Take Off, l’Off-Price retail debutta a Piazza Affari
Il fondatore Aldo Piccarreta ci racconta sfide e obiettivi della società
FTA Online News, 28 Feb 2022 - 18:27
“Take Off è nata nel 2012 da un modello innovativo di outlet quasi unico nel panorama italiano ed europeo. La società opera infatti nel mercato dell’Off-Price retail per l’abbigliamento, vende dunque prodotti a prezzi scontati e valorizza per il gruppo e per la clientela quelle rimanenze che sono un punto debole per i rivenditori tradizionali. Attualmente operiamo con oltre 140 punti vendita dei quali 31 riferibili a Take Off e oltre 110 alla controllata Over.
Take Off, con i suoi 200-250 mq di superficie media è attiva con 7 brand propri e con brand di terzi tramite una rete di store gestiti direttamente che coprono circa i due terzi del nostro giro d’affari e propongono abbigliamento e accessori per uomo e donna.
Over ha una struttura più tradizionale di affiliazione e offre moda per il bambino con prodotti monomarca Overkids. La rete logistica si avvale di un magazzino da 10 mila metri quadrati.
Aldo Piccarreta, presidente, amministratore delegato e azionista di riferimento della matricola di Piazza Affari, ha fondato e plasmato il gruppo Take Off integrandolo con la complementare realtà di Over nel 2021 e arricchendolo con un innovativo controllo digitale e capillare degli stock e con la sua ampia esperienza nel settore della produzione della moda.
Meccanismo di scontistica innovativa e controllo digitale della rete rappresentano due dei punti di forza del vostro gruppo…
“Esattamente. Noi applichiamo infatti alla nostra scontistica non un moltiplicatore, ma un divisore. In media acquistiamo la nostra merce a una frazione del suo valore retail, il prezzo iniziale di mercato. Al prezzo di mercato iniziale applichiamo da subito uno sconto del 50%, con un divisore 2 dunque. Con il procedere della stagione passiamo al 3, al 4, al 5, fino al 10.
Sorvegliamo questo processo dai nostri terminal, così come il magazzino e le vendite di ogni store, riuscendo in questo modo anche a scongiurare la “rottura degli stock”, ossia il rischio che della merce non si trovi taglia o colore desiderati.
Questo ci è permesso anche dai nostri brand, che coprono circa il 60% delle vendite di Take Off e sono basati su partnership con produttori selezionati e fidelizzati.
Fondamentale anche il rapporto con i clienti: contiamo circa 150 mila clienti affiliati take Off e oltre 260 mila clienti Over. Segnaliamo loro le offerte e le occasioni e valorizziamo i dati dei loro acquisti al meglio. Dalle reti apprendiamo inoltre anche le tendenze e le preferenze dei clienti, rivolgendole ai nostri fornitori e quindi plasmando la nostra offerta anche sui trend che ci vengono dal basso, dalla domanda in negozio”.
Come mai la decisione di quotarvi a fine 2021, dopo un periodo così duro per il settore come quello del Covid? Cosa intendete fare dei 12,5 milioni di euro raccolti per il 20% del capitale? È stato difficile apprendere il linguaggio dei mercati?
“La quotazione è stata un’altra occasione di crescita e di supporto al nostro sviluppo organico e per linee esterne. Abbiamo promosso un’operazione rivolta agli investitori istituzionali e professionali tutta in aumento di capitale con l’obiettivo di accelerare l’espansione della nostra rete che già ci regala importanti soddisfazioni. Il confronto con i mercati è stato importante, ma ci ha trovati preparati e attrezzati, abbiamo infatti da sempre una gestione attenta e capillare del nostro business. La domanda pari a quattro volte l’offerta ci ha confortato sulla capacità del mercato di comprendere le potenzialità del nostro modello di business”.
Di recente avete fornito le prime indicazioni sull’andamento del 2021. Un recupero dei ricavi del 26% a 26,7 milioni di euro, che riesce a comprimere al 16,8% il calo sul pre-covid (l’esercizio 2019). Avete al contempo accresciuto il prezzo medio di vendita e confermato l’obiettivo di un ebitda margin 2021 tra il 33 e il 36% (era inferiore al 20% nel 2019). Questo recupero quanto è sostenibile?
“Siamo molto soddisfatti della nostra reazione a un periodo sfidante, come quello della pandemia. Nel nostro settore in molti hanno persino rischiato il fallimento, noi invece possiamo guardare al futuro con fiducia per molteplici motivi. Innanzitutto abbiamo un modello di business innovativo e diverso: il mercato dell’abbigliamento e delle calzature da 22,9 miliardi nel 2019 secondo GS1 Italy ha registrato tra il 2014 e il 2019 un CAGR negativo del 2,5%, con la pandemia sarebbe arrivato a perdere tra il 30 e il 40% circa. Secondo TechNavio il mercato italiano dell’Off-Price retail da 376 milioni dovrebbe avere un CAGR 2019-2024 dell’1,6%, dopo una perdita del 19% nel 2020 rispetto al pre pandemia. In altre parole siamo più flessibili e resilienti. Abbiamo inoltre notato una tenuta e una crescita dei prezzi nel 2020 rispetto al 2019 del 13% per Take Off e del 18% per Over, quindi una forza dei margini sostenuta dalla domanda che ci incoraggia per il futuro. Consideri che l’anno scorso abbiamo perso i mesi di marzo e aprile che sono per noi i più redditizi. Già prima della quotazione avevamo cassa per 360 mila euro e un patrimonio netto di 9,47 milioni, poi sono giunte le risorse dell’IPO da 12,5 milioni di euro e quindi abbiamo ora tutto l’occorrente per alimentare la nostra crescita organica e per linee esterne e accelerare il nostro sviluppo”.