Digital Value punta ad essere un aggregatore nel mercato dell'IT italiano

Nata dall’unione di Italware e ITD Solutions ha debuttato sull’AIM con il nuovo modello dello SPAC in CLOUD



28 Nov 2018 - 10:40

Digital Value ha unito due operatori dell’Information Technology (IT) italiano, Italware e ITD Solutions, con esperienza ultratrentennale e ha creato così una massa critica rilevante che la proietta al ruolo di player primario ed aggregatore del settore”. Carlo Brigada, vicepresidente esecutivo di Digital Value, azionista del gruppo e fondatore di ITD, è orgoglioso del track record delle due società che, nate negli anni Ottanta, hanno deciso di unire le proprie forze e le proprie competenze e quotarsi come un’unica realtà a Piazza Affari.

“Nel 2017 i ricavi pro forma del gruppo hanno superato i 258 milioni di euro con un ebitda di 19,65 milioni e un utile netto di oltre 10,7 milioni. I dati pro forma del primo semestre di quest’anno confermano una crescita dei margini e dei risultati con ricavi oltre i 143 milioni, un ebitda a 14,32 milioni (ebitda margin in crescita dal 7,59 al 9,92%) e un utile netto di 9,21 milioni (margine in crescita dal 4,16 al 6,39%). Contiamo di proseguire con questa crescita, sia in maniera organica, assorbendo anche le figure necessarie a differenziarci ulteriormente sul mercato, che, eventualmente, per linee esterne”.

Il mondo dell’IT è variegato e dinamico, voi esattamente di cosa vi occupate?
“Noi siamo dei system integrator, i nostri clienti ci manifestano le loro necessità e noi troviamo le soluzioni tecnologiche migliori per le loro esigenze. Con oltre duecento dipendenti e 450 certificazioni tecniche operiamo soprattutto nel mercato dei Large Account, grandi imprese con capacità di spesa rilevante e continua (orientativamente con oltre 500 dipendenti Ndr), che dunque ci garantiscono progetti di peso tendenzialmente ogni anno. In termini settoriali si tratta principalmente di Telco e Pubblica Amministrazione, ma annoveriamo tra i nostri clienti nomi consolidati come il Gruppo Poste, Leonardo, CNH ed FCA.

Offriamo soluzioni nel campo dei data center, del networking, del cloud, dei servizi infrastrutturali ed applicativi. Nel settore delle business application abbiamo ottenuto risultati importanti come quello di strutturare l’intero sistema di front-end dei negozi Amplifon nel mondo. In tempi tanto incerti per i mercati e i colossi tecnologici globali, voglio sottolineare invece che il mercato dell’IT nel nostro Paese è atteso in espansione per i prossimi dieci anni. Per quanto ci riguarda sovraperformiamo inoltre il settore con tassi di crescita dei ricavi del 30-40% (2017/2016 valutazioni sui pro forma aggregati)”.

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Lo scorso 8 novembre 2018 Digital Value ha debuttato a Piazza Affari con il nuovo modello della SPAC in Cloud promosso dalla Electa di Simone Strocchi, un decano delle SPAC italiane, che ci racconta come è andata.

“Abbiamo un’esperienza eccezionale nella realizzazione SPAC in Italia, fin dalla Made in Italy 1 che realizzammo e con cui accompagnammo in Borsa con risultati straordinari Sesa nel 2013. Grazie alla curva di apprendimento acquisita da primatisti sviluppando questo modello capace di collegare investitori interessati ad economia reale e PMI eccellenti, abbiamo, ancora per primi, messo a punto ed applicato ulteriori evoluzioni del modello con le prebooking company denominate IPO Challenger, con cui abbiamo semplificato la SPAC “tradizionale”, risolvendo alcuni problemi determinati da rigidità strutturale ed eliminando la fusione tra spac e target . Con IPO Challenger abbiamo organizzato prebook che prevedevano l’assegnazione di bond agli investitori che si potevano convertire, a discrezione dei medesimi, in azioni e warrant direttamente emessi dal target selezionato e negoziato da noi promotori in concomitanza con la sua ammissione a quotazione. Un sistema che abbiamo applicato, portando con successo ad investitori e listino Italian Wine Brands e Pharmanutra, accorciando notevolmente il “time to market” (il tempo intercorrente tra adesione al prebook e l’effettiva partecipazione alla società target efficacemente consegnata a investitori e listino), abbattendolo dalla media di circa 18 mesi delle SPAC tradizionali a 7 mesi nel caso di IWB, ridotti a 3 mesi nel caso di Pharmanutra. Questa si è avvantaggiata del sostegno del fondo IPO Club che nel contempo avevamo lanciato in partnership con Azimut. Con questo modello ci siamo messi al riparo da alcune rigidità e circostanze che hanno determinato una fase di crisi della SPAC tradizionale nell’ultimo anno. Ma non ci siamo fermati: con SPAC in Cloud, che abbiamo sviluppato sulla piattaforma Elite Club Deal di Borsa Italiana insieme ai responsabili di Elite, abbiamo proiettato l’intera operazione “spac like” in una nuova dimensione virtuale, in cui si ritrovano i principali attori dell’operazione, ovvero: promoter, Cornerstone investor, imprese e follow-on investor. Un format che semplifica ulteriormente l’operazione mantenendo gli aspetti più positivi della proposta, elimina le rigidità strutturali e accorcia ancora di più il time to market della target definendo un’alternativa di accesso a capitali e listino che si prefigge di essere aciclica rispetto alle volatilità dei mercati”.

