Digital Magics, protagonisti del Made in Italy digitale

Intervista all’amministratore delegato Marco Gay



16 Mag 2018 - 10:30

“Siamo il più grande hub nell’innovazione tecnologica in Italia. L’obiettivo di Digital Magics è quello di intercettare i migliori talenti e aiutarli a diventare imprenditori e aziende di successo. Siamo un incubatore certificato che contribuisce alla nascita di startup e le affianca nelle prime fasi dello sviluppo. Quando crediamo in un’idea imprenditoriale, diventiamo dei soci capaci di supportare il suo sviluppo grazie all’esperienza ultradecennale del nostro team, per aiutarla a diventare un’impresa di successo, economia reale che produce crescita e posti di lavoro. Nell’ecosistema dell’innovazione vince chi riesce a sviluppare prima il prodotto giusto, non la buona idea nel cassetto. La nostra posizione ci ha consentito lo scorso anno di vagliare quasi 1.500 progetti”.  Marco Gay, amministratore delegato e socio di Digital Magics, è da sempre un imprenditore della digital economy e fa parte di quel gruppo di manager che cerca di dirigere le migliori risorse dell’innovazione tecnologica italiana verso progetti d’impresa.

Come è nata Digital Magics?

“La società è nata nel 2004 da un’idea dei soci fondatori Enrico Gasperini (prematuramente scomparso nel 2015), Alberto Fioravanti, Gabriele Gresta e Gabriele Ronchini. Da allora ha avviato un percorso di crescita che nel 2013 è approdato alla quotazione sull’AIM di Borsa Italiana, una vetrina importante per chi come noi vuole attrarre l’attenzione degli investitori che credono nelle opportunità del nostro Paese. Risalgono al 2015 i due accordi strategici con Talent Garden e Tamburi Investment Partners. Talent Garden, di cui siamo soci al 18,72%, è una grande rete di coworking che incrocia le esperienze di circa 3.500 professionisti del digitale in 23 sedi in Europa: a loro offre infrastrutture, competenze, formazione e contaminazione creativa.
TIP è un grande investitore italiano, presente anche in Talent Garden, che è diventato il nostro primo azionista con una quota del 23% circa tramite la controllata StarTIP, veicolo che ha a disposizione risorse finanziarie fino a 100 milioni di euro per l'innovazione.
Nel 2015 Digital Magics ha chiuso inoltre un aumento di capitale da oltre 4,9 milioni e ha visto il mio ingresso nel gruppo. Successivamente abbiamo stretto anche un’alleanza con il fondo di venture capital Innogest SGR (che ci ha permesso di diventare il primo socio dell’acceleratore seed Withfounders) e con il gruppo di Danilo Iervolino (Università Telematica Pegaso e Universitas Mercatorum), entrambi entrati nel nostro capitale. Oggi abbiamo 59 partecipazioni attive e 6 sedi in tutto il territorio nazionale che cresceranno grazie all’ultimo accordo con iStarter per l’apertura a Torino e a Londra, che ci proietta anche all’estero.
Puntiamo a sviluppare il digitale “Made in Italy”, perché riteniamo che la nostra tradizione industriale, dal fashion, al food, dalla meccanica alla meccatronica, sia basata sull’innovazione. I tanti giovani preparati e capaci che incontriamo ci fanno credere in grandi opportunità per il futuro”.

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Nel 2017 avete ceduto le quote in ProfumeriaWeb e Building App, investito in altre 19 società, raccolto nuove risorse e svalutato partecipazioni non più allineate ai ritorni attesi (con un impatto sui risultati): vi state concentrando sulle attività più promettenti?

“Sì, nel nostro settore è necessario mantenere un’elevata qualità del portafoglio e selezionare le migliori startup. Nonostante la perdita del 2017, Digital Magics ha una posizione finanziaria attiva per 2,43 milioni e un patrimonio che sfiora i 19 milioni di euro: abbiamo le risorse e il sostegno necessari a sviluppare i nostri progetti. Di recente abbiamo anche proposto l’emissione di warrant gratuiti per chi investe nelle nostre partecipate durante la prima fase (early-stage). Abbiamo calcolato una raccolta di oltre 50 milioni di euro tra il 2011 e il 2017 per le nostre startup. Lo scorso anno le 39 partecipazioni operative già in portafoglio a fine 2016 hanno realizzato un giro d’affari aggregato di 33,3 milioni di euro in crescita del 43%. Sono risultati che ci incoraggiano”.

Nel vostro portafoglio si trovano i temi più caldi dell’innovazione tecnologica contemporanea, dal Fintech a Internet delle Cose, dall’Industria 4.0 all’energytech: in quali settori scorgete le maggiori opportunità? In quali siete presenti?

“La tecnologia sta rivoluzionando anche il mondo della finanza e noi siamo partner di primo piano dei maggiori operatori finanziari italiani in Magic Wand, il primo programma italiano d’accelerazione specifico per i settori del Fintech e dell’Insurtech.
Pensiamo che la svolta tecnologica dell’Industria 4.0, dopo il cambiamento di impianti, attrezzature e processi che oggi nascono già con l’obiettivo dell’interconnessione, regali grandi opportunità che ci consentiranno di portare l’innovazione nelle aziende tradizionali.
Internet delle Cose, ossia la connessione degli oggetti del nostro quotidiano con tutta la nuova sensoristica che comporta, rappresenta un’altra strada che vogliamo percorrere con decisione. La nostra partecipata Almadom.us ha sviluppato un dispositivo, domoki, che ambisce ad essere il cervello energetico di case e aziende coordinando tutti i sistemi necessari per le regolazioni in questo campo. Nel campo dell’Intelligenza Artificiale, la nostra startup innovativa nCore riesce a gestire informazioni raccolte tramite form, questionari o video interviste e fornendo valutazioni preziose per le imprese. Con la nostra quota in SmartIsland lavoriamo nel campo della tecnologia agricola con un sistema capace di monitorare lo stato di salute delle coltivazioni tramite l’impiego di fotocamere multispettrali. In tempi non sospetti abbiamo investito in un progetto che oggi è diventato HyperloopTT, un treno supersonico da 1.200 chilometri orari che potrebbe cambiare lo scenario della mobilità”.

 


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