
J. Safra Sarasin: e' improbabile che il rally dell'oro si fermi - PAROLA AL MERCATO
di Claudio Wewel* (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 18 mag - Dall'inizio dell'anno l'oro ha registrato un rialzo di quasi il 30%.
Tuttavia, nelle ultime settimane l'andamento del prezzo del metallo prezioso ha ricordato molto quello di un ottovolante.
Dopo l'annuncio da parte del presidente Trump di 'dazi reciproci', l'oro e' sceso dai precedenti massimi di circa 3.150 dollari a ben al di sotto dei 3.000 dollari per oncia troy. Il ritracciamento registrato all'inizio di aprile ha coinciso con un forte selloff degli asset di rischio, che ha probabilmente innescato una liquidazione dell'oro per coprire le margin call. Tuttavia, l'annuncio di una pausa di 90 giorni per i dazi reciproci ha permesso all'oro di intraprendere una nuova fase rialzista solo pochi giorni dopo. Il rally ha guadagnato ulteriore slancio dopo che il presidente Trump ha lanciato attacchi a mezzo social media contro il presidente della Fed Jerome Powell. L'oro ha temporaneamente superato la soglia dei 3.500 dollari, sulla scia dei crescenti timori del mercato circa l'indipendenza della Fed, ma ha registrato un altro ritracciamento dopo che Trump ha fatto marcia indietro. Da allora, l'oro e' stato scambiato prevalentemente in un range compreso tra 3.300 e 3.400 dollari. Chiaramente questi livelli elevati portano a chiedersi se vi sia spazio per un ulteriore rialzo.
Noi riteniamo che ci sia. Sebbene in termini nominali il prezzo dell'oro superi di gran lunga i picchi storici raggiunti negli ultimi cinquant'anni, in termini reali ha superato solo leggermente i picchi del 1980 e del 2011. Ma soprattutto, riteniamo che negli ultimi tre mesi il presidente Trump abbia ripetutamente dimostrato di volere un cambiamento radicale dell'ordine economico e politico globale, cercando di abbandonare il sistema multilaterale basato su norme in vigore dalla fine della seconda guerra mondiale. A nostro avviso, l'annuncio di dazi reciproci rappresenta solo un primo passo. Data l'incoerenza del mix di politiche statunitensi sotto l'amministrazione Trump 2.0, l'incertezza politica e' salita a livelli insolitamente elevati; in particolare, l'incertezza sul commercio globale e' letteralmente 'fuori scala'. Inoltre, lo stile negoziale aggressivo e imprevedibile dell'amministrazione statunitense, insieme ai suoi sforzi per indebolire i meccanismi di pesi e contrappesi del proprio sistema politico, hanno gia' portato a un'enorme perdita di fiducia negli Stati Uniti, con gli alleati che hanno iniziato a mettere in discussione gli impegni assunti dal Paese.
E' evidente che la politica statunitense influisca sul mondo come nessun altro Paese e quindi i primi 100 giorni di presidenza Trump hanno visto un aumento significativo degli acquisti di oro. Sebbene la vittoria di Trump alle presidenziali del 5 novembre sia stata seguita da un periodo di acquisti di ETF poco brillante sulla scia del 'Trump trade', gli afflussi verso gli ETF sull'oro hanno registrato un forte aumento appena prima dell'insediamento di Trump. Da febbraio, gli afflussi netti verso gli ETF sull'oro a livello globale hanno registrato una media di circa 100 tonnellate al mese, il massimo dal marzo 2022, il mese successivo all'invasione russa dell'Ucraina. Analizzando i dati settimanali sui flussi emerge che gli acquisti europei sono stati particolarmente sostenuti nella settimana precedente l'insediamento di Trump, mentre gli afflussi nordamericani e asiatici hanno registrato un aumento significativo solo nelle ultime settimane.
Con circa il 7% delle partecipazioni globali in ETF sull'oro, la quota dell'Asia rimane relativamente modesta nonostante il recente aumento delle partecipazioni, il che suggerisce che vi sia un margine significativo di crescita per le partecipazioni globali in ETF sull'oro. In assenza di opzioni di investimento interessanti a livello nazionale, riteniamo che le condizioni per un aumento degli acquisti di oro siano particolarmente favorevoli in Cina. I prezzi delle abitazioni in Cina continuano a diminuire e i dazi statunitensi potrebbero impedire una ripresa significativa del mercato azionario cinese nel breve termine, mentre i rendimenti obbligazionari domestici sono in calo. Inoltre, a febbraio la Cina ha ammesso dieci grandi compagnie assicurative a un programma pilota che consente loro di investire fino all'1% del proprio patrimonio totale in oro attraverso la Borsa dell'oro di Shanghai. Pertanto, il recente aumento del premio Shanghai-Londra sugli acquisti di oro fisico riflette probabilmente gia' parte di questi afflussi.
Sottolineiamo inoltre che ci aspettiamo che gli acquisti strutturali da parte degli investitori istituzionali rimarranno elevati. Gli attacchi di Trump al presidente della Fed Powell rappresentano solo l'ultimo di una serie di eventi che hanno minato la fiducia negli Stati Uniti e nella loro valuta. Crescono i timori di una repressione finanziaria, poiche' detenere riserve in dollari statunitensi potrebbe diventare meno interessante per gli investitori esteri a causa dell'introduzione di una commissione o dell'obbligo di convertire i Treasury in 'obbligazioni centenarie' a tasso d'interesse piu' basso. In questo contesto, l'oro potrebbe essere diventato l'asset di riserva piu' interessante, insieme all'aumento dell'attrattiva delle riserve in euro e yen. L'erosione dello Stato di diritto negli Stati Uniti e la crescente imprevedibilita' delle politiche statunitensi dovrebbero accelerare gli sforzi istituzionali per riallocare le riserve delle banche centrali a scapito del dollaro. Cio' riguarda in particolare i mercati emergenti, i cui rapporti delle riserve auree sono ancora molto bassi rispetto a quelli delle economie sviluppate. A nostro avviso, cio' suggerisce che gli acquisti istituzionali forniranno un supporto nel medio termine. Inoltre, cio' significa probabilmente che l'argento continuera' a sottoperformare l'oro, data la sua esposizione ciclica e l'assenza di domanda istituzionale.
*FX Strategist di J. Safra Sarasin "Il contenuto delle notizie e delle informazioni trasmesse con il titolo "Parola al mercato" non puo' in alcun caso essere considerato una sollecitazione al pubblico risparmio o la promozione di alcuna forma di investimento ne' raccomandazioni personalizzate a qualsiasi forma di finanziamento. Le analisi contenute nelle notizie trasmesse nella specifica rubrica sono elaborate dalla societa' a cui appartiene il soggetto espressamente indicato come autore.
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(RADIOCOR) 18-05-25 13:42:07 (0260) 5 NNNN