In che senso?

“In pratica il nuovo sistema prevede che i promotori studino e individuino in prima istanza le possibili società potenziali target. Individuata la società target, magari una Elite dai risultati e dalle prospettive promettenti, si costruisce l’operazione “spac like” direttamente intorno alla medesima attraverso l’azione di ciascun player nella veste pre-definita di Promoter, Cornerstone investor e Follow on Investor. Nel caso di Digital Value, noi di Electa abbiamo agito come lead promoter, investendo, a valle di un negoziato con gli imprenditori, direttamente nella società target per finanziarne, a nostro rischio ed offrendo la nostra tutorship, le attività propedeutiche all’apertura a capitali di terzi e all’accesso al listino (due diligence, drafting del documento di ammissione etc). Abbiamo agito in coordinamento con il fondo IPO Club (fondo chiuso “acceleratore di IPO”, realizzato con Azimut) che, nel ruolo di cornestone investor, si è impegnato a coprire il 30% della raccolta (oggi è a circa il 7% di Digital Value Ndr). A quel punto sulla piattaforma tecnologica dedicata di Elite Club Deal nell’ambito del format “spac in cloud”  sono stati  inseriti i vari dati della società e le specifiche dell’operazione, comprese le informazioni su promotori e cornerstone, l’abstract delle due diligence, il documento di ammissione etc. Dopo che i promotori, insieme agli  imprenditori  e al cornestone investor, hanno definito la struttura e assunto l’impegno a coprire una parte consistente della raccolta complessiva necessaria all’operazione, sono entrati  in gioco i follow-on investitor. Allineandosi in piattaforma e condizionatamente all’assenso della stessa società target, hanno potuto accedere a tutte le informazioni e quindi decidere se aderire all’operazione partecipando al pre-book. Raggiunto il target di pre-raccolta per l’operazione, si procede con la richiesta a Borsa di ammissione alla quotazione e si regolano attraverso la sim incaricata le sottoscrizioni di azioni e warrant in concomitanza con l’avvio sul mercato di riferimento. Il format “spac in cloud” è aperto a chiunque voglia realizzare un’operazione similare (società, promotori, cornerstone investor) e rende fruibile una  procedura  che si sviluppa off-line nella fase preparatoria, per proporsi on-line nella fase conclusiva che, per le sue caratteristiche, potrebbe essere definita aciclica, come dimostrato con la sua applicazione a  Digital Value che ha facilitato l’adesione di investitori per circa  22,5 milioni di euro in pochi giorni  con positivo accoglimento di mercato.

Avete anche previsto meccanismi di sottoscrizione di un impegno forte a consegnare risultati di crescita agli azionisti imprenditori. Come funzionano le price adjustment share?

“Oggi il capitale di Digital Value è composto da un totale di circa 9 milioni di azioni, suddivise in circa 6,3 milioni di azioni ordinarie, 48 mila azioni speciali e circa 2,67 milioni di price adjustment share (PAS). Queste ultime erano azioni già esistenti detenute dai soci fondatori (aggregati in Digital Value Holding, controllata da Massimo Rossi, che è socio di maggioranza e presidente di Digital Value , già proprietario di Italware, e significativamente partecipata da Carlo Brigada, Vicepresidente di Digital Value e dai suoi soci storici di ITD). Gli imprenditori hanno accettato la nostra richiesta di convertire, prima dell’apertura del capitale ad investitori terzi e al mercato, 2,67 milioni di azioni in azioni di categoria diversa a servizio di un meccanismo di tutela del “value per share” delle azioni ordinarie proposte ad investitori e mercato. Le PAS non sono trasferibili, possono ottenere eventuali dividendi e godono del diritto di voto in assemblea. Soprattutto sono ri-convertibili in azioni ordinarie condizionatamente al raggiungimento di determinati obiettivi di crescita di marginalità ed evoluzione virtuosa della PFN, rappresentando cosi un formidabile meccanismo di protezione del “value per share” delle azioni trattate sul mercato. Segnatamente, la conversione in ordinarie delle PAS Digital Value scatterà per metà (circa 1,3 milioni di titoli) al raggiungimento di un ebitda 2018 da 22,6 milioni di euro a condizione che siano riscontrate disponibilità liquide da almeno 15 milioni. La conversione di PAS in ordinarie è correlata al rapporto tra l’ebitda 2017 e la crescita target 2018, definendo la crescita come la differenza tra Ebitda 2018 ed euro 19,46 mln e ponendo la crescita target 2018 a 3,254 mln (ebitda target 2018-19,346 mln). Se l’ebitda 2018 sarà inferiore ai 19,346 mln le PAS si azzereranno, mentre se superiore all’ebitda target 2018 la ri-conversione in azioni ordinarie sarà di uno a uno. Le altre 1,33 milioni di azioni circa sono collegate al target 2019 di 25,6 mln in termini di ebitda e di disponibilità liquide da almeno 21 milioni. Sostanzialmente meglio farà la Società, più si confermeranno le posizioni di investimento in azioni ordinarie dei soci imprenditori di Digital Value, che si sono impegnati a sostenerla dall’inizio e che indicano così un significativo livello di confidenza nella capacità di raggiungere gli obiettivi di incremento di marginalità”.


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