Pirelli, la sostenibilità integrata del gruppo viene da lontano

La società della Bicocca ha sviluppato il confronto con gli stakeholder su tutti i fronti



FTA Online News, Milano, 28 Giu 2019 - 11:16

La storia di Pirelli s’intreccia dalle origini con quella dello pneumatico. Fondata nel 1872 da Giovanni Battista Pirelli con l’obiettivo di produrre articoli in gomma, già nel 1894 la società lanciò il primo pneumatico per velocipedi. Lo pneumatico nacque solo nel 1887: l’invenzione è attribuita allo scozzese John Dunlop che sviluppò una ruota in legno con fogli di gomma gonfiati d’aria per il triciclo del figlio. Il successo delle applicazioni per le bici fu rapido. L’auto nasceva in quegli anni e la prima autovettura con motore a scoppio è considerata la Benz Patent Motorwagen (Velociped) del tedesco Karl Benz. L’idea di pneumatico per automobili era dunque agli albori quando anche in Italia furono prodotte le prime "ruote di gomma". L’ingegnere Pirelli era all’avanguardia e la tecnologia della vulcanizzazione, che eliminava l’ipersensibilità del caucciù agli sbalzi termici, era relativamente nuova.
La Pirelli impiegò da subito la gomma in diversi settori, dai cavi agli pneumatici, e dopo qualche difficoltà iniziale si affermò anche grazie a diverse commesse pubbliche. A inizio novecento l’espansione all’estero: in Spagna, in Gran Bretagna, in Argentina soltanto nei primi venti anni del XIX secolo. Fu assegnata a Pirelli dallo Stato italiano la realizzazione della prima rete di cavi telegrafici sottomarini tra l'Italia e le sue isole negli anni ’80 dell’Ottocento. Sullo sfondo si percepisce la trasformazione profonda che ha traghettato un’epoca in un mondo assai più simile al nostro.
Il debutto di Pirelli alla Borsa di Milano è del 1922, il suo primo pneumatico per motocicletta del 1899, quello per automobile del 1901.

Al 1906 risale l’apertura dell’impianto alla Bicocca, il quartiere di Milano che ancora oggi identifica il gruppo. In seguito vennero le due guerre mondiali, il dopoguerra e le sfide anche tecnologiche dell’industria. Fra gli anni Settanta e Ottanta fu anche sperimentata un’integrazione con Dunlop che fu in seguito sciolta e nei primi anni Novanta si lavorò senza successo all’integrazione della tedesca Continental. Gli anni Duemila registrarono una profonda riorganizzazione con l’acquisizione (fino al 2007) di una quota di peso in Telecom Italia, quindi con la vendita a Goldman Sachs nel 2005 del business storico dei cavi: diventerà Prysmian, una protagonista mondiale del settore. Nel 2010 saranno scorporate le principali attività immobiliari concentrate in Prelios. Nel 2015 i soci di Pirelli Camfin, LTI e Coinv hanno siglato una partnership con il colosso cinese della chimica ChemChina che è diventato il socio di riferimento e ha appoggiato il delisting dalla Borsa di Milano dove il gruppo sarebbe tornato nell’ottobre del 2018, dopo lo scorporo della divisione specializzata negli pneumatici per mezzi pesanti come camion e autobus. Dal 1992 l’amministratore delegato del gruppo Pirelli è Marco Tronchetti Provera.

Nel 2018 il gruppo ha registrato un incremento organico dei ricavi del 3,7% a 5,19 miliardi di euro circa. L’utile netto ha fatto un balzo del 152% a 442,4 milioni di euro. A fine anno la posizione finanziaria netta era negativa per 3,18 miliardi di euro e il patrimonio netto ammontava a 4,55 miliardi di euro. Pirelli ha una struttura produttiva articolata su 19 stabilimenti in 12 Paesi e in 4 continenti.

