First Capital, un progetto basato sul valore delle PMI italiane

L’ad e azionista Polidoro ci racconta la storia e il modello di business di un investitore di rango dell’Euronext Growth Milan (“EGM”)



FTA Online News, 09 Giu 2022 - 10:48

"First Capital è una holding di partecipazioni finanziarie specializzata in private investment in public equity e private equity focalizzata sulle piccole e medie imprese. Si tratta di aziende quotate o interessate ad una futura quotazione, specialmente su EGM, ma non solo. Cogliamo le opportunità di investimento nelle nicchie d’eccellenza italiane, vagliandone prospettive di crescita e piani di sviluppo. L’obiettivo è il raddoppio del capitale investito in 4-5 anni: è questo il nostro orizzonte di investimento medio, ma non vincolante. Siamo nati nel 2008, poco prima del mercato che allora si chiamava AIM Italia, e siamo diventati rapidamente un attore importante nel meccanismo di creazione di valore delle PMI italiane grazie a un ruolo di investimento attivo basato su un track record importante che ci ha permesso di investire 100 milioni circa negli ultimi 10 anni e di portare, a fine 2021, a circa 87 milioni di euro il Net Asset Value, senza considerare liquidità per quasi 26 milioni".
Vincenzo Polidoro, amministratore delegato e azionista di First Capital insieme alla Next Holding del consigliere Andrea Manganelli e alla Strategy Invest dei Torchiani, aveva già prima di First Capital, una certa esperienza in campo di investimenti, da Banca Profilo e al Private Equity Spinnaker Investment Fund. Un’esperienza che, unita a quella degli altri manager (fra i quali il presidente Marco Fumagalli, un ex importante dirigente Consob), costituisce uno degli asset principali del gruppo.

Ma come individuate le opportunità di investimento sul mercato e come operate poi per realizzare il valore atteso?

"Uno modello di analisi e valutazione rigoroso e completo è alla base delle nostre scelte di investimento. Studiamo le società presenti sul mercato, in qualche caso ci affidiamo anche al supporto di terzi per le opportune due diligence e soprattutto al nostro studio interno del management, del piano industriale, del business della potenziale azienda target. È essenziale che la società abbia un buon posizionamento in una nicchia d’eccellenza, sia profittevole e promettente (indicativamente ebitda e ROCE superiori al 10%), abbia una forte generazione di cassa e solida struttura finanziaria, con progetti di crescita credibili, possibilmente in un settore che già conosciamo bene. Valutiamo il management e i numeri di bilancio, il mercato e la concorrenza, la scalabilità del business e gli altri fattori che possano incoraggiare il nostro investimento.
I processi di origination, selezione e finalizzazione di operazioni sono gestiti in modo flessibile per strumento di investimento (equity, warrant, obbligazioni convertibili), duration e grado di complessità. Solitamente investiamo in quote di minoranza qualificata e portiamo avanti un approccio attivo, spesso entriamo nel consiglio di amministrazione delle società partecipate e studiamo insieme al gruppo le opportunità strategiche di crescita. Miriamo ad essere un partner di riferimento di imprenditori e famiglie che guidano aziende in crescita, supportandole con capitale paziente, competenze e relazioni. L’obiettivo di First Capital è di coniugare il sostegno alla competitività delle eccellenze italiane con l’ottenimento di rendimenti finanziari assoluti. Il prezzo di ingresso è importante e l’individuazione di opportunità di crescita è lo strumento con cui creiamo i nostri risultati, perciò possiamo essere definiti un investitore "value", che contribuisce alla crescita di business non ancora adeguatamente sviluppati e valorizzati. I nostri modelli spaziano dunque dalla Berkshire Hathaway di Warren Buffet all’italiana Tamburi Investment Partners, ma con alcune peculiarità nostre, come il focus sulle PMI e sull’equity investment. La sempre più ampia platea di PMI di valore quotate a Milano ci consente di vagliare con attenzione le opportunità di investimento. In alcuni casi interveniamo in fase di pre-IPO operando come anchor investor e in pool con altri investitori, in altri casi interveniamo in aumento di capitale a supporto di M&A e/o progetti specifici, in altri casi ancora costruiamo le nostre posizioni direttamente sul mercato secondario, quando scorgiamo opportunità che il mercato non ha ancora individuato, forti della prossimità anche geografica dei business investibili e della conoscenza del mercato italiano".

C’è una taglia tipica del vostro investimento? Un settore specifico o un mercato tipo che guardate con maggiore attenzione? Come contrastate il pericolo di scarsa liquidità?

"In genere puntiamo a una size di investimento compresa tra 3-10 milioni di euro circa, tendiamo sempre a una gestione attenta del rischio. A fine maggio avevamo 11 società strategiche in portafoglio, in settori anche molto diversi tra loro, dalle telecomunicazioni, alla distribuzione alimentare, al fintech, alla cybersecurity. Tutte però sono accomunate da un ottimo posizionamento nel mercato in cui operano e rispecchiano il profilo di redditività, di forti attese in termini di flussi di cassa, di solidità patrimoniale e di qualità del management. Noi investiamo su EGM, ma anche nei segmenti Extramot, MIV e in parte nello STAR, ma è un universo investibile contiguo a quello di riferimento delle small cap, se necessario o profittevole sfruttiamo infatti le occasioni fornite da strumenti come convertibili o warrant. Quanto alla liquidità, è ovviamente un parametro che teniamo d’occhio, stabilendo da subito un processo chiaro di exit in vista del quale possiamo favorire occasioni di liquidità o cogliere le opportunità di eventi straordinarie che creino una finestra in linea con i nostri piani".

campana ipo

Come mai la decisione di quotarvi a Piazza Affari a fine 2010, al tempo avete raccolto più 14 milioni di euro? Quale è il vostro rapporto con il mercato dei capitali?

"Nel 2010 avevamo già tutti nel mondo finanziario un’esperienza consolidata che spaziava dal private equity al business dei family office, ci servivano però risorse per avviare un progetto di valorizzazione delle nicchie d’eccellenza italiana. Negli Stati Uniti un business con il nostro non avrebbe avuto difficoltà a raccogliere l’interesse degli investitori, ma per noi l’opportunità fu proprio quella dell’EGM, che per l’occasione imparammo a conoscere ancora di più. Il confronto con il mercato dei capitali per operatori come noi è importante e quando è utile facciamo ricorso anche a questo canale, per esempio nel 2015 con un bond da 9,4 milioni e nel 2019 con un bond convertibile da 24,1 milioni di euro. D’altronde il nostro rapporto con i mercati si basa sulla trasparenza e abbiamo sempre portato avanti politiche di redistribuzione del valore chiare. Per garantire un’adeguata remunerazione dei nostri azionisti abbiamo sempre pagato un dividendo e promosso operazioni di buyback".


Borsa Italiana non ha responsabilità per il contenuto del sito a cui sta per accedere e non ha responsabilità per le informazioni contenute.

Accedendo a questo link, Borsa Italiana non intende sollecitare acquisti o offerte in alcun paese da parte di nessuno.


Sarai automaticamente diretto al link in cinque secondi.