Digital360, mediatori dell’innovazione

L’ad Rangone racconta la PMI che punta sull’offerta B2B



13 Ott 2017 - 10:27

La trasformazione digitale dell’impresa e della pubblica amministrazione, la circolazione delle idee e delle tecnologie sono da tempo una necessità imperativa del Bel Paese, ma c’è chi ha scoperto questa esigenza già venti anni fa, ne ha fatto un’idea imprenditoriale e un progetto in evoluzione.

Andrea Rangone, amministratore delegato e co-fondatore della matricola dell’AIM Digital360, venti anni fa lanciava gli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano. “Compresi allora che le imprese, di qualsiasi dimensione e settore, dovevano capire bene l’importanza strategica dell’innovazione digitale, di tutte le molteplici soluzioni che le nuove tecnologie digitali mettevano loro a disposizione (da quelle più tradizionali, quali erp e crm, a quelle più avanzate, quale internet delle cose e blockchain). Servivano allora - e servono tuttora - conoscenze e competenze specifiche”.

Rangone

Come è cominciato tutto e come si è evoluto il progetto che ha portato a Digital360?

“Dapprima abbiamo avviato la produzione di contenuti (portali, riviste, white paper) dedicati a spiegare la trasformazione digitale alle imprese e alle pubbliche amministrazioni. Pian piano abbiamo allargato il perimetro delle nostre attività ad eventi, servizi e alla consulenza, sempre rivolti a spiegare l’innovazione digitale. In 5 anni abbiamo portato il nostro fatturato da 1,3 a 12,8 milioni di euro, anche grazie ad acquisizioni che hanno inserito nel gruppo nuove competenze e nuove prospettive”.

Come funziona oggi Digital360? Cosa fate?
“Noi svolgiamo un ruolo di “intermediari” tra le imprese e le pubbliche amministrazioni che vogliono innovarsi attraverso le soluzioni digitali e i fornitori specializzati in queste soluzioni. Il fulcro del nostro modello di business è la nostra “MatchMaking Platform” che rappresenta il luogo di incontro fra le varie esigenze e si fonda su quattro pilastri”.

Quali sono?
“Il primo pilastro è dato dai contenuti. Siamo editori di diverse testate online specializzate che spiegano le nuove tecnologie alle imprese e alle pubbliche amministrazioni, pubblichiamo circa 1.300 articoli al mese, cito Digital4Executive, Cor.Com, Agenda Digitale, EconomyUp, ZeroUno. Ma questa è solo la prima fase. Il secondo pilastro è rappresentato da centinaia di eventi e webinar che organizziamo e di whitepaper che diffondiamo, con l’intento di spiegare bene i principali ambiti di trasformazione digitale - dall’Industria 4.0 all’Internet delle Cose. L’accesso a questi servizi ci permette, dietro consenso informato, di apprendere quali sono gli orientamenti degli utenti specifici e, se rileviamo un interesse concreto, si passa al terzo pilastro. Un contact center specializzato contatta l’utente e verifica se è interessato ad approfondire il tema, anche attraverso un incontro con uno o più vendor in grado di soddisfare le sue specifiche esigenze”.

E il quarto pilastro?
“Spesso l’imprenditore o il manager non hanno ben chiare le proprie esigenze o le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie. In tal caso per loro può essere utile un vero e proprio servizio di consulenza (advisory) che offriamo tramite un team di oltre 40 professionisti specializzati nella trasformazione digitale”.

Digital 360

Come siete arrivati a una piattaforma così articolata?
“Per gradi: dall’approccio ai media, siamo passati alla community, agli eventi, alla lead generation. Poi ci siamo accorti che le aziende a volte volevano una mano e abbiamo sviluppato l’advisory. Il fatturato intanto cresceva e abbiamo deciso di espanderci. Abbiamo integrato nel nostro cammino  la romana FPA, organizzatrice di Forum PA, grande evento annuale dedicato all’innovazione della PA, che ha potenziato enormemente le nostre competenze e la nostra offerta per le pubbliche amministrazioni. Abbiamo quindi acquisito Next Editore, nota per la testata ZeroUno, rivolta da sempre ai Chief Information Officer. Allargando di volta in volta il nostro perimetro ci accorgevamo però che era proprio l’integrazione dei vari servizi che offriamo a creare valore”.

Come siete arrivati alla decisione di quotarvi su AIM Italia?
“Per finanziare la crescita avevamo acceso un po’ di debito, il fatturato intanto cresceva e capivamo che potevamo crescere ancora di più, ma per farlo sentivamo il bisogno di un rafforzamento patrimoniale. Le nuove dinamiche di successo dell’AIM (spinte anche dai PIR) e la possibilità di attrarre investitori grazie alla qualifica di PMI Innovativa (che garantisce un sostanzioso incentivo fiscale) ci hanno spinto in questa direzione. Ci sentivamo d’altronde troppo piccoli per il private equity e troppo grandi per il venture capital. Avevamo valutato anche l’opzione di emissione di minibond, ma l’allargamento del capitale ci è sembrato alla fine la via migliore. Anche perché abbiamo potuto emettere, in concomitanza con la quotazione, un prestito obbligazionario convertibile a cinque anni che ci ha fornito ulteriori risorse. Alla fine tra 4 milioni di euro di IPO, un altro mezzo milione circa di greenshoe e un POC per 2 milioni di euro, abbiamo raccolto risorse per circa 6,5 milioni di euro”.

Come impiegherete questi proventi?
“La crescita del gruppo seguirà due binari. Da un lato investiremo ancora in tecnologia, abbiamo già una piattaforma evoluta che ci consente di gestire i vari servizi che offriamo, ma vogliamo fare molto di più, perché abbiamo già sperimentato la potenza dell’innovazione nel nostro settore. L’altra direttiva sarà quella della crescita per linee esterne, con l’acquisizione di altre imprese, complementari a noi per competenze e servizi. Ne abbiamo già diverse sott’occhio e forse, incrociando le dita, finalizzeremo qualcosa già a breve”.

Digital360 incrocia l’offerta di contenuti da parte dei siti giornalistici e l’offerta di servizi da parte dei vendor: non c’è il rischio di un’informazione orientata da esigenze commerciali?
“No, perché noi partiamo dall’utente, e sono le sue esigenze e i suoi interessi che guidano tutto il processo e i nostri servizi. Certo, tra le informazioni che forniamo all’utente ci sono anche quelle relative ai vari fornitori di innovazione digitale, per i quali organizziamo eventi e distribuiamo white paper, ma tutto avviene in modo trasparente, con l’unico obiettivo di fornire un reale contenuto di conoscenza, utile a chi deve prendere decisioni sull’innovazione digitale”.

 


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