LA SOSTENIBILITA’ DI PIRELLI


L’impegno di Pirelli sul fronte della sostenibilità è di lunga data e il gruppo ha presentato nel 2018 un bilancio integrato del quale si possono riassumere solo in piccola parte le direttive principali in materia di responsabilità sociale d’impresa.
Lo scorso anno la società della Bicocca ha ottenuto un importante riconoscimento ed è stata dichiarata Leader di Sostenibilità nel settore Automobiles & Components degli indici Dow Jones World e Europe nell’ambito della revisione degli indici Dow Jones Sustainability. Pirelli ha raggiunto 81 punti contro una mediana di settore di 32. Si tratta soltanto di uno dei riconoscimenti in questo ambito. Attualmente il gruppo segue le direttive del Piano di sostenibilità 2017-2020 che pone alcuni target al 2025 e impegna la società nel variegato dialogo con gli stakeholder e sui temi della responsabilità ambientale, sociale e di governance (ESG).

Come evidenzia il bilancio integrato 2018, la rendicontazione rispecchia il modello di business adottato da Pirelli e si ispira al Global Compact delle Nazioni Unite, ai principi di Stakeholder Engagement dettati dalla AA1000 e alle Linee Guida ISO 26000.

Alcuni risultati raggiunti nel 2018 possono illustrare l’impegno del gruppo su questo fronte.

LE RISORSE E L’IMPATTO

Lo scorso anno Pirelli ha ridotto dell’11,8% il prelievo idrico assoluto portandolo a circa 7,38 milioni di metri cubi. Il prelievo specifico di acqua, ossia quello rapportato alla produzione di una tonnellata di prodotto finito, è diminuito del 9,8% portandosi a 9,3 metri cubi per tonnellata. Gli ambiziosi target del Piano di sostenibilità prevedono un taglio del prelievo idrico specifico del 66% nel 2020 rispetto ai valori del 2009. Da allora la società ha già risparmiato circa 80 milioni di metri cubi d’acqua.
Nel 2018 Pirelli ha registrato consumi assoluti di energia in calo dell’1,6% a GJ 10,68 mln circa. I consumi specifici sono rimasti sostanzialmente invariati (+0,6%) a 13,48 GJ/tonPF. L’obiettivo è quello di ridurre del 19% l’indice energetico specifico entro il 2020 rispetto al 2009.
Dietro questi numeri le diverse strategie di efficientamento energetico del gruppo, dall’installazione di impianti di illuminazione a LED alla digitalizzazione della gestione dell’energia. Lo scorso anno alcuni fattori hanno influito negativamente sul processo di efficientamento dal rallentamento dell’area LATAM all’installazione di impianti energivori per l’abbattimento dei VOC (Volatile Organic Compound).

Sul fronte dei rifiuti Pirelli si è posta l’obiettivo "zero waste to landfill" (nessun rifiuto in discarica), formalizzato con il target al 2020 di un recupero oltre il 95% già raggiunto con 2 anni di anticipo, dato che nel 2018 è stato avviato al recupero il 96% dei rifiuti. Le strategie comprendono l’innovazione dei processi produttivi, la gestione operativa dei rifiuti prodotti e l’ottimizzazione della gestione degli imballaggi. Va comunque evidenziato che l’anno scorso la produzione assoluta di rifiuti è cresciuta del 7,4% circa a 120.100 tonnellate. Sul totale dei rifiuti prodotti solo il 2% è costituito da rifiuti non pericolosi inviati a smaltimento cui va aggiunto un altro 2% di rifiuti pericolo inviati a smaltimento. Pirelli è impegnata nella riduzione del consumo specifico di solventi (-24% nel 2018) che sono impiegati principalmente per ravvivare la gomma vulcanizzata.
Le emissioni di NOx (ossidi di azoto) collegate ai processi di generazione dell’energia utilizzata sono aumentate lo scorso anno del 2,8% a 943 tonnellate.
Si stima che l’emissione diretta di SOx (ossidi di azoto), attribuibile alla combustione di gasolio e olio combustibile, sia stata pari lo scorso anno a circa 11 tonnellate. Tra il 2016 e il 2018 Pirelli ha investito più di 47 milioni di euro nella spesa ambientale relativa al processo produttivo.
La società segnala nel 2018 una riduzione delle emissioni assolute di CO2 del 5,8% a 780.998 tonnellate e di quelle specifiche del 3,71% a 0,985 tonnellate per tonnellata di prodotto finito. L’obiettivo è quello di ridurre entro il 2020 del 17% le emissioni specifiche di CO2 rispetto ai livelli del 2009.

Il mercato dell’automotive e degli pneumatici come noto è in forte evoluzione anche normativa e l’introduzione dei nuovi test sulle emissioni di CO2 WLTP (Worldwide Harmonised Light Vehicle Test Procedure) dal primo settembre 2018 ha influenzato anche Pirelli. I test hanno infatti cambiato la stagionalità del Primo Equipaggiamento con la domanda in Europa concentrata nel primo semestre dell’anno e la riduzione del mercato a partire dal terzo trimestre, proseguita anche nel quarto trimestre.

Uno studio recente dell’Agenzia Europea per l’Ambiente ha evidenziato che le emissioni di PM10 e PM 2,5, come quelle collegate alle polveri derivanti dall’erosione degli pneumatici, dei freni e delle strade, si sono portate complessivamente al 60% e al 42% rispettivamente delle emissioni complessive derivanti dal trasporto su strada. Complessivamente le emissioni di polveri PM10 e PM 2,5 (nel caso degli pneumatici sono sostanzialmente microplastiche) sono cresciute nel 2016 del 2% entrambe.
In questo contesto la sfida di Pirelli è anche sul fronte della qualità del prodotto e il gruppo, che collabora dal 2011 con il Politecnico di Milano anche nella ricerca di materiali avanzati, si è posto degli obiettivi anche su questo fronte. In particolare nel campo dei prodotti car nel 2020 Pirelli punta a ridurre in media la resistenza al rotolamento del 20% sui dati del 2009, con un miglioramento del 14% per i prodotti High Value. Previsto anche un miglioramento del 15% delle performance sul bagnato e una riduzione della rumorosità del 15%.
Nel settore moto i prodotti Pirelli dovranno ridurre la resistenza media al rotolamento del 10% rispetto al 2009 entro il 2020, le performance sul bagnato dovranno migliorare del 40% e quelle di durata del 30 per cento.
I prodotti Velo (ossia biciclette) dovranno migliorare sul 2017, l’anno di lancio di questa gamma di offerta, del 5% le performance di frenata entro il 2020 e del 10% le performance su bagnato.

GOVERNANCE E COMPLIANCE

Ovviamente Pirelli cura anche le dimensioni della sostenibilità diverse da quella ambientale come quelle collegate alla sorveglianza della governance e ai processi di compliance.
Nel corso del 2018 il gruppo ha lavorato ancora sul Programma Anticorruzione nei principali Paesi in cui opera. Il programma, già disponibile in 22 lingue diverse, costituisce il riferimento aziendale in materia di prevenzione di pratiche corruttive nello spirito delle indicazioni previste dal Codice Etico del gruppo e dalle Linee di Condotta. Pirelli non tollera "alcun tipo di corruzione in qualsiasi forma o modo, in qualsiasi giurisdizione, neanche ove attività di tal genere fossero nella pratica ammesse, tollerate o non perseguite giudizialmente" inoltre "tutela e protegge il patrimonio aziendale, anche dotandosi di strumenti per prevenire fenomeni di appropriazione indebita, furto e truffa in danno del Gruppo" e "stigmatizza il perseguimento di interessi personali e/o di terzi a discapito di quelli sociali".

Con l’ottenimento della Certificazione ISO 37001 del sistema di gestione Anti-Corruzione delle società Pirelli & C. S.p.A. e Pirelli Tyre, è iniziato un processo di certificazione del sistema di regole e controlli attuato dalle società estere per prevenire la corruzione. Sono stati infatti certificati i sistemi anticorruzione delle controllate in Russia e in Brasile. Le regole si ispirano al Programma di Gruppo "Compliance Program Anti-Corruzione" garantendo in ogni caso il pieno rispetto delle prescrizioni dettate dalla normativa locale.

Il gruppo Pirelli ha inoltre aggiornato nel 2017 la Procedura di Segnalazione di Gruppo, Whistleblowing Policy, che supporta i sistemi di compliance e controllo interno del Gruppo. Nel 2018 si sono registrate 70 segnalazioni a livello globale delle quali solo 6 risultato ancora in fase di verifica e approfondimento nel 2019 mentre le altre sono state verificate coinvolgendo, quando necessario, "le funzioni aziendali competenti". Delle 64 segnalazioni evase, in 23 casi è stata rilevata la sostanziale veridicità dei fatti attribuiti (3 casi di frodi a danno dell’azienda, 2 casi di discriminazione, 3 di rivendicazione dei dipendenti e 15 casi di violazione del Codice Etico o delle procedure aziendali).

 

IL DIALOGO CON GLI STAKEHOLDER

Nel 2018 Pirelli ha investito 3,81 milioni di euro in favore della comunità esterna con iniziative socio-culturali, di sport e solidarietà e in formazione e ricerca, erano 6,79 milioni nel 2017.

Il rapporto con gli stakeholder istituzionali di Pirelli ha un peso anche in termini di contributi ricevuti dalla pubblica amministrazione. Già nel 2009 la Bei ha finanziato per 50 milioni di euro Pirelli Tyres Romania per espandere lo stabilimento di Slatina. Pirelli ha rimborsato 20 milioni nel maggio 2017 e a marzo e luglio 2018 ha rimborsato altri 20 milioni, rimangono quindi altri 10 milioni di euro da ripagare. Da segnalare che la stessa Pirelli Tyres Romania ha ricevuto dallo Stato un finanziamento a fondo perduto da 67,8 milioni di euro (13 milioni nel 2018). Nel 2016 Pirelli ha previsto nuovi investimenti da 200 milioni di euro fino al 2021 a Slatina per portare la capacità produttiva da 10 milioni a 15 milioni di pneumatici a fine piano.
Nel 2018 in Italia Pirelli ha ottenuto un finanziamento agevolato da € 5,3 mln la ricerca e lo sviluppo di materiali innovativi nel processo di costruzione degli pneumatici. Dalla Regione Lombardia ha avuto un contributo a fondo perduto da € 2,5 mln per la ricerca nello Smart Manufacturing (incassati nell’esercizio 0,8 mln).
Altri contributi pubblici a fondo perduto per investimenti sono stati ottenuti nel 2018 in Messico da Pirelli Neumaticos.

Ovviamente il gruppo Pirelli è attivo e impegnato anche in un confronto crescente e continuo con la comunità finanziaria e con gli investitori.

I rapporti del gruppo con i vari stakeholder passano inoltre per una strategia di "orientamento al cliente" che trova esplicito riferimento nelle "carte" del gruppo, a partire dal Codice Etico. Vengono dunque monitorate, solo per fare qualche esempio, le reazioni e le richieste dei clienti, le trasformazioni e le domande del mercato, i feedback delle campagne pubblicitarie.
Pirelli ha attivato nel mondo circa 30 Contact Center con oltre 150 addetti ed è attiva nel confronto con gli stakeholder su tutti i principali canali.
Su Facebook la società della Bicocca conta oltre 2,5 milioni di follower, su Twitter quasi 265 mila persone (+10% nel 2018), su Instagram supera i 566 mila follower.

Assume una certa importanza in un discorso sulla sostenibilità d’impresa di Pirelli anche il rapporto con la catena di fornitura basato sulle linee guida internazionali per l’approvvigionamento sostenibile ISO 2040. Le valutazioni in ambito ESG (Ambiente, Sociale, Governance) coinvolgono tutti i rapporti con i fornitori dalla fase di selezione a quella contrattuale, a quella "ongoing". La valutazione delle performance dei fornitori e del rischio ESG prevede diversi parametri guida di giudizio che spaziano dalla natura dei contratti e delle forniture, ai rischi ESG nei Paesi in cui il fornitore opera, alle notizie o percezioni di possibili rischi o violazioni. Nel 2018 Pirelli ha registrato 85 Audit di parte terza sui fornitori con una focalizzazione sui Paesi dove il gruppo opera a livello industriale. Ne è emerso un calo del 17% sul 2017 del numero complessivo di non conformità riscontrate. Pirelli, pur non possedendo direttamente piantagioni e impianti di lavorazione della gomma naturale, promuove la sostenibilità della sua catena di fornitura sotto diversi punti di vista.
In quest’ambito Pirelli si è posta l’obiettivo di aumentare il response rate dei fornitori dal 74% nel 2018 al 90% nel 2020.

La dimensione sociale della gestione responsabile della catena di valore di Pirelli prevede anche la promozione del rispetto dei diritti umani, l’allineamento della governance al Global Compact delle Nazioni Unite, alle linee guida ISO 26000, ai dettami dello Standard SA8000 e ad altre indicazioni regolamentari e discipline simili.

