Notizie Radiocor

Borsa: rally greggio sostiene i petroliferi, a Milano brilla Saipem (+1,7%)

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 17 giu - Il riaccendersi dei timori per gli sviluppi del conflitto tra Israele e Iran spinge al rialzo i prezzi del greggio e, a cascata, anche i titoli petroliferi sui mercati azionari. Cosi', in una Piazza Affari quasi completamente in rosso (Ftse Mib -1,1%) a resistere in positivo sono Saipem (+1,75%), Tenaris (+0,48%) ed Eni (+1%). Quest'ultima reduce da un Accordo Quadro con la malese Petronas (+0,3% alla Borsa di Kuala Lumpur) che, secondo gli analisti di Banca Akros, "e' coerente con il modello satellitare" del Cane a sei zampe e "sosterra' la crescita dell'azienda". L'intesa pone infatti le basi per una societa' a partecipazione congiunta che gestira' gli asset in Indonesia e Malesia. Nel frattempo, a Parigi sale TotalEnergies (+1,5%), ad Amsterdam Shell (+1,07%) e a Madrid Repsol (+1,5%). La decisione del presidente americano Donald Trump di abbandonare il G7 in Canada con un giorno di anticipo per un vertice straordinario a Washington e l'invito agli abitanti di Theran ad evacuare la citta' hanno ridotto le speranze di de-escalation, emerse ieri dopo che l'Iran, secondo indiscrezioni del Wall Street Journal, si e' detto pronto a riprendere le trattative con gli Usa sul nucleare.

Cosi' le quotazioni del greggio - che nella seduta di ieri hanno ritracciato dai massimi da 5 mesi toccati nel corso delle contrattazioni di venerdi' (con il Brent a 78 dollari al barile) - sono tornati a guadagnare terreno. Al momento, il Wti avanza del 1,6% a 71,3 dollari, mentre il Brