TrenDevice, leader dell'economia circolare hi-tech a Piazza Affari
Il Presidente, Ceo & Co-Founder Antonio Capaldo racconta la società, da poco quotata sul mercato AIM, specializzata nella filiera dei prodotti ricondizionati.
FTA Online News, 20 Nov 2020 - 09:48
TrenDevice S.p.A. è una società italiana fondata nel 2013 da Antonio Capaldo, presidente e amministratore delegato e dal Ceo Alessandro Palmisano, pioniera nel settore dei prodotti rigenerati hi-tech di fascia alta ed attiva lungo tutta la filiera del refurbished (ricondizionato) con controllo completo della value chain. TrenDevice si propone anche come instant buyer effettuando il ritiro gratuito a domicilio da privati e aziende. I suoi uffici commerciali sono situati a Milano mentre i laboratori ed il centro logistico sono collocati a Manocalzati (AV).
“Il nome della nostra società ha un significato preciso: Trend deriva da Trendy con riferimento ai device più à la page: infatti, trattiamo solo i dispositivi di fascia alta del mercato. Rigeneriamo smartphone, tablet e PC a marchio di fascia medio-alta oltre che IOT(Internet of Things) Device”, ha affermato Antonio Capaldo.
Potete spiegare meglio la differenza tra un prodotto ricondizionato ed uno usato?
Il settore dei prodotti ricondizionati è un sottoinsieme del grande mercato dell’usato garantito. Un prodotto ricondizionato ha sempre alle spalle un’azienda che ne garantisce la funzionalità piena. L’usato classico, diversamente, non è sottoposto agli stessi controlli: può non funzionare e non ha una garanzia di rimborso. I device ricondizionati sono un giusto compromesso per chi non può permettersi i prodotti nuovi, con vantaggi notevoli sia per l’ambiente sia in termini economici: pur essendo venduti con uno sconto significativo sul prezzo originale (dal 30% in su) mantengono le stesse garanzie del nuovo. I nostri prodotti, infatti, sono sottoposti a 37 test effettuati da tecnici certificati, per sostituire gli eventuali componenti danneggiati, e 5 fasi di ricondizionamento.
La produzione degli smartphone nuovi, in particolare quelli più economici, può arrivare ad immettere tonnellate di Co2 (tra gli 80 ed i 100 kg l’uno). Inoltre, costituiscono un problema nella fase dello smaltimento dei rifiuti. Diversamente, i prodotti rigenerati non finiscono nel processo di smaltimento ma rientrano sul mercato attraverso nuovi canali. In questo modo, contribuiscono ad abbassare l’impatto ambientale della produzione di determinati dispositivi tecnologici e favoriscono un’economia di tipo circolare.
TrenDevice può vantare un elevato tasso di soddisfazione della clientela con oltre 60.000 clienti serviti dal 2013, 350.000 utenti registrati ed oltre 1.000 richieste di valutazione usato al giorno. Cosa c’è alla base del vostro successo?
Ci sono sempre più clienti attenti a ridurre l’impatto ambientale. Proprio per questo sono spinti a scegliere i nostri prodotti. La soddisfazione della clientela è la bussola che ci guida verso la giusta direzione. Il cliente è il nostro partner principale ed il rapporto con esso è fondamentale per noi: accettiamo i consigli ma anche le critiche. Essendo un settore nuovo, non essendoci storici a cui riferirsi, sviluppiamo costantemente conoscenze on-going tramite casistiche di elementi difettosi e costanti controlli atti a perfezionare sempre di più i nostri prodotti e servizi. Ci concentriamo sugli aspetti negativi, non solo sui riscontri positivi, per garantire alla clientela risultati sempre migliori, al fine di elargire un servizio al 100% funzionante. Ad esempio, ci sono miliardi di caricabatterie che continuano ad essere venduti assieme ai cellulari di ultima generazione, generando milioni di kili di CO2. Rappresentano un problema perché sono difficilmente smaltibili come rifiuti. Abbiamo deciso, quindi, di essere tra i primi a non includere più caricabatterie nei packaging dei telefonini che rigeneriamo rendendo soddisfatti i clienti: Apple e Samsung stanno prendendo esempio da noi.
Da dove ha origine il vostro brand e quali sono i mercati su cui operate?
Operiamo nel mercato italiano su cui abbiamo puntato fortemente anche se guardiamo con interesse ad altre realtà internazionali.
Nel 2013, spinti dal bisogno di cercare nuove idee, ci siamo recati in California del Nord, presso la Silicon Valley, culla della tecnologia: lì abbiamo trovato l’ispirazione giusta per creare il nostro brand. Partendo da una precedente esperienza di e-commerce, facendo leva sulla base clienti esistente e sugli asset digitali proprietari, abbiamo ideato un nuovo marchio nel vuoto di offerta del mercato italiano nel settore dell’usato premium hi-tech. In Italia, smartphone e tablet restavano inaccessibili a molte persone, visti i prezzi in crescita costante, dato che non esisteva un’alternativa concreta tra i prodotti nuovi e quelli usati senza garanzia. Nei primi mesi, dopo la riconversione aziendale, abbiamo vinto la scommessa e la ritrosia delle persone ad acquistare i nostri prodotti, ottenendo già i primi risultati positivi in termini di fatturato. Nel 2014 abbiamo raggiunto un milione di euro di ricavi; nel 2016, abbiamo raggiunto i 3 mln di ricavi estendendo il business da Iphone e Ipad ai Mac.
Come mai avete deciso di quotarvi, sul mercato AIM Italia di Borsa Italiana, nonostante il periodo di difficoltà causato dalla pandemia?
Nonostante il periodo di difficoltà economica dovuto all’emergenza sanitaria nazionale, il nostro business non è stato toccato ed abbiamo preso la decisione coraggiosa di lanciare l’IPO per consentire alla società di proseguire nel suo percorso di crescita. Il processo di quotazione fa parte, infatti, di un progetto nato prima del lockdown primaverile con una prospettiva di crescita di medio/lungo termine, dopo l’aumento di capitale in Equity Crowdfunding sottoscritto nel 2019 da oltre 350 soci, con una raccolta complessiva di circa 440mila euro.
I ricavi di TrenDevice del primo semestre 2020 sono in crescita rispetto all’anno scorso. Potete commentare questo successo e se ritenete sostenibile la vostra crescita nei prossimi anni?
Competenze di marketing, vision e processi su IT (Information Technlogy) nonché esperienze in commercio internazionale, uniti a una execution ferrea, hanno trasformato la nostra intuizione del 2013 in risultati concreti nel giro di pochi anni. Stiamo ancora investendo in una strategia di comunicazione finalizzata alla fidelizzazione dei clienti nuovi oltre che di quelli che ci conoscono da tempo. Abbiamo un piano di crescita per i prossimi tre anni che riteniamo sostenibile sempre tenendo conto del nostro mercato di riferimento che, ci tengo a sottolineare, è ancora in crescita potenziale, in Italia. Questo perché manca una solida cultura nel nostro paese, in merito al refurbished: molte persone buttano i loro oggetti anziché farli ricondizionare magari non conoscendo i vantaggi economici ed ambientali immediati e consistenti che ne deriverebbero.
In ottica di espansione, vogliamo aprire dei punti vendita retail per garantire la nostra assistenza ai clienti in modo continuativo e costante oltre che per far conoscere meglio i nostri prodotti. Questo progetto avrebbe dovuto avviarsi già a novembre ma è stato rinviato a causa dell’ultimo lockdown.