Le imposte in Italia: com'è organizzato il sistema tributario

Approfondisci di più sul sistema tributario italiano e su cosa si basa. In particolare quali sono le tipologie di imposte e alcuni esempi



FTA Online News, Milano, 21 Dic 2022 - 15:00
L'imposizione tributaria in Italia ha la sua pietra angolare nell'articolo 53 della Costituzione il quale recita: "Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.". I concetti fondamentali espressi nell'articolo sono quelli della capacità contributiva dei soggetti e il carattere progressivo dell'imposizione.

La capacità contributiva si sostanzia nella forza economica dei soggetti, mentre la progressività dà applicazione ai principi solidaristici espressi nella Costituzione: si chiede in pratica un sacrificio patrimoniale proporzionalmente maggiore ai soggetti aventi una capacità contributiva superiore.

Come si classificano le imposte


Lo Stato italiano esercita il suo potere impositivo mediante due grandi categorie di imposte:
  • le imposte dirette: caratterizzate per essere applicate direttamente sulla ricchezza, sia che questa esista già (ad es. un bene immobile e in generale il patrimonio), sia che venga prodotta nel corso del tempo (reddito);
  • le imposte indirette: colpiscono la ricchezza quando quest'ultima viene consumata o trasferita.
Per lo Stato è essenziale bilanciare le entrate e le spese. Ma occorre capire in Italia quali sono gli ordini di grandezza. 
Prendendo ad esempio il 2022, lo Stato italiano ha registrato 1.094 miliardi di spese, ma ha incassato da imposte e tasse soltanto un 50% di questo denaro (circa 535 miliardi). Il resto, il 7% delle spese, è venuto dai proventi dei servizi delle varie pubbliche amministrazione (si parla quindi di tasse e non di imposte perché sono pagamenti collegati a servizi erogati specificamente) e soprattutto dall’accensione di prestiti (ossia debito pubblico che ha coperto il 43,2% delle spese). 
Ovviamente sia le spese pubbliche, che le entrate sono estremamente articolate e intercorrelate.

Esempi di imposte dirette


La principale imposta diretta in Italia è l'IRPEF, ovvero l'imposta sul reddito delle persone fisiche, quella da cui deriva la maggioranza del gettito delle imposte dirette, circa 221 miliardi di euro nel 2022. I redditi tassati possono essere originati da lavoro (dipendente o autonomo), dall'esercizio di impresa, da capitale, di origine fondiaria. 

L'altra principale imposta diretta è l'IRES (che ha sostituito l'IRPEG) e interessa le società di capitali e gli enti non commerciali. A differenza dell'IRPEF, l'IRES non ha carattere di progressività, essendo fissata in un'aliquota unica del 24% del reddito imponibile (ricavi tassabili meno i costi d'impresa deducibili). Da questa imposta nel 2022 sono giunti 42 miliardi di euro circa.

Esempi di imposte indirette


Tra le imposte indirette la più conosciuta è senz'altro l'IVA (imposta sul valore aggiunto) che viene applicata mediante aliquota proporzionale alle cessioni di beni e prestazioni da parte di imprenditori e professionisti e in sostanza si ripercuote sul consumatore finale. È un’altra formidabile fonte di entrate e vale circa 200 miliardi di euro l’anno. Con l'IVA si colpisce la ricchezza dei soggetti che si manifesta indirettamente nei consumi.

Tra le altre imposte indirette si ricordano quelle di registro e di bollo, quella sulle assicurazioni, il canone RAI. Fattispecie particolari delle imposte indirette sono quelle sulla produzione (di oli minerali, gas metano, energia elettrica...): le famose accise su prodotti energetici, energia elettrica e gas naturale che valgono circa 32 miliardi l’anno. Ci sono poi le imposte sui Monopoli di Stato (circa 11 miliardi) e su attività di gioco (circa 7 miliardi).

È interessante notare che il principio costituzionale della progressività viene in parte disatteso in quanto, tra le imposte principali, solo l'IRPEF presenta un progressivo incremento delle aliquote all'aumentare del reddito, mentre sia l'IRES, che le imposte indirette non sono progressive.
In più si registra una tendenza (generalizzata a livello internazionale, non solo in Italia) a spostare la pressione fiscale sulle imposte indirette dato che quelle dirette risultano soggette a fenomeni di evasione ed elusione fiscale.
Ovviamente il quadro dettagliato delle imposte italiane è assai più articolato, ci sono decine di imposte specifiche. Basti pensare alle imposte sostitutive dell’imposta sul reddito che tassano sia le plusvalenze mobiliari (in genere al 26% con l’esclusione delle plusvalenze e delle cedole sui titoli di Stato al 12,5%), sia le plusvalenze immobiliari per le vendite entro 5 anni dall’acquisto (26%).

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