
Cina: dopo auto e acciaio ora sotto tiro dispositivi medici ma Ue cerca dialogo - FOCUS -2-
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Bruxelles, 14 gen - Quest'anno ricorre il 50esimo dell'avvio delle relazioni bilaterali e si ipotizza di celebrarlo con un vertice ai massimi livelli. In ogni caso la cautela a Bruxelles e' massima perche' e' oltremodo incerta la dinamica prossima ventura delle relazioni generali Usa-Cina. Ci si aspetta che Trump continui ad arroventare i toni e gia' le decisioni dell'amministrazione Biden non sono state certo tenere verso Pechino: l'ultimo atto i controlli sulle esportazioni di chip utilizzati per l'intelligenza artificiale nel tentativo di rendere piu' difficile per la Cina ottenere l'accesso a tecnologie avanzate con applicazioni militari. Si vuole evitare che la Cina usi altri Paesi per aggirare le restrizioni Usa. Una decisione che allarma la Ue secondo cui limitare l'accesso alle esportazioni di chip avanzati di intelligenza artificiale per piu' di 120 Paesi, tra i quali alcuni Stati membri dell'Unione, e' una scelta non accettabile alla quale Bruxelles ha reagito cosi': 'Siamo un'opportunita' economica per gli Stati Uniti, non un rischio per la sicurezza'.
Tutto cio' mentre la Cina annuncia di aver raggiunto l'anno scorso un surplus commerciale di mille miliardi di dollari che, come segnalato dalla stampa americana, aggiustato per l'inflazione supera di gran lunga qualsiasi primato nel mondo del secolo scorso raggiunto da Germania, Giappone o Stati Uniti. E' la dimostrazione che la produzione cinese sta dominando a una scala mai sperimentata da alcun Paese dalla fine della seconda guerra mondiale. Con una differenza rispetto al passato: attualmente la Cina sta vincendo la gara per la supremazia nel settore 'green'. Beninteso la Cina e' il paese che emette piu' gas serra nel mondo tuttavia, come ha ricordato un editoriale del Financial Times, e' molto piu' avanti delle altre aree nella corsa alla supremazia nella tecnologia verde.
E' l'Agenzia Internazionale per l'energia ad aver ricordato recentemente che al 2030 il 60% di tutta la capacita' di energia rinnovabile installata nel mondo proverra' Cina, che attualmente e' il principale produttore di turbine eoliche, pannelli solari, veicoli elettrici e batterie agli ioni di litio. E controlla i minerali critici.
In sintesi, la Ue si trova di fronte a un dilemma: nello stesso tempo vuole ridurre la dipendenza dalla Cina in settori tecnologici di punta (una specie di vendetta della storia da parte cinese) - e' la strategia del de-risking - e tuttavia non puo' fare a meno di cooperare con Pechino per non perdere alcune corse tecnologiche (segnatamente la riconversione 'green') e, naturalmente, per garantirsi materie prime indispensabili che puo' sostituire solo in minima parte presso altri fornitori e in tempi molto lunghi.
Basti dire che secondo i calcoli dell'Assolombarda, la Ue non supera la quota del 7% della produzione globale in alcuna delle 34 materie prime critiche mostrando cosi' 'una forte vulnerabilita' all'inizio della catena di approvvigionamento, che migliora solo parzialmente scendendo a valle del processo di produzione'. Per la Commissione europea la Ue e' vulnerabile in cinque tecnologie lungo tutta la 'supply chain': batterie; pannelli fotovoltaici; archiviazione di dati e server; smartphone, tablet e laptop; droni.
Antonio Pollio Salimbeni - Aps
(RADIOCOR) 14-01-25 19:22:02 (0666) 5 NNNN