
Gam: la diversificazione nell'era Trump - PAROLA AL MERCATO
di Julian Howard * (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 26 apr - Lo scenario di base per le azioni globali in generale, ma per quelle statunitensi in particolare, dopo le elezioni di novembre si e' concentrato sull'idea che i tagli fiscali e la deregolamentazione spingeranno l'economia statunitense e, per estensione, anche il mercato azionario statunitense.
Tuttavia, i rimpatri di massa e i dazi sono di natura inflazionistica e potrebbero inavvertitamente costringere la Fed a un inasprimento della politica monetaria (cioe' a tassi di interesse piu' elevati), colpendo la fiducia dei consumatori, la crescita economica e, in ultima analisi, gli utili delle imprese.
Se a questo aggiungiamo il fatto che l'indice S&P 500 ha gia' registrato un rendimento straordinario di quasi il 77% da fine settembre 2022 al 17 febbraio 2025 (Bloomberg, febbraio 2025), gli investitori saranno indotti a pensare seriamente alla diversificazione del portafoglio. Come dimostrato da Harry Markowitz, economista americano vincitore del Premio Nobel, noto soprattutto per aver sviluppato la Modern Portfolio Theory (MPT), un portafoglio ben diversificato puo' potenzialmente raggiungere tassi di rendimento simili a quelli di un portafoglio concentrato, ma con una minore volatilita'.
Al momento sembra piuttosto allettante, ma sebbene la teoria sia valida, metterla in pratica e' diventato piu' difficile di recente per ragioni facilmente intuibili.
Indipendentemente da cio', gli investitori dovrebbero comunque essere in grado di scegliere tra una serie di potenziali strategie di diversificazione che dovrebbero rivelarsi efficaci in quest'ultima era Trump.
Il dilemma 60:40 - correlazioni nella nuova era degli investimenti guidati dalla tecnologia Quando la maggior parte degli investitori pensa alla diversificazione delle asset class, tende a farlo in termini di classiche combinazioni multi-asset, come il portafoglio 60:40 che combina azioni a grande capitalizzazione con obbligazioni governative (e possibilmente anche societarie) a lunga scadenza. Anche i titoli del Treasury USA hanno fatto la loro parte, con un calo dei rendimenti (e un aumento dei prezzi) che riflette la 'Grande Moderazione' nell'inflazione e l'apparente ruolo delle banche centrali in questo risultato. Ma le condizioni di fondo che hanno sostenuto l'approccio 60:40 sono cambiate e la stessa combinazione potrebbe rivelarsi inadeguata in futuro. Il 2022 ha visto sia le azioni che le obbligazioni vacillare contemporaneamente a causa dell'inizio della guerra in Ucraina e della risalita dell'inflazione. Infatti, sebbene l'inflazione negli Stati Uniti si sia raffreddata dall'ottobre 2022, ha smesso di farlo piu' di recente e l'ultimo dato di gennaio 2025 ha riportato un tasso del 3% dell'inflazione headline nell'indice dei prezzi al consumo (IPC). Cio' ha gettato ulteriori dubbi sulle prospettive di inflazione a lungo termine, che gia' mantenevano elevati i rendimenti obbligazionari e spingevano al ribasso i prezzi sullo strumento di diversificazione preferito da molti investitori.
E questo avviene in un momento di maggiore incertezza per le azioni, dopo un periodo di guadagni esagerati.
Le preoccupazioni per le politiche della nuova amministrazione statunitense e su come (o se) saranno attuate si sono unite alle minacce concorrenziali derivanti dalla tecnologia cinese di intelligenza artificiale come DeepSeek.
Per gli investitori multi-asset, questo trend emergente di due asset class precedentemente indipendenti che iniziano a condividere rischi comuni e' qualcosa di cui diffidare. Le elevate correlazioni nel tempo annullano il vero scopo di combinare azioni e titoli di Stato per ottenere diversificazione e potrebbero finire per ottenere l'esatto contrario.
* Chief Multi-Asset Investment Strategist di GAM.
Red-
(RADIOCOR) 26-04-25 13:58:35 (0288) 5 NNNN