Casta Diva, comunicazione enterprise con stile
Il presidente e Ad De Micheli ci racconta risultati e prospettive della società, anche alla luce dell’ultima acquisizione
FTA Online News, 27 Apr 2022 - 17:34
“Casta Diva è una società di comunicazione al servizio di aziende, soprattutto large corporation, con un lato anche B2C offerto dal Blue Note, celebre jazz club milanese di levatura europea. Comunichiamo iniziative e prodotti di clienti di primario standing con un’offerta a 360 gradi che spazia dagli eventi alle campagne pubblicitarie, dagli spot al digitale. Abilitiamo le imprese nel rapporto con stakeholder e consumatori facendo leva su tre caratteristiche peculiari della nostra impresa: un’offerta completa multicanale e diversificata basata sul presidio di tutti i servizi da parte di manager e società specializzate; un’internazionalizzazione avviata già nel 2005 e capace di realizzare quasi un terzo del nostro giro d’affari nel 2019; un rapporto diretto con il mercato dei capitali tramite la quotazione. Quest’ultimo aspetto ci contraddistingue da quasi tutte le società del settore e ci consente di ambire al ruolo di aggregatore in un settore per molti versi ancora molto frammentato”. Andrea De Micheli, presidente, amministratore delegato e socio di riferimento di Casta Diva tramite Reload, racconta l’attività multiforme del gruppo che guida, ma soprattutto traccia un percorso fatto di risultati raggiunti e di opportunità per il futuro.
La quotazione di Casta Diva è avvenuta nel 2016 con il reverse takeover di Blue Note, la società era già quotata, ma è diventata qualcosa di più di un veicolo di quotazione…
“Inizialmente abbiamo pensato che il Blue Note potesse essere principalmente lo strumento per un rapido accesso al mercato dei capitali, ma poi abbiamo scoperto e rilanciato un’attività che ora arricchisce la nostra offerta di eventi business e il valore per gli azionisti.
Al contempo la decisione di quotarci ci ha dato autorevolezza e un vantaggio competitivo nel dialogo con banche, grandi clienti, fornitori e in generale con tutti gli stakeholder.
Le dimensioni contano nel nostro settore: la diversificazione ci ha consentito di sviluppare economie di scala. Il cross-selling di servizi, per esempio tra eventi e audiovisivi o tra eventi/audiovisivi e proposta musicale, genera valore. La qualità che abbiamo dimostrato nelle nostre produzioni, super premiate in Italia e all’estero, ci permette inoltre di godere di un prestigio ampliabile a tutta la nostra offerta, di affermare il nostro stile.
La crescita ci avvantaggia poi sulle forniture e ci permette di sfruttare la leva operativa ottimizzando l’impiego delle risorse. La trasparenza che lo stesso status di quotata ci impone rappresenta un’opportunità, che sfruttiamo al meglio grazie a collaboratori di elevato profilo tra i manager e anche tra i tre consiglieri indipendenti del nostro CdA (un numero assai più elevato dell’unico richiesto dalle regole dell’EGM, ndr)”.
Come tutta l’economia italiana e in particolare il vostro settore, avete subito l’impatto del Covid, ma già i dati del primo semestre 2021, pubblicati a settembre, indicano un balzo del valore della produzione da 6,6 a 10,2 milioni di euro e perdite semestrali dimezzate a 0,9 milioni. La patrimonializzazione è solida, con un patrimonio netto da 5,6 milioni e una PFN da 2,9 milioni. Avete anche rilevato Genius Progetti che vi ha portato nel mondo dei luxury goods e state sviluppando il nuovo e contiguo business dell’intrattenimento. A dicembre, infine, avete pubblicato il piano industriale al 2023: stimate un ritorno nell’anno appena trascorso a un ebitda positivo e un balzo del valore della produzione a 49,8 mln nel 2023 con un ebitda da 4,7 mln. In definitiva: come è andata con il Covid e come ne state venendo fuori?
“Siamo arrivati per fortuna al Covid con una massa critica importante, reduci da 15 anni di crescita a due cifre: il nostro CAGR tra 2005 e 2019 è stato del 17%, ma come tutti i nostri concorrenti abbiamo subito degli impatti, anche se inferiori al mercato. Nel 2019 eravamo fra i primi cinque leader su eventi e spot; nel 2020 il calo medio del mercato, come testimoniato dalle ricerche di Astra commissionate dal Club degli Eventi, è stato del 71%, il nostro del 50%. Per 6-7 mesi abbiamo dovuto chiudere il Blue Note, nel 2020, e l’anno scorso abbiamo visto una ripartenza a singhiozzo, fra ristorazione e musica che stentavano a ingranare, a causa degli stop&go di ogni DPCM, anche se poi sono arrivati almeno i ristori del governo a coprire in parte le perdite subite.
Ci siamo rimboccati da subito le maniche, per esempio con un nuovo evento live in streaming l’8 maggio 2020, appena fu possibile farlo: è stato un concerto di Paolo Fresu con partnership di peso come Huawei e Croce Rossa, che ha avuto un forte valore simbolico ed è stato trasmesso in 12 Paesi. La partnership con Genius, che è diventata un’acquisizione del 90% con opzioni sul resto, ci porta in casa più di 20 milioni di fatturato e 2,3 milioni di cassa al netto della gestione del circolante. L’equity value dell’operazione da circa 5,2 milioni per il 90% ci regala un nuovo posizionamento nella comunicazione del settore luxury goods e in particolare nel suo ramo automotive. Si aggiunge ai nostri consolidati rapporti con settori come i consumer goods, la telefonia o la finanza.
Abbiamo avviato anche le attività nel settore dell’intrattenimento con ottimi risultati grazie all’esperienza dell’autore/produttore Massimo Righini. La vittoria di un Nastro d’Argento con il documentario sulla vita di Valentina Cortese ci inorgoglisce (il titolo neanche a dirlo è DIVA! Ndr).
D’altronde la nostra strategia dichiarata prevede una crescita organica e per linee esterne.
L’M&A potrà avvantaggiarsi anche della recente decisione di adottare il voto plurimo che ci consentirà di favorire anche dei merger carta contro carta, rilanciando ulteriormente il nostro ruolo di aggregatore.
Confermiamo sostanzialmente i target del nuovo piano industriale, anche se torneremo sul business plan per integrarlo con gli effetti dell’acquisizione di Genius. Alla luce dell’attuale contesto sfidante ci conserviamo dunque cautamente ottimisti”.