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Nuveen: quando i mercati emergenti diventano meno rischiosi di quelli sviluppati - PAROLA AL MERCATO

di Laura Cooper* (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 11 ott - I mercati continuano a raggiungere nuovi massimi, spinti dall'ottimismo legato all'intelligenza artificiale, anche in mezzo a crescenti tensioni fiscali e a un ritorno delle incertezze politiche. Lo shutdown negli USA sta ritardando la pubblicazione di dati economici fondamentali proprio mentre gli investitori cercano segnali di un rallentamento. In Giappone, un risultato elettorale a sorpresa ha alimentato le aspettative di un allentamento fiscale, mentre le dimissioni improvvise del primo ministro LeCornu in Francia hanno rilanciato i premi di rischio politico. A queste forze contrastanti si aggiunge la prossima stagione degli utili del terzo trimestre, per la quale le aspettative sono gia' elevate. Tutto questo porta a chiedersi: con l'indebolirsi degli ancoraggi fiscali, il confine tra i mercati sviluppati e quelli emergenti sta iniziando a sfumare? Nebbia sulla politica statunitense per l'assenza dei dati L'assenza di dati economici top-tier negli Stati Uniti ha lasciato un vuoto per i responsabili della politica monetaria e per gli operatori di mercato, che cercano di capire quale sara' la prossima mossa della Fed. Indicatori del settore privato - come il debole rapporto ADP, che ha spinto a una revisione delle aspettative di allentamento da parte della Fed - stanno colmando il vuoto, ma sono sostituti imperfetti.

La sfida maggiore e' la mancanza di raccolta dati, che probabilmente distorcera' le prossime pubblicazioni una volta finito lo shutdown, complicando ulteriormente il processo decisionale della Fed.

Il percorso di minor resistenza tende verso un allentamento da parte della Fed questo mese, in linea con il suo approccio di gestione del rischio. Tuttavia, lo shutdown aggiunge un ulteriore livello di incertezza in un momento in cui la credibilita' istituzionale degli Stati Uniti e' gia' sotto pressione.

Il ritorno delle tensioni politiche in Francia La rinnovata incertezza politica ha spinto lunedi' lo spread OAT-Bund oltre gli 85 punti base, con la Francia che ora tratta a livelli piu' convenienti rispetto all'Italia. Una coalizione centrista guidata dai socialisti potrebbe ridurre lo spread verso i 75 punti base, creando un'opportunita' tattica. Tuttavia, la mancanza di un credibile piano di consolidamento fiscale - evidenziata dal probabile rinvio del budget 2026 - ci porta a mantenere una posizione strutturalmente sottopesata sugli OAT a 10 anni.

Cio' contrasta con la nostra visione complessivamente positiva sull'Europa, dove i rischi di contagio restano contenuti.

Svolta fiscale in Giappone Il risultato delle elezioni in Giappone ha colto di sorpresa i mercati, spingendo lo yen ai minimi di diversi mesi, mentre gli investitori prezzavano una maggiore spesa fiscale.

Avevamo previsto un pacchetto di stimolo di circa 30.000 miliardi di yen, finanziato senza nuove emissioni di titoli di Stato giapponesi (JGB). Tuttavia, il rischio ora e' quello di ulteriori spese e tagli alle tasse in vista dell'anno fiscale 2026, mantenendo le preoccupazioni per le politiche fiscali - e il rischio di irripidimento della curva - in primo piano.

Le nomine del governo e le indicazioni politiche saranno cruciali per capire se verranno introdotti vincoli a livello fiscale, mentre una riduzione delle nuove emissioni contribuirebbe a contenere il rischio di un ulteriore irripidimento della curva.

In ogni caso, un rialzo dei tassi da parte della Bank of Japan a fine anno resta un'ipotesi concreta e ora propendiamo per un intervento a dicembre, con rischi al rialzo per il nostro target di fine anno per l'USD/JPY pari a 143.

Tutto si fa piu' sfumato I mercati si trovano in una fase di price discovery, con l'irripidimento delle curve dei rendimenti e l'ampliamento dei premi di rischio in un contesto di bilanci pubblici piu' espansivi e maggiore incertezza politica. Perfino nel Regno Unito si manifesta il rischio di una traiettoria fiscale senza vincoli: il Paese e' ancora segnato dalla crisi del mini-budget del 2022 e si muove in un precario equilibrio fiscale.

Al contrario, diversi mercati emergenti - in particolare Brasile e Messico - hanno inasprito la propria politica monetaria in anticipo, ricostituito i buffer e ora stanno registrando nuovi afflussi di capitale. Dopo due anni di deflussi, il sentiment si e' invertito: al 3 ottobre, gli afflussi nel debito EM dall'inizio dell'anno hanno raggiunto i 13 miliardi di dollari, in aumento di 1,6 miliardi rispetto alla settimana precedente, con quasi tre quarti diretti verso strategie in valuta locale.

Cio' nasconde un forte rimbalzo anche nelle esposizioni in valuta forte, dopo i deflussi legati ai dazi di aprile, favorito dalle buone performance nonostante gli ostacoli macroeconomici.

Questa inversione mette in evidenza come alcuni mercati emergenti combinino oggi quadri fiscali credibili, rendimenti reali positivi e fondamentali in miglioramento, mettendo in discussione l'idea che i mercati sviluppati siano intrinsecamente piu' sicuri.

Alcune delle vulnerabilita' che un tempo caratterizzavano i mercati emergenti - come deficit persistenti, stallo politico e dubbi sugli ancoraggi fiscali - stanno ora emergendo in diverse aree del mondo sviluppato.

Nel frattempo, i mercati emergenti si sono mossi silenziosamente nella direzione opposta.

Implicazioni per gli investimenti Il vecchio schema mercati sviluppati=ancora / mercati emergenti=rischio potrebbe non essere piu' valido. Con gli ancoraggi fiscali che si indeboliscono, occorre essere cauti nell'aggiungere selettivamente duration nei mercati sviluppati.

Al contrario, alcuni titoli di debito EM in valuta locale e il credito in valuta forte - in particolare nei Paesi che combinano politiche fiscali credibili con l'allentamento monetario - offrono opportunita' aggiustate per il rischio piu' interessanti rispetto agli scambi sulla duration nei mercati sviluppati gia' eccessivamente elevati.

*Senior Macro Strategist di Nuveen "Il contenuto delle notizie e delle informazioni trasmesse con il titolo "Parola al mercato" non puo' in alcun caso essere considerato una sollecitazione al pubblico risparmio o la promozione di alcuna forma di investimento ne' raccomandazioni personalizzate a qualsiasi forma di finanziamento. Le analisi contenute nelle notizie trasmesse nella specifica rubrica sono elaborate dalla societa' a cui appartiene il soggetto espressamente indicato come autore.

L'agenzia di stampa Il Sole 24 Ore Radiocor declina ogni responsabilita' in ordine alla veridicita', accuratezza e completezza di tali analisi e invita quindi gli utenti a prendere atto con attenzione e la dovuta diligenza di quanto sopra dichiarato e rappresentato dalla societa'".

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(RADIOCOR) 11-10-25 10:06:46 (0167) 5 NNNN

 


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