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DJE Kapital: opportunita' mercati emergenti in un contesto volatile - PAROLA AL MERCATO

a cura del team strategico di DJE Kapital AG (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 22 giu - Il vecchio adagio 'Sell in may and go away' si e' rivelato un pessimo consiglio quest'anno: maggio e' stato il miglior mese degli ultimi 35 anni. A livello settoriale, i titoli tecnologici e industriali sono stati richiesti a livello mondiale, mentre quelli farmaceutici e dell'health care hanno deluso. In Europa, i settori tempo leisure&travel e bancario hanno trainato la crescita, mentre health care e beni di consumo hanno sofferto.

Ci aspettiamo che i mercati azionari globali si muovano lateralmente a giugno. La svolta nei negoziati sui dazi tra Stati Uniti e Unione Europea resta un fattore di rischio, un'imposta del 20% sui beni europei potrebbe pesare significativamente sugli indici del Vecchio Continente. E' improbabile che la Fed proceda a un taglio i tassi d'interesse durante l'estate, poiche' l'economia e' ancora troppo solida e lo sviluppo economico nei prossimi mesi e' caratterizzato da considerevole incertezza. Nel medio termine, tuttavia, l'allentamento della pressione degli affitti sull'inflazione core potrebbe aumentare il margine per tagli dei tassi negli Stati Uniti. L'IA rimane uno dei principali motori di crescita nell'economia statunitense. La situazione nel settore dei consumi, d'altra parte, e' molto piu' complessa. I mercati emergenti selezionati rimangono interessanti a livello regionale.

Opportunita' dal Giappone agli emergenti: come posizionarsi ora Il peggio della guerra commerciale dovrebbe ormai essere alle spalle, le tensioni delle ultime settimane, il deterioramento delle prospettive economiche e il calo nei consensi rendono improbabile che Trump inasprisca ulteriormente la disputa sui dazi. Sarebbe un segnale positivo per i mercati se gli accordi commerciali con la Cina e Unione Europea si rivelassero migliori del previsto e si evitasse una recessione negli Usa. Storicamente, i periodi di moderati tagli dei tassi d'interesse in assenza di recessione negli Stati Uniti si sono rivelati favorevoli per i mercati azionari A livello geografico, gli indicatori tecnici segnalano prospettive positive per il mercato statunitense. La linea Advance-Decline (Linea AD) della Borsa di New York ha raggiunto un nuovo massimo - un segnale storicamente affidabile. In passato, l'S&P 500 e' risultato invariabilmente piu' alto nei nove mesi successivi a un tale sviluppo, con un incremento medio di poco superiore al 10%.

Per quanto riguarda il mercato giapponese, attualmente supportato da revisioni positive degli utili e basse valutazioni, i titoli finanziari potrebbero essere favoriti nel medio termine da tassi d'interesse a lungo termine piu' alti.

Anche i mercati emergenti restano promettenti, seppure in modo selettivo, poiche' generalmente beneficiano di un dollaro statunitense piu' debole. In India i tassi d'interesse sono in calo, e il Paese e' in gran parte immune alla politica tariffaria statunitense, e molte aziende registrano solide performance operative. In Cina, l'aumento dello stimolo fiscale da parte del governo, che ora sta assumendo nuovo debito, con un indebitamento pubblico record per il 2025, e' un fattore positivo. Molti mercati emergenti appaiono della propria posizione nella disputa tariffaria, grazie al ruolo chiave, ad esempio nella produzione elettronica.

Tra i settori piu' dinamici invece, la tecnologia continua ad apparire interessante, particolarmente nelle aree dell'intelligenza artificiale e del software.

Le infrastrutture restano un tema di lungo termine: la spesa governativa e aziendale per le infrastrutture -- specialmente nel settore energetico - si conferma alta, indipendentemente dalla disputa sui dazi. E questo favorisce le aziende ben posizionate.

Rischi da dazi e consumi in calo: come posizionarsi Gli effetti negativi della politica tariffaria erratica degli Stati Uniti potrebbero colpire l'andamento degli utili di varie industrie con un certo ritardo (fine estate/autunno) e tali rischi non sembrano essere stati ancora prezzati.

Un altro possibile rischio riguarda i livelli dei dazi: mentre nel 2024 si applicava un tasso tariffario medio del 2,5%, ora il mercato si aspetta un livello del 15-18%. Questo probabilmente avra' un impatto negativo sui dati economici e sugli utili aziendali -- con un certo ritardo, ma con effetti evidenti.

Anche un mancato accordo con l'UE sulla questione tariffaria entro fine mese o il 9 luglio potrebbe avere ripercussioni negative sui mercati. Mentre negli Usa si profila una recessione nel settore dei consumi .

Nel settore del lusso, le prospettive restano cupe. Dal punto di vista dei profitti, la pressione sui prezzi delle azioni potrebbe continuare.

Nel settore automobilistico, i produttori occidentali stanno perdendo quote di mercato in Cina, specialmente nel segmento delle auto elettriche, dove faticano a competere con i rivali locali.

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(RADIOCOR) 22-06-25 14:05:58 (0243) 5 NNNN

 


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