Elettra Investimenti, protagonisti dell’energia che cambia
Storia e prospettive di un gruppo alle prese con le sfide del presente.
FTA Online News, 16 Feb 2021 - 17:31
“Elettra Investimenti è nata nel 2005 dal modello allora innovativo della generazione distribuita, cioè da un paradigma nuovo per tutto il settore energetico e basato su impianti di produzione di medie e piccole dimensioni localizzati presso i punti di consumo. Abbiamo cominciato con delle piccole centrali di cogenerazione a gas naturale, impianti capaci di produrre energia elettrica e termica al servizio di grossi stabilimenti chimici e farmaceutici. Per questi operatori emergeva già il vantaggio di una centrale di prossimità posta al servizio del ciclo di produzione. Successivamente abbiamo diversificato le fonti, utilizzando olio vegetale, grasso animale, geotermia, fotovoltaico e biogas. Abbiamo dunque seguito da vicino l’evoluzione dell’energia degli ultimi 15 anni e diversificato di conseguenza fonti e clienti, attivandoci anche sulle reti elettriche e di teleriscaldamento”. Fabio Massimo Bombacci, presidente, CEO e azionista di riferimento di Elettra Investimenti ha guidato dalla nascita la società di Latina e l’ha accompagnata nello sviluppo attraverso i grandi cambiamenti di quest’epoca.
Oggi quali sono le maggiori attività di Elettra?
“Operiamo sostanzialmente in tre aree principali. La prima è ovviamente la generazione di energie attraverso il parco di centrali proprietarie. La seconda è la gestione e manutenzione di impianti di generazione non solo di proprietà ma anche di terzi (oggi gestiamo un parco impianti da circa 150 MW). Sono impianti di cogenerazione, ma anche a olio vegetale, biogas, fotovoltaici e altro. La terza area di attività, una più recente direzione di sviluppo, è quella dell’efficienza energetica. Dopo la quotazione abbiamo acquisito per 7,5 milioni di euro una delle maggiori Esco (società di servizi energetici) italiane, la Tholos, rafforzando in maniera decisiva le nostre attività nel settore dell’efficienza. Abbiamo anche rilevato una startup specializzata nella gestione ed elaborazione in cloud dei dati di consumo. Oggi abbiamo un software tra i più avanzati per la gestione energetica e non si limita alla gestione degli impianti, ma anche all’ottimizzazione sui mercati elettrici delle energie prodotte al fine di massimizzare la redditività di ogni singolo impianto. Siamo infine una delle 30 aziende che lavorano con Terna al programma di bilanciamento della rete elettrica, un BSP - come vengono chiamate – che dunque contribuisce al funzionamento dell’intero sistema”.
Come mai avete deciso di quotarvi nel 2005? Cosa avete fatto dei 4,7 milioni raccolti sul mercato? E’ stato difficile imparare il linguaggio dei mercati? Da un prezzo di collocamento a 6 euro siete cresciuti fino a 11,85, poi l’impatto della pandemia vi ha portato fino a 5 euro, dunque avete recuperato i 7,5-8,0 euro in questo periodo: come vivete il rapporto con i mercati finanziari?
“Ogni nuova avventura include anche una sfida. Noi prima della quotazione avevamo avuto però l’esperienza di un private equity, quindi in parte eravamo abituati a confrontarci sulla programmazione delle attività, a condividere strategie e business plan. Con l’IPO abbiamo comunque potuto rafforzare la nostra gestione interna. Le risorse raccolte ci hanno rafforzato patrimonialmente, ma i nostri investimenti successivi che hanno generato il raddoppio del fatturato dalla quotazione a oggi sono dovuti anche a diversi altri fattori. Uno dei vantaggi maggiori che abbiamo ottenuto dallo status di società quotata è stato quello dell’autorevolezza. La presenza sul mercato e la trasparenza che impone ci hanno regalato nuovi atout nei confronti di clienti, fornitori, finanziatori e in modo particolare nel dialogo con il mondo bancario. Quanto alle oscillazioni di Borsa, va detto che avendo un flottante limitato al 18% e con gli scambi ridotti tipici del segmento AIM Italia siamo esposti a una certa volatilità. Sono convinto comunque che il valore intrinseco di Elettra sia superiore a quello espresso dalle nostre quotazioni e che una teorica operazione straordinaria ragionerebbe su altri multipli”.
Nel 2020 la pandemia ha generato un terremoto, anche economico, che non si vedeva dalla Seconda Guerra Mondiale, anche il vostro bilancio ne ha risentito. Nel primo semestre i ricavi sono scesi a 24,75 milioni di euro, l’ebitda a 2,78 mln e si è registrata una leggera perdita ante imposte (-80 mila euro). Danni tutto sommato contenuti, che però sono stati accompagnati da manovre finanziarie molto importanti. Avete infatti lanciato un minibond da 10,5 mln, interamente sottoscritto da Unicredit, affiancato da un finanziamento di medio/lungo termine da 11 mln con Garanzia Italia. Le operazioni hanno tagliato al 12,8% l’esposizione diretta verso le banche, ridisegnato e probabilmente alleggerito il vostro profilo patrimoniale e soprattutto vi hanno permesso di confermare un piano di investimenti da 20 milioni di euro. Come è andata?
“L’impatto del Covid, soprattutto nel primo semestre, ha colpito un numero enorme di operatori economici. Noi per fortuna abbiamo potuto mostrare una significativa resilienza grazie alla diversificazione delle nostre attività. I gruppi chimico-farmaceutici che serviamo hanno temporaneamente ridotto personale e produzione, ma in seguito hanno recuperato e hanno comunque sempre continuato a operare. Hanno sofferto di più le reti di teleriscaldamento al servizio di alberghi e centri commerciali, ma con i lockdown era inevitabile. In questo contesto sfidante noi abbiamo reagito difendendo il nostro business e guardando al futuro anche grazie a un piano importante di investimenti. Con le operazioni finanziarie da 21,5 mln definite nel corso del primo semestre abbiamo ottenuto finanza aggiuntiva che prevede un pre ammortamento fino al 2022, quindi tutto il cash flow del 2020 e il 2021 destinato a rafforzare le nostre attività. Abbiamo poi rinegoziato fino al 2030 i contratti con i principali clienti e questo ci permette di investire con fiducia nel revamping/repowering di alcuni impianti collegati a queste forniture. In un 2020 così complicato abbiamo anche firmato 6 MW di nuovi contratti concentrati sulle energie rinnovabili per le imprese: un risultato che sarebbe importante anche in tempi normali. Abbiamo infine anche aperto nuove strade. La nostra 3EGECO è in prima linea sul bonus al 110%: è infatti diventata un general contractor capace di sfruttare pienamente questa nuova opportunità. Si propone di supportare aziende edili e condomini nei lavori di efficientamento energetico, ma anche gestire gli aspetti amministrativi, fiscali, finanziari e assicurativi (abbiamo un accordo con Generali al riguardo). Nelle ultime settimane abbiamo aperto i primi cantieri e siamo molto ottimisti sul prossimo futuro”.