Websolute, una consulenza digitale sempre più strategica
Storia e le ambizioni della società di Pesaro che ha saputo scalare un settore altamente competitivo
FTA Online News, 27 Gen 2022 - 14:42
“Websolute è nata nel 2001 a Pesaro dalla fusione tra una società tech e una società della comunicazione: comprendeva quindi già in nuce lo sviluppo strategico che poi il gruppo ha avviato proponendo al tessuto industriale locale, a forte vocazione manifatturiera, una gamma di servizi inizialmente tradizionali (siti e servizi web, integrazione piattaforme etc.), poi sempre più evoluti, trasversali, completi.
Abbiamo seguito lo sviluppo della tecnologia e la graduale integrazione strategica del digitale nell’attività d’impresa. Websolute ha così potuto scalare la propria offerta fino al digital marketing, al branding, al commerce, ai social, trasformandosi con la crescita dimensionale e dei servizi offerti da semplice web agency in una vera digital company che offre servizi molto verticali ed integrati. Abbiamo collaborato con industrie di primo piano, come la Scavolini, che è ancora nostro cliente dopo vent’anni e abbiamo sempre fatto della nostra capacità di fidelizzare il cliente uno dei nostri punti di forza”.
Maurizio Lanciaprima, CFO, Investor Relator e e-Commerce Business Strategy di Websolute, socio al 19,32% del gruppo, ne è dal 2013 uno dei motori, come i soci e manager Lamberto Mattioli (presidente, direttore generale e commerciale) e Claudio Tonti (Direzione Digital Strategy). L’integrazione delle competenze e l’attenzione per una gestione che si è sempre più strutturata negli anni è d’altronde uno dei punti di forza dell’azienda.
A quali clienti vi rivolgete oggi?
“Websolute conta ormai 215 dipendenti e 14 sedi, copre dunque praticamente tutto il territorio italiano. I nostri settori di forza tradizionali sono l’”home & design”, che non comprende solo l’arredamento ma anche pavimenti e rivestimenti, climatizzazione e riscaldamento; il “food & beverage”, il “Travel” e “Mechanics” con le macchine per la lavorazione industriale. La crescente competenza settoriale nei vari business è comunque un talento che coltiviamo continuamente, anche perché siamo spesso chiamati a interventi strutturati di consulenza sui business dei nostri clienti. Ci capita inevitabilmente infatti di confrontarci sui temi strategici della trasformazione digitale, del posizionamento delle aziende, dei processi di integrazione sia tecnologici che dei business, ma anche su ambiti specifici dell’ecommerce B2C con istanze fiscali, legali, con la privacy. Spesso interfacciandoci con clienti che hanno anche più dell’80% del fatturato all’estero dobbiamo infatti progettare e supportare i nostri clienti nella definizione di processi, multilingua e multimercato, dobbiamo gestire le istanze del business interfacciandole con diversi ambiti anche tax & legal, dobbiamo collegare le nostre soluzioni di processo fino alla logistica e alle spedizioni internazionali in uno sforzo di integrazione dell’offerta che integra anche servizi dell’e-commerce gestito in full outsourcing per conto dei clienti approdando all’interazione con i più diversi software gestionali o con le varie istanze delle attività B2B o B2C.
Negli anni la consulenza digitale si è infatti evoluta sempre di più in consulenza strategica, ci siamo trovati seduti intorno a tavoli anche con 18 figure aziendali, è ormai normale, considerando la strategicità degli argomenti che trattiamo, interfacciarsi con imprenditori, amministratori delegati, direttori marketing e commerciali, CFO e altri figure apicali.
Nel tempo abbiamo anche allargato la nostra offerta con una Digital Business School specializzata nella formazione in particolare creando la newco w.academy e gestendo un ramo d’azienda di Sida Group, acquisendo gli accreditamenti di un ente formatore certificato che ci ha consentito di fornire inizialmente master di formazione post-universitaria a giovani talenti, ma diventata poi anche capace di fornire una formazione professionale specializzata sulle nuove professioni dell’era digitale rivolta alle nostre aziende clienti. Spesso la digitalizzazione dei processi aziendali può diventare un’importante attività evolutiva dei processi di business tradizionali e portare alla strutturazione di nuove aree di competenza. Il processo tipico ci vede presenti in affiancamento all’azienda per diversi anni, incoraggiando durante il percorso di maturazione dell’azienda a internalizzare alcune attività “core” per i loro business, dotandosi delle competenze necessarie in un percorso di crescita culturale interna con approcci orientati al digitale. Il nostro cliente tipo è una PMI italiana a forte vocazione internazionale, leader nel suo ambito settoriale, con un fatturato tra i 20-30 e i 400 milioni di euro. Siamo orgogliosi di aiutare queste realtà a crescere e a cogliere le opportunità della digitalizzazione che vanno ben oltre le campagne di marketing, il branding o i social, ma diventano spesso una gestione evoluta e necessaria di più importanti processi aziendali. Manteniamo comunque sempre una certa libertà: alla fine del primo semestre 2021 i primi 10 clienti coprivano il 21% del fatturato, i primi 20 il 47% circa, il primo non più del 4,5% Questo ci garantisce una stabilità e autonomia decisionale importante”.
