News, 23 Set 2019 - 10:52
Gli accordi di Bretton Woods
Il 22 luglio 1944 al Mount Washington Hotel di Bretton Woods, nel New Hampshire, le grandi potenze accettarono il piano messo a punto da Harry Dexter White, delegato per il Tesoro americano, e John Maynard Keynes, uno dei più grandi economisti del Ventesimo secolo e delegato per il governo inglese, in quelli che passarono alla storia come gli accordi di Bretton Woods.Situata nello Stato del New Hampshire, Bretton Woods è una località dipendente dal comune di Carroll circondata dalla Foresta Nazionale delle White Mountains dove si erge l’albergo in cui nel 1944 si svolse dal 1 al 22 luglio la Conferenza che portò alla creazione della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale (FMI).
La conferenza di Bretton Woods
Quando si parla di Bretton Woods inevitabilmente il pensiero corre al sistema di regolazione dei cambi internazionali che ha caratterizzato il periodo compreso tra la fine del secondo dopoguerra e il 1971, data in cui il sistema venne abbandonato.
Durante la conferenza di Bretton Woods furono presi gli accordi che diedero vita ad un sistema di regole e procedure volte a regolare la politica monetaria internazionale con l’obiettivo di governare i futuri rapporti economici e finanziari, impedendo di ritornare alla situazione che diede vita al secondo conflitto mondiale.
Secondo gli storici tra le cause della guerra infatti andavano, infatti, conteggiate anche le diffuse pratiche protezionistiche, le svalutazioni dei tassi di cambio per ragioni competitive e la scarsa collaborazione tra i paesi in materia di politiche monetarie.
Gli obiettivi della conferenza
I due principali compiti della conferenza furono quelli di creare le condizioni per una stabilizzazione dei tassi di cambi rispetto al dollaro (eletto a valuta principale) ed eliminare le condizioni di squilibrio determinate dai pagamenti internazionali. Per il raggiungimento di questo compito furono istituiti il Fondo Monetario Internazionale (https://www.borsaitaliana.it/notizie/sotto-la-lente/fmi.htm) e la Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo (Banca mondiale) (https://www.borsaitaliana.it/notizie/sotto-la-lente/banca-mondiale.htm), due importanti istituzioni esistenti ancora oggi che diventarono operative nel 1946.
Le proposte degli economisti
Agli accordi di Bretton Woods si giunse dopo accesi dibattiti e un via-vai di proposte da parte dei principali economisti dell’epoca per riformare il sistema monetario internazionale e la nuova politica commerciale mondiale. Gli Stati Uniti affidarono a Harry Dexter White il compito di redigere una proposta, mentre John Maynard Keynes si occupò del progetto inglese.
Il progetto di White intendeva fronteggiare tre problemi principali: prevenire il collasso del sistema creditizio e valutario, assicurare la restaurazione del commercio internazionale disgregato dal conflitto mondiale e far fronte all’enorme bisogno di capitali per la ripresa economica mondiale. Per raggiungere tali scopi, l’economista statunitense riteneva “vitale” una collaborazione internazionale in campo monetario e bancario.
La visione di Keynes era quella di creare un “sistema di compensazione multilaterale”, basato su una “moneta universale” (il bancor) definita in termini di oro, capace di scongiurare gli squilibri finanziari che, per l’economista inglese, erano tra i motivi principali del conflitto. Attraverso a un conto all’interno di una International Clearing Bank, ogni nazione avrebbe avuto la possibilità di saldare i debiti contratti in valuta, facendo riferimento alle parità precedentemente stabilite rispetto al bancor.
Dei due progetti presentati alla conferenza, quelli di Harry Dexter White, delegato USA e di John Maynard Keynes, delegato inglese, fu scelto il primo.
L’accordo definitivo
Secondo il sistema definito da Bretton Woods il dollaro era l’unica valuta convertibile in oro in base al cambio di 35 dollari contro un’oncia del metallo prezioso. Il dollaro poi venne poi eletto valuta di riferimento per gli scambi.
Alle altre valute erano consentite solo oscillazioni limitate in un regime di cambi fissi a parità centrale.
Il ruolo dell'FMI
L'istituzione creata con l’obiettivo di vigilare alle nuove regole e al sistema dei pagamenti internazionali fu per l’appunto il Fondo Monetario Internazionale. Inizialmente il numero di paesi aderenti al FMI era ridotto.
Per aderire ogni Stato doveva versare una quota in oro e una in valuta nazionale sulla base delle quali veniva deciso il suo peso decisionale.
L’obiettivo del Fondo inizialmente era quello controllare la liquidità internazionale e coadiuvare i vari paesi nel caso di difficoltà nella bilancia dei pagamenti.
La fine di Bretton Woods
La guerra del Vietnam, il forte aumento della spesa pubblica e del debito americano segnarono la fine del sistema istituito a Bretton Woods.
Il 15 agosto 1971, a Camp David, Richard Nixon, sospese la convertibilità del dollaro in oro, in quanto, con le crescenti richieste di conversione in oro le riserve americane si stavano sempre più assottigliando.
Il dicembre del 1971 segnò l’abbandono degli accordi di Bretton Woods da parte dei membri del G10 (il gruppo dei dieci paesi formato da Germania, Belgio, Canada, Stati Uniti, Francia, Italia, Giappone, Paesi Bassi, Regno Unito, Svezia). Con lo Smithsonian Agreement il dollaro venne svalutato e si diede il via alla fluttuazione dei cambi.
Il nuovo ruolo dell'FMI dopo Bretton Woods
Le istituzioni create a Bretton Woods sopravvissero ma si trovarono a ridefinire priorità e obiettivi.
In particolare, il FMI con la caduta di Bretton Woods ha visto di fatto cambiare il proprio ruolo di sorveglianza. Venuto meno con i cambi flessibili e l’abbandono dello standard aureo la necessità di gestire la liquidità internazionale, l’attenzione del FMI è stata portata sulle politiche macroeconomiche interne perseguite dai membri e sugli elementi strutturali dei loro mercati. Venne data priorità all’obiettivo di finanziamento degli squilibri della bilancia dei pagamenti dei paesi in via di sviluppo trasformando il FMI da prestatore a breve termine a prestatore a lungo termine. Il FMI si trovava quindi investito del compito effettuare prestiti vincolati al rispetto di specifiche condizioni e a piani di rigorosa stabilizzazione macroeconomica. Una funzione che il FMI mantiene ancora oggi come dimostrano i recenti sviluppi collegati alla crisi dell’Euro che vedono il Fondo prestatore di prima istanza insieme all’Ue con i recenti piani di salvataggio di Grecia, Irlanda e Portogallo.