Finanza sostenibile e rinnovabili: a che punto siamo?

Dagli ultimi dati sugli investimenti mondiali nelle rinnovabili emergono luci e ombre di un settore in espansione che fatica a trovare nuovi finanziamenti



Forum per la Finanza Sostenibile, 09 Mar 2017 - 13:00

Il settore delle energie rinnovabili ha conosciuto un notevole sviluppo negli ultimi anni. Come approfondito anche nel manuale Finanza sostenibile e cambiamento climatico elaborato dal  Forum per la Finanza Sostenibile,[1] tra i fattori che hanno favorito tale successo rientra l’abbassamento dei costi. Questo fenomeno, tuttavia, non è privo di conseguenze sulla capacità del settore di attrarre nuovi investimenti.

A tal proposito, Bloomberg New Energy Finance ha rilevato che nel corso del 2016 a livello globale sono stati investiti 287,5 miliardi di dollari in energie rinnovabili, cifra che corrisponde a un calo del 18% rispetto ai 328 miliardi dell’anno precedente. La società d’analisi ha sottolineato come uno dei principali elementi che hanno inciso su questo decremento consiste proprio nel drastico abbassamento dei costi delle tecnologie rinnovabili.

Ed è proprio qui che si cela quello che l’Economist ha definito il "dirty secret" delle energie cosiddette "pulite".[2] Trainata anche dai generosi sussidi elargiti dai governi – ha spiegato l’autorevole rivista britannica – la diffusione delle rinnovabili spinge al ribasso i costi di tutte le fonti energetiche, comprimendo dunque i rendimenti: in questo modo, il settore diventa meno appetibile per gli investitori. Il processo di decarbonizzazione rischia così di finire in un vicolo cieco, se si pensa che nel 2014 l’International Energy Agency (IEA) stimava a 20.000 miliardi di dollari l’ammontare di investimenti infrastrutturali necessari per completare il passaggio alle rinnovabili entro il 2035.

A tal proposito è significativa la frenata di due mercati che hanno fatto da traino negli anni scorsi: Cina e Giappone. Nel 2016 Pechino ha infatti investito in rinnovabili "soltanto" 88,2 miliardi – il 26% in meno rispetto alla cifra record di 119,1 miliardi del 2015. Per quanto riguarda Tokyo, i 22,8 miliardi investiti segnano un calo del 43% rispetto all’anno precedente.

Volgendo lo sguardo Oltreoceano, negli Stati Uniti nel 2016 gli investimenti si sono ridotti del 7% arrivando a quota 58,8 miliardi, mentre sul futuro del mercato incombe la nuova linea in tema di politiche ambientali del Presidente Donald Trump. Tuttavia, secondo diversi analisti e gestori interpellati dal Wall Street Journal,[3] il processo di decarbonizzazione sarebbe ormai inarrestabile, poiché le società operative nel settore dei combustibili fossili stanno inanellando performance sempre più negative. Questo fenomeno è dovuto sia ai minori costi associati all’estrazione di fonti alternative, sia al crollo dei prezzi delle energie tradizionali.

Il Vecchio Continente, invece, ha registrato nel 2016 una crescita degli investimenti in rinnovabili del 3% per 71,2 miliardi complessivi. Tale progressione è spinta soprattutto dall’eolico e, in particolare, dal progetto onshore più grande di sempre: il parco da 1,3 miliardi di Fosen, in Norvegia.
Guardando all’Italia, è stata rilevata un’accelerazione del mercato, che ha segnato un +11% per un totale di 2,3 miliardi di investimenti. Inoltre, secondo i dati dell'"Osservatorio banche e green economy" coordinato dall’ABI, tra il 2007 e il 2014 (gli anni maggiormente segnati dalla crisi economica globale) le banche italiane hanno erogato 27 miliardi di euro di prestiti a sostegno dei progetti di produzione di energia da fonti rinnovabili. Di questi, circa 18 miliardi sono stati destinati al finanziamento di progetti per il solare fotovoltaico.

Dai dati sopra citati emerge un quadro a luci e ombre, dove l’incessante avanzata delle rinnovabili ha dimostrato di porre al mercato energetico delle sfide complesse. Nei prossimi anni i governi e gli operatori del settore saranno chiamati a trovare soluzioni in grado di conciliare gli aspetti positivi del calo dei prezzi delle energie rinnovabili – su tutti quello di renderle più appetibili rispetto alle fonti fossili – con gli effetti più problematici di tale fenomeno, connessi alle difficoltà di attrarre nuovi capitali.

[1] Il manuale, disponibile sul sito Internet ufficiale del Forum per la Finanza Sostenibile (FFS), contiene i risultati del Gruppo di Lavoro sul tema avviato dal FFS nel 2016 in collaborazione con ABI e ANIA.

[2] "Clean energy’s dirty secret", The Economist, 25 febbraio – 3 marzo 2017.

[3] Maxey, Daisy, 2017 "Trump Policies Unlikely to End Sustainable-Investing Trend", The Wall Street Journal (Versione online), 6 febbraio 2017.

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