Acquazzurra, bartering d’alta gamma a Piazza Affari

Il fondatore Giancarlo Riva ci racconta sfide e opportunità della società milanese



FTA Online News, 17 Ago 2022 - 10:19
Acquazzurra è nata dall’idea di applicare i modelli di successo del bartering anche alla fascia di mercato dei prodotti premium e dei servizi d’eccellenza. Io e mia moglie, co-founder della società, avevamo già maturato una grande esperienza nel mondo pubblicitario, così abbiamo deciso di fondare la società a Milano nel 2004. Abbiamo dovuto affrontare diverse sfide: in questo settore bisogna confrontarsi con una pluralità di soggetti e solo un accordo condiviso sblocca le operazioni. Bisogna accordarsi sui modi e sui valori con i concessionari pubblicitari, i media e gli editori, con le aziende inserzioniste e venditrici di prodotti e servizi, che spesso vincolano l’impegno a un certo trattamento pubblicitario o alla qualità della vendita e della distribuzione. Nel mezzo ci siamo noi, che ovviamente intermediamo in questo scambio di servizi pubblicitari con merci o servizi, ricavando i nostri margini”. Giancarlo Riva, presidente, amministratore delegato e socio di riferimento con la moglie Giovanna Pinto di Acquazzurra ha portato lo scorso maggio 2021 a Piazza Affari la società milanese. Da allora ha continuato a consolidare un modello di business in rapida evoluzione e oggi ci racconta sfide e opportunità del prossimo futuro.

“Oggi Acquazzurra – ci spiega - conta oltre 200 inserzionisti, si serve di una superficie espositiva di 1.200 metri quadrati e opera con successo sia nel B2B, che nel B2C, commercializzando prodotti di alta gamma dell’arredamento, del lifestyle, della tecnologia, del food & wine e dell’automotive. Circa un terzo del fatturato viene dell’estero, dove contiamo di replicare i nostri modelli di successo. 
Il nostro punto vendita esclusivo AClub conta 11.700 iscrizioni (giornalisti, dipendenti, agenti di case editrici), un numero che ci permette di preservare il carattere di esclusività e ricercatezza della nostra offerta. 
La vendita al dettaglio copre oltre un quinto del nostro business, mentre all’ingrosso affrontiamo altre sfide. 
Un enorme vantaggio competitivo sono le nostre persone e le nostre competenze. Al centro delle operazioni di bartering ci sono infatti i nostri account, esperti ciascuno in una specifica categoria merceologica grazie ad anni di esperienza. In settori essenziali per noi, come il wine & food o la gioielleria o il fashion, fanno la differenza. Una delle ragioni della quotazione è stata proprio la volontà di puntare ancora su personale altamente qualificato. Non solo account, ma anche sales manager per rafforzare la rete di acquirenti esteri ed esperti di web marketing per consolidare l’e-commerce”.



Come mai la decisione di quotarvi a Piazza Affari nel maggio 2021? Cosa avete fatto dei circa 2 milioni di euro raccolti per il 22,5% del capitale?

“Alla quotazione pensavamo già dal 2019, ma lo scoppio della pandemia ha congelato l’operazione. Nel frattempo abbiamo lavorato intensamente con l’Euronext Growth Advisor, gli advisor e tutti i soggetti con cui si interfaccia una società che si appresta ad aprire il capitale. È stato sfidante e costruttivo apprendere il linguaggio dei mercati, ma pensiamo che gli investitori abbiano compreso la nostra proposta di valore, viste le ottime performance di Borsa con il corso passato dai 3,5 euro del prezzo di collocamento a oltre 12 euro. 
Noi abbiamo comunque inviato segnali di fiducia agli investitori con un’operazione tutta in aumento di capitale e clausole di lock-up a 36 mesi
Abbiamo anche ottenuto la fiducia di investitori professionali come AcomeA SGR, che ha più del 5% del capitale della società.
La raccolta delle risorse sul mercato è stata importante per consolidarci e dare un boost ai nostri piani di crescita, ma non nasceva da un bisogno di risorse, quanto dalla volontà di accelerare con le nostre strategie di sviluppo e di guadagnare l’autorevolezza e la credibilità tipiche di una società quotata. Questo ci consente di avere una maggiore visibilità e un miglior approccio al mercato”.

Nel 2021 avete registrato una crescita del 55% del valore della produzione a 18,98 milioni di euro. L’ebitda si è portato a 0,88 mln e avete chiuso l’esercizio con un patrimonio netto da 4,43 milioni di euro e una PFN positiva per 960 mila euro, entrambi sostenuti dai proventi dell’IPO. Come è andata e che prospettive avete alla luce dell’attuale sfidante contesto economico europeo e mondiale?

“Siamo molto soddisfatti delle performance che abbiamo raggiunto l’anno scorso, ma è stato un anno di transizione, come i primi mesi del 2022. 
Soltanto adesso abbiamo raggiunto su più fronti il posizionamento corretto in vista della crescita che progettiamo da tempo. La prima parte del 2021 ci ha impegnati sul fronte della quotazione; successivamente abbiamo iniziato a fare quello che avevamo promesso: la ricerca del personale specializzato, gli investimenti in logistica e in IT. 
Lo scorso giugno abbiamo completato l’acquisizione di un magazzino di circa 1.200 mq, oltre che un piazzale di circa 750 mq, che si aggiungono ai già esistenti 1.200 mq dei nostri spazi espositivi: sarà una leva eccezionale al servizio dello showroom AClub e per il potenziamento dell’e-commerce. 
Stiamo cambiando tutto il software aziendale e abbiamo già assunto nuove risorse specializzate
Consolidato il nostro modello in Italia, puntiamo a replicarlo all’estero, adesso riteniamo di poterlo fare. 
Non escludiamo piccole acquisizioni mirate in Italia per supportare la crescita. Confermiamo in definitiva gli obiettivi di crescita organica e per linee esterne. 
Il contesto generale dei mercati e dell’economia è senza dubbio sfidante, sono cresciuti notevolmente i prezzi di listino e si registra una perdurante inflazione dei costi energetici. Il nostro modello di business rivolto a clientela di fascia elevata ha un carattere spiccatamente anticiclico e riteniamo che possano concretizzarsi nuove opportunità nonostante il contesto. Già in passato lo abbiamo visto in occasione delle crisi del 2008 e del 2012, dalle quali siamo usciti più forti di prima. Ovviamente speriamo che i timori di recessione non si concretizzino, ma guardiamo in ogni caso serenamente al prossimo futuro, forti di un modello di business che abbiamo consolidato e che ora potrà dimostrare il proprio valore”.


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