Unieuro, per noi l’e-commerce è un’opportunità
L’ad Giancarlo Nicosanti Monterastelli conferma le prospettive di crescita
23 Mar 2018 - 12:00
In un periodo in cui la crisi delle catene fisiche di distribuzione di elettronica ed elettrodomestici torna spesso sui giornali con i casi di Galimberti, Castoldi, Dps Group che giungono dopo l’uscita dal mercato italiano di Fnac e Darty, c’è chi invece nel settore guarda al futuro con ottimismo. E’ il caso di Unieuro, che è reduce da una lunga campagna di acquisizioni, da una quotazione di successo e da un percorso di sviluppo tuttora in divenire. A Giancarlo Nicosanti Monterastelli, amministratore delegato di Unieuro dopo un percorso in azienda di 36 anni, chiediamo di raccontare la storia recente, i progetti, le prospettive del gruppo.
“Il primo nucleo di Unieuro nacque con SGM e la famiglia Silvestrini già negli anni Trenta, ma è soprattutto dal 2006 in poi, con l’entrata nel capitale del fondo di private equity Rhône Capital, che l’azienda sviluppa un nuovo progetto che punta a farne il leader del mercato italiano dell’elettronica al consumo tramite una crescita sia organica, che per linee esterne. In 13 anni abbiamo messo a segno 8 acquisizioni e puntato sull’omnicanalità che ci consente di essere a disposizione dei nostri clienti su tutti i canali di vendita, in modo integrato. Ci ha aiutato Rhone Capital, ci hanno supportato i mercati prima e dopo la quotazione”.
Lo scorso aprile vi siete quotati a 11 euro per azione mettendo sul mercato il 31,8% del capitale, quindi la greenshoe e, pochi mesi dopo (a settembre), un accelerated bookbuilding che vi ha permesso di collocare un altro 17,5% a 16 euro ad azione: sembra quindi che abbiate imparato bene il linguaggio dei mercati. Ma è stato difficile apprenderne procedure e processi?
“Abbiamo dovuto raffinare certi aspetti organizzativi, tuttavia avevamo già una calibrata organizzazione interna, anche per la nostra storica attenzione alla trasparenza, per cui i nostri processi sono stati solo parzialmente strutturati in vista della quotazione”.
Diversi retailer, specialmente nel settore dell’elettronica, ma non solo, sono in crisi in Italia e nel mondo: c’è chi accusa la concorrenza sempre più agguerrita di colossi come Amazon e chi una collegata erosione dei margini con la diffusione dell’online. Voi come affrontare la sfida?
“Noi puntiamo sull’e-commerce da anni e lo scorso giugno abbiamo anche acquisito Monclick potenziando la nostra offerta online. I ricavi da questo canale già nei primi nove mesi del 2017 coprivano quasi un decimo del nostro giro d’affari e crescevano del 63,5 per cento. Per noi l’online è un’opportunità. Il segreto della nostra crescita però non si nutre solo di omnicanalità: è tutta la nostra struttura che ci premia sulla concorrenza. Abbiamo una struttura amministrativa centralizzata a Forlì che guida tutta la nostra rete di 490 punti vendita e abbiamo un centro logistico unico già grande come 7 campi di calcio e pronto al raddoppio nel 2018 che a Piacenza gestisce il transito di tutte le merci della nostra rete nazionale. L’integrazione profonda della nostra realtà ci regala un vantaggio competitivo che altri player non hanno”.
Quali sono i vostri progetti per il futuro?
“Continueremo a crescere per linee interne ed esterne. In Italia l’elettronica al consumo è ancora molto frammentata: i primi tre attori del mercato hanno il 59% del totale, contro il 79% circa del resto d’Europa. Noi vediamo quindi delle opportunità di ulteriore sviluppo, dopo l’acquisizione lo scorso anno di una quarantina di punti vendita ex-Euronics con le operazioni Andreoli e Cerioni. Le banche inoltre ci hanno confermato una certa fiducia lo scorso dicembre con nuove linee di credito per 190 milioni di euro che a regime dimezzeranno i nostri oneri finanziari con covenant più favorevoli da un numero di finanziatori ridotto a tre istituti e minori vincoli contrattuali. Anche questo contribuirà alla nostra politica di creazione di valore per gli azionisti. Lo scorso settembre abbiamo versato ai soci 1 euro di dividendo per azione, circa il 9,1% del prezzo del titolo in IPO, e manterremo una politica generosa di distribuzione con un target di pay-out ratio al 50% del nostro utile adjusted”.