
Jupiter AM: mantenere la calma con mercati volatili - PAROLA AL MERCATO
di Jason Pidcock e Sam Konrad * (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 22 giu - E' possibile che gli investitori globali stiano ora mettendo in discussione l'eccezionalismo degli Stati Uniti, un mercato che negli ultimi vent'anni ha attirato verso di se' i capitali globali.
Potrebbe trattarsi o meno di una tendenza a breve termine, dato che l'amministrazione Trump sta ridefinendo le sue politiche commerciali e lotta per mettere sotto controllo il deficit pubblico. Tuttavia, vi sono segnali che indicano che alcuni investitori hanno intenzione di spostare il loro capitale dagli Stati Uniti verso altre regioni, a possibile vantaggio dell'Asia e dell'Europa, ovvero mercati provvisti di una liquidita' sufficiente per gestire grandi flussi di capitale senza subire effetti collaterali destabilizzanti.
In particolare, gli investitori asiatici o europei potrebbero ritenere di voler rimpatriare una parte del loro capitale a causa delle crescenti preoccupazioni per il livello del debito pubblico, il deficit e la politica statunitense.
Questa tendenza puo' spiegare in parte il recente apprezzamento delle valute asiatiche rispetto al dollaro USA.
Il dollaro di Taiwan e' stato particolarmente forte ma anche Singapore, Australia, Indonesia e India hanno visto le loro valute in rialzo rispetto al biglietto verde. L'azionario asiatico, inoltre, in un contesto di dollaro debole tende a registrare buone performance.
L'Asia ne beneficera'? I mercati sono stati volatili in aprile e maggio, mentre gli investitori reagivano alle politiche commerciali e tariffarie dell'amministrazione Trump, concentrandosi soprattutto su Stati Uniti e Cina. Il nostro ottimismo sulle opportunita' disponibili agli investitori in Asia non ha vacillato e abbiamo modificato appena il nostro posizionamento. Ci aspettavamo che quest'anno la geopolitica avrebbe avuto un impatto sui mercati: stiamo ora assistendo a un riallineamento del commercio e degli investimenti globali e prevediamo che cio' possa favorire i Paesi dell'Asia ad esclusione della Cina.
A breve termine, attendiamo una maggiore chiarezza sugli accordi commerciali e ci aspettiamo che il Giappone e la Corea del Sud siano tra i primi Paesi asiatici a cercare di negoziare nuovi termini con gli Stati Uniti. Taiwan, India e Vietnam potrebbero essere in seconda linea, dal momento che hanno espresso la volonta' di raggiungere un accordo con gli Stati Uniti. Australia e Singapore hanno invece dazi del 10% sulle loro esportazioni verso gli USA e non ci aspettiamo grandi cambiamenti. E' da notare che l'accordo commerciale del Regno Unito con gli Stati Uniti ha fissato un'aliquota proprio del 10%.
I nostri mercati preferiti Investiamo in quelle che definiamo aziende con income di qualita' e vediamo ottime opportunita' soprattutto nel settore tecnologico, che ci indirizza verso Taiwan. Gli altri mercati in cui vediamo il maggior potenziale sono Australia, India e Singapore. Non investiamo in azioni della Cina continentale e riteniamo che il Paese del dragone si ritrovera' probabilmente con i dazi statunitensi piu' alti tra i Paesi asiatici e forse tra tutti i Paesi in generale.
Gli Stati Uniti e la Cina sono in fase di 'disaccoppiamento' politico ed economico. Si tratta di una tendenza di lungo periodo che ha preceduto l'annuncio dei dazi di Trump di aprile. Di fatto, si e' accelerata sotto l'amministrazione Biden, e l'intero apparato del governo statunitense, repubblicani e democratici, e' favorevole, cosi' come alcuni alleati degli Stati Uniti. Ad esempio, nel 2023 gli Stati Uniti, l'Olanda e il Giappone hanno concordato di limitare le esportazioni di apparecchiature per la produzione di semiconduttori in Cina e in aprile gli Stati Uniti hanno vietato a Nvidia di vendere i suoi chip H20 in Cina.
Ci aspettiamo un cambiamento dei flussi di capitali e di commercio, compresa un'accelerazione dello spostamento degli investimenti diretti esteri dalla Cina verso altri Paesi della regione, nel momento in cui le aziende riconfigurano le loro catene di approvvigionamento. Finora a esserne avvantaggiati sono stati l'India e il Vietnam ma l'amministrazione Trump sta cercando di 'riorientare' la produzione internamente agli Stati Uniti, quindi dovremo vedere se questo si concretizzera'.
Cosa ci raccontano le aziende Incontriamo regolarmente le aziende e i dirigenti con cui abbiamo parlato di recente si sono dimostrati piuttosto ottimisti, anche quelli esposti ai dazi. In molti casi, queste aziende vendono prodotti a bassissima concorrenza, per cui i loro clienti non hanno fornitori alternativi a cui rivolgersi. E' il caso delle aziende tecnologiche asiatiche che riforniscono i giganti tecnologici statunitensi noti come i Magnifici Sette (tra cui Apple, Microsoft, Alphabet). Le aziende con cui abbiamo parlato prevedono di trasferire in larga misura i costi dei dazi ai clienti e, in ultima analisi, ai consumatori.
L'aumento dei prezzi potrebbe avere un impatto sulla domanda ma la maggior parte delle aziende con cui abbiamo parlato si e' detta ottimista sulla crescita delle vendite e degli utili. Negli ultimi mesi l'incertezza sui dazi e' stata compensata dal calo dei prezzi del petrolio, che ha ridotto il costo dei fattori produttivi per le aziende di una regione che importa gran parte dell'energia.
Ci piace investire in societa' di qualita' con bilanci solidi, in grado di superare le oscillazioni di mercato a breve termine. A nostro avviso i periodi di volatilita' del mercato, e ne abbiamo visti molti nel corso degli anni, sottolineano l'importanza di avere un portafoglio di investimenti diversificato in grado di generare performance in molti scenari diversi. Cio' significa un mix di aziende in rapida crescita, come quelle tecnologiche, e di societa' piu' difensive, comprese quelle piu' orientate al mercato interno e meno correlate al ciclo economico.
Continuiamo a vedere buone opportunita' in Asia in un momento in cui si stanno ridefinendo le strategie commerciali e di investimento globali.
* gestori del Jupiter Asian Income Fund di Jupiter AM "Il contenuto delle notizie e delle informazioni trasmesse con il titolo "Parola al mercato" non puo' in alcun caso essere considerato una sollecitazione al pubblico risparmio o la promozione di alcuna forma di investimento ne' raccomandazioni personalizzate a qualsiasi forma di finanziamento. Le analisi contenute nelle notizie trasmesse nella specifica rubrica sono elaborate dalla societa' a cui appartiene il soggetto espressamente indicato come autore.
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(RADIOCOR) 22-06-25 13:24:14 (0225) 5 NNNN
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