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Mercati: analisti, con Trump occhio a inflazione e Fed, in Borsa tornano di moda i petroliferi

Nell'azionario invece cautela su auto Europa (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 06 nov - Risalita dell'inflazione e politica monetaria della Federal Reserve sono due dei principali rischi avvertiti da analisti e operatori di fronte all'ormai scontato Trump2.0, cioe' il ritorno dell'imprenditore alla Casa Bianca. I mercati al momento stanno comunque reagendo positivamente a cominciare dal cosiddetto 'Trump trade', cioe' gli asset ritenuti beneficiari della vittoria repubblicana come dollaro, criptovalute e oro. Le politiche annunciate dal tycoon in campagna elettorale - tariffe all'import su molti beni, riduzione delle tasse, nuovo giro di vite sull'immigrazione e deregulation su oil&gas - dovrebbero spingere l'inflazione e la crescita economica degli Usa nei prossimi due anni, scrivono gli analisti di Unicredit, ma la Federal Reserve potrebbe mettere in stand by il taglio dei tassi (dopo quello scontato di domani e un altro previsto a dicembre): 'E' probabile che la Fed entri in una fase di attesa' vista l'incertezza sui tempi e sulla portata delle misure che Trump vorra' mettere in atto. 'Con le politiche di Trump - fa eco Filippo Diodovich, market strategist di Ig - e' probabile un ritorno dell'inflazione: se questo avvenisse la Federal Reserve dovra' probabilmente cambiare le proprie politiche monetarie".

"Non tutte le promesse elettorali potrebbero essere mantenute, perche' molte mirano ad attrarre voti, e il mercato si era gia' portato avanti su uno scenario di questo tipo, con tassi d'interesse che erano saliti di oltre 60 punti base nell'ultimo mese e il basket di titoli che avrebbero beneficiato maggiormente dell'elezione di Trump in crescita di oltre il +15% - esordisce Luigi de Bellis, co-head dell'ufficio studi Equita - Ci aspettiamo un rimbalzo immediato delle borse soprattutto americane, meno invece di quelle europee e un rafforzamento del dollaro. L'aumento dei rendimenti obbligazionari sara' leggero (+15/+20 punti base) perche' erano gia' saliti di recente, mentre sull'azionario gli impatti piu' positivi dovrebbero riguardare i comparti value/ciclici tradizionali e le small cap". Le altre asset class che dovrebbero trarre benefici da Trump alla Casa Bianca sono le criptovalute e "l'oro nel medio termine per politiche fiscali piu' aggressive che necessiteranno di maggior liquidita' da parte del governo Usa", secondo de Bellis che, per quanto riguarda i comparti economici, si aspetta una deregulation a favore dei servizi finanziari, dell'energia e della sanita' mentre le tensioni commerciali prevedibili tra Usa e Europa potrebbero aumentare ulteriormente la pressione sui costruttori auto del Vecchio Continente. Secondo gli analisti di Intermonte, nell'azionario le implicazioni positive riguarderanno le societa' piu' esposte negli Usa a investimenti in infrastrutture, a deregolamentazioni, a minori sussidi e al calo delle tassazioni e i gruppi che producono direttamente negli Stati Uniti (tra le italiane Tenaris, Prysmian, Buzzi, Diasorin) mentre possibili penalizzazioni riguarderanno societa' esposte ai dazi come Stellantis o titoli del lusso che esportano al di la' dell'Atlantico. Con un possibile minore impegno di Washington a livello internazionale e nella Nato, diversi operatori si aspettano che l'Europa debba aumentare ulteriormente il proprio focus sul rafforzamento della difesa e questo dovrebbe favorire le aziende del comparto. Nel valutario, riprende Diodovich, oltre all'indebolimento del cambio euro/dollaro e' lecito aspettarsi pressione sulle monete emergenti piu' esposte verso gli Usa, a cominciare dal peso messicano, ma anche dello yuan.

fon

(RADIOCOR) 06-11-24 10:01:50 (0281) 5 NNNN

 
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