Come mai la decisione di quotarsi a fine 2019? Cosa avete fatto dei 3 milioni di euro raccolti sul mercato? È stato difficile apprendere il linguaggio dei mercati? Alla fine del 2018 avevate una PFN di 2,94 milioni di euro con un patrimonio di 867 mila euro, quindi un debt/equity di circa 3,4. Alla fine del primo semestre avete invece una PFN da 2,69 mln e un patrimonio da 4,89 con un debt/equity di 0,55 circa. Eravate profittevoli e in crescita in entrambi i periodi, ma vi siete rafforzati tanto da far pensare che ribadiate la politica di M&A degli ultimi anni: è così?
“La quotazione si è inserita in un percorso di crescita avviato già nel periodo 2015-2018 con la decisione programmatica di un rafforzamento organizzativo. Tra il 2016 e il 2018 abbiamo messo a segno 4 acquisizioni: Moca (un’importante controllata del Performance Marketing & ADV dove poi siamo saliti al 100%), Xplace (Social Media & Influencer Marketing), DNA (Video Story Telling, New Media, You Tube Editor & ADV), Shinteck (Mobile Development). In tutte abbiamo cercato partecipazioni di controllo o di influenza strategica decisiva, un modello di acquisizione che valorizzasse le competenze dei founder e le integrasse nella nuova realtà di Gruppo. Abbiamo anche registrato l’ingresso del fondo Innovative RFK con il 20% del capitale nel 2018 (oggi è al 12,58% con nel board la figura di Paolo Pescetto, ndr), che ci ha permesso di formulare nuovi obiettivi che comprendevano, fra l’altro, la quotazione, ma anche le acquisizioni e altri target. L’appuntamento con la Borsa ci ha comunque trovati preparati in quanto avevamo una gestione già strutturata. Dall’IPO, oltre alle risorse, abbiamo tratto visibilità, autorevolezza e un vantaggio competitivo dunque nel rapporto con i nostri clienti.
Siamo così cresciuti valorizzando le sinergie all’interno del nostro Gruppo e abbiamo continuato a cogliere le opportunità dei trend futuri. È accaduto lo stesso anche con le più recenti acquisizioni di More (Realtà Virtuale & Aumentata), W-Mind (Data Science & Intelligenza Artificiale), Webness (Omnichannel Commerce Platform & Management) e infine nel ramo di azienda diventato la nostra w-academy (Digital Business School).
Abbiamo investito in potenziamento organizzativo, accrescimento delle competenze interne, integrazione sinergica tra le società del Gruppo e progetti di ricerca e sviluppo per alimentare un processo virtuoso di continua evoluzione e di innovazione in quanto siamo convinti che il percorso che stiamo facendo e quello che faremo dovrà ulteriormente potenziare le attività industriali del Gruppo anche grazie ad ulteriori investimenti.
Sin dall’inizio dell’emergenza Covid-19 ci siamo strutturati a lavorare in remote working potendo quindi garantire, in ogni società del Gruppo, una continuità della nostra attività e un potenziamento dell’offerta ai nostri clienti con prodotti e servizi che coprono anche i nuovi bisogni originati dalle restrizioni e dal diverso comportamento delle persone.
Le competenze sono essenziali nel nostro lavoro, il 40% del nostro personale ha competenze specifiche di programmazione su molteplici tecnologie e piattaforme, competenze che riteniamo non fini a se stesse, ma abilitanti la nostra capacità di valorizzare i business con cui veniamo in contatto grazie a un confronto fattivo, a soluzioni complete e customizzate ci consente di ottenere gli elevati tassi di fidelizzazione che storicamente sono stati uno dei nostri punti di forza”.