Relatech, la ricerca come leva per l’innovazione

Il fondatore Lambardi ci racconta la storia della “digital solution company”



FTA Online News, 17 Ott 2019 - 12:00

“Siamo una società di frontiera, una digital solution company che supporta le imprese italiane nel percorso di trasformazione digitale del proprio modello di business. I servizi di Relatech spaziano dalla digital experience all’intelligenza artificiale, da Internet delle Cose alla blockchain e cybersecurity. Siamo però presenti sul mercato dal 2001 e quindi abbiamo creato negli anni partnership solide e un’attività che non teme di puntare sul futuro. Non a caso investiamo circa il 9% del giro d’affari nelle nostre attività di Ricerca e Sviluppo, che coordiniamo tramite Ithea e la nostra controllata OKT, spin-off universitario. Siamo nati come una piccola software house, ma oggi lavorano per Relatech più di duecento persone e abbiamo sviluppato negli anni diverse tecnologie e soluzioni per il settore bancario e assicurativo, per la farmaceutica e per altre industrie. Nel tempo ci siamo focalizzati sulle soluzioni ad alto valore aggiunto arricchendo la nostra proposta di collaborazioni con grandi fornitori internazionali come IBM per il cloud. Fra il 2016 e il 2018 ci siamo evoluti ulteriormente con l’innovazione dell’offerta e la sua integrazione verticale. Oggi le nostre proposte sono trasversali alle varie industrie e spaziano dal retail ai trasporti, dalla farmaceutica alla finanza”. Pasquale Lambardi, fondatore, presidente, ad e socio di riferimento (con poco meno del 75% del capitale) parla della sua Relatech come di una creatura viva, in costante slancio verso il futuro, come forse è necessario in un mercato tanto dinamico come quello della digitalizzazione delle imprese.

Anche nel primo semestre spicca la crescita impetuosa del giro d’affari degli ultimi anni: i ricavi balzano del 42% a 9 milioni di euro. Stesse performance per l’ebit adjusted, che si pone a un milione di euro, mentre il reported si attesta a 0,6 milioni di euro. Questi dati tengono conto anche dell’importante acquisizione del ramo di azienda di Con.Nexo Italia Servizi. Ci racconta questa vicenda?
“L’acquisizione del ramo di azienda di Con.nexò Italia Servizi è stata una operazione molto importante. Basti pensare che accresce del 40% circa la nostra base clienti. L’operazione è efficace dallo scorso 28 dicembre 2018, quindi ha influito sul bilancio di quell’anno soltanto a livello patrimoniale, mentre il conto economico ne assorbe gli effetti dal 2019, come è evidente dai numeri riportati dalla semestrale. Inoltre tale acquisizione ci ha permesso di arricchire la nostra offerta con nuove partnership internazionali, come Oracle e Microsoft e di entrare in nuovi settori di mercato, quali Telco, Food e Utilities”.

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Il 28 giugno del 2019 è stato il vostro primo giorno di negoziazione su AIM Italia, in fase di IPO avete raccolto 4,1 milioni di euro con un’operazione condotta tutta in aumento di capitale. Come mai avete deciso di quotarvi?
“Siamo una società in forte crescita da molto tempo e prevediamo di crescere ancora di più nei prossimi anni. Il processo di quotazione per noi rappresenta dunque un salto di qualità, con un doppio obiettivo. Da un lato abbiamo deciso di incamerare nuove risorse da mettere a servizio del piano industriale (mantenendo però un solido controllo del gruppo). Dall’altro lato riteniamo che lo standing di società quotata abbia un ritorno importante sul nostro brand e nei rapporti con clienti, fornitori e partner. Oggi possiamo sederci a tavoli che prima erano assai più distanti, abbiamo inoltre guadagnato prestigio e un rapporto nuovo con investitori istituzionali. Questo ci regala affidabilità e trasparenza nei confronti degli altri soggetti del mercato. Abbiamo condotto, d’altronde, l’operazione di quotazione con il massimo rigore e la massima trasparenza: clausole di lock-up a 18 mesi, attribuzione di warrant, la previsione di un consigliere indipendente nel board…”

Cosa contate di fare con le nuove risorse? Ritenete dunque che i tassi di crescita importante degli ultimi anni siano sostenibili e replicabili?
“Le risorse reperite con l’aumento di capitale collegato alla quotazione ci permetteranno di investire ancora e sviluppare il nostro business e i nostri servizi nei prossimi anni. La nostra strategia prevede l’ampliamento e la diversificazione della nostra offerta grazie anche all’integrazione delle soluzioni che sviluppiamo con la nostra ricerca. Intravediamo grandi opportunità nel nostro settore. Il mercato digitale in Italia valeva 68,7 miliardi di euro nel 2017 (+2,3% a/a) e nel triennio 2018-2020 ci si attende un CAGR del 2,7%, quindi un’accelerazione. Per i Digital Enabler come noi, che puntiamo su settori chiave come intelligenza artificiale/cognitive Computing, blockchain, IoT, la crescita del mercato è stata al 16,7% ed è attesa nel triennio con un tassi a due cifre e superiore al 15% fino al 2020. Questo ci permette di affermare che il nostro posizionamento è nell’ambito del principale driver di crescita del mercato italiano e che quindi siamo nella condizioni di sfruttare al meglio le opportunità che questo contesto promette”.

 


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