Pirelli a fine 2018 contava 31.489 lavoratori, inclusi gli interinali ed esprimendo il dato in Full Time Equivalent (cioè esprimendo il calcolo sostanzialmente con il metodo un giorno-persona). In pratica le risorse umane del gruppo sono cresciute di 1.300 unità sul dato del 2017. Da notare che la natura di "industria vera" di Pirelli si riflette ampiamente nel peso degli operai che raggiungono quota 24.612 unità e coprono gran parte della citata crescita dell’impiego. Nonostante una leggera tendenza di segno opposto, i contratti dei dipendenti sono in grandissima maggioranza permanenti, ossia 20.642 a fine anno, dei quali 14.864 in Europa.

Il monitoraggio dei risultati e dei comportamenti espressi dai dipendenti ha registrato nel 2018 un nuovo processo di Performance Management. Le principali novità sono l’apertura tutto l’anno del processo e della piattaforma tesi al dialogo capo-collaboratore e all’allineamento tra "priorità e focus di prestazione".

Ovviamente Pirelli sviluppa e applica piani di Talent Development e di Formazione (8,2 giornate di formazione pro capite nel 2018 oltre l’obiettivo di raggiungerne almeno 7 e con il 96,2 % dei dipendenti - considerando l’organico medio dell’anno - che ha partecipato ad almeno un’attività di formazione nell’anno). Si contano 10 Professional Academy Pirelli in gran parte affidate a docenti interni esperti delle specifiche funzioni. Esiste inoltre una School of Management.

Sul fronte del welfare aziendale, oltre al "Pirelli Smart Way" che prevede lo "smart working" per tutto lo staff di Milano Bicocca (ben 12.226 giornate lo scorso anno), si segnalano attività simili presso Pirelli Usa, a San Paolo, a Parigi e Cralova. Sono a disposizione dei dipendenti in tutte le unità produttive infermerie che effettuano consulenze anche per problemi di salute extra lavorativi: le prestazioni specialistiche sono state oltre 280 mila nel 2018 (circa 22 mila nella sede di Bicocca). Si segnala anche il progetto "Bambini in Bicocca" con servizi di accudimento e animazione dei figli di dipendenti in età prescolare (5-10 anni) durante le chiusure scolastiche: 160 i bambini che ne hanno usufruito lo scorso anno. A questa e altre iniziative affini si affiancano gli "Open Days" dedicati a visite delle famiglie dei dipendenti.
Esiste inoltre il People Care +, un programma di conversione del premio di risultato in servizi di welfare per i dipendenti delle sedi italiane destinatari del premio. A incoraggiare questa opportunità la recente legge italiane che permette un’imposta sostitutiva del 10% sulle somme erogate a titoli di premio di risultato.

Pirelli adotta anche una politica di relazioni industriali con le rappresentanze dei lavoratori, circa il 77% dei dipendenti è coperto da un contratto collettivo nel mondo e il 40% dei lavoratori è iscritto a un sindacato. Lo scorso anno la società ha potuto agevolmente rinnovare i contratti collettivi in Brasile, Argentina, Messico, Germania, Romania e Turchia.
Sul fronte del contenzioso lavoristico e previdenziale rimane un livello definito dal gruppo "contenuto" con la perdurante criticità in Brasile dove si genera l’80% delle cause totali.

In tema di sicurezza Pirelli ha posto un target 2020 di riduzione dell’Indice di Frequenza degli infortuni (numero di infortuni sul numero di ore effettivamente lavorate per 100.000) dell’87% rispetto al 2009. Nel 2018 l’Indice di Frequenza (IF) degli infortuni è stato pari a 0,29, in linea con il dato 2017 e in calo dell’81% sul 2009.

Infine in ambito previdenziale Pirelli prevede sia fondi a contribuzione definita che a prestazione definita, ma con una netta prevalenza della prima soluzione. Il Gruppo mantiene diversi piani sanitari integrativi legati alle necessità locali. I piani cambiano da Paese a Paese per livelli di destinazione e forme di copertura, talvolta sono gestiti da assicurazioni o fondi appositamente creati a cui l’Azienda partecipa con una quota fissa, come avviene in Italia, o con un premio assicurativo, come in Brasile e negli Stati Uniti.

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