
Pictet AM: inizio 2025 turbolento in attesa dell'insediamento di Trump - PAROLA AL MERCATO
di Andrea Delitala * (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 16 gen - Il 2025 e' iniziato in modo tormentato sui mercati. Nelle ultime settimane si e' assistito ad un considerevole e repentino assestamento verso l'alto dei rendimenti obbligazionari, fatto abbastanza controintuitivo in un ciclo di tagli dei tassi di policy da parte delle banche centrali ed insidioso per la performance sia del comparto obbligazionario che degli attivi rischiosi, azioni in primis.
Tuttavia, questa contraddizione e' solo apparente perche' il mercato sta ridimensionando le attese relative al ciclo di allentamento monetario per i mesi a venire, nonostante nel mese di dicembre sia la Federal Reserve che la BCE abbiano effettuato ulteriori tagli da 25 punti base.
La ragione principale e' che i dati americani presentano un'economia resiliente, prefigurando uno scenario di no-landing che sostituisce quello precedentemente atteso di soft-landing. Ad esempio, i nuovi occupati di dicembre, 256.000, sono stati il doppio delle attese ed il tasso di disoccupazione e' in calo al 4,1%, gia' al di sotto del livello di pieno impiego.
Vi e' inoltre una possibile ragione aggiuntiva legata all'imminente insediamento di Trump alla Casa Bianca. La ricetta economica della nuova amministrazione americana basata su tariffe, freno all'immigrazione, tagli fiscali e deregolamentazione, ha un impatto stagflattivo. Le stime dei nostri economisti suggeriscono un freno alla crescita di circa 0,3 all'anno e una maggior spinta inflazionistica pari a circa 0,75 all'anno per piu' o meno la durata di 4 anni della legislatura.
Al momento, queste ipotesi risultano un po' arbitrarie perche' non e' ancora chiaro quanta parte di questa agenda verra' implementata. Dal comitato monetario americano del 18 dicembre, dati e sondaggi su inflazione non piu' in discesa e mercato del lavoro robusto sembrano puntare ad una revisione della funzione di reazione della Fed: mercato del lavoro solido e trumpnomics legittimano il nuovo cambiamento delle priorita' da rischi per l'occupazione a rischi inflazionistici. Molti analisti si stanno affrettando in queste ore a rivedere il ciclo di allentamento, escludendo tagli per il 2025 o lasciandone al massimo uno. Noi ci aspettavamo gia' al massimo un taglio per il nuovo anno, quindi in linea con le attuali aspettative del mercato.
Anche nel resto del mondo, le aspettative relative alla politica monetaria vengono necessariamente ricalibrate a seguito del nuovo scenario americano.
I rendimenti obbligazionari sono piu' che mai decisivi in questa fase per tutte le classi di attivita'. Da inizio ottobre, quando Trump e' apparso piu' chiaramente come favorito, i tassi reali, cioe' la media dei titoli indicizzati all'inflazione, sono saliti di 75 punti base che e' il risultato di un punto pieno di rialzo dei tassi nominali meno 25 punti base di maggiore inflazione attesa. Il rendimento azionario (earning yield), invece, e' circa allo stesso livello. Di conseguenza, la differenza fra i due rendimenti, ovvero earning yield meno bond yield, il cosiddetto premio di rischio azionario, si e' ridotto ancora a ridosso del 2%, ben al di sotto della media storica pari al 4% nel lungo periodo. Le incertezze relative all'agenda Trump difficilmente giustificano un ulteriore compressione di questa misura; il mercato si era inizialmente concentrato sulla parte del programma che dovrebbe beneficiare gli utili, ma con un'economia americana cosi' forte rischiano di prevalere le preoccupazioni inflazionistiche.
* Head of Euro Multi Asset di Pictet Asset Management.
Red-
(RADIOCOR) 16-01-25 14:41:27 (0470) 5 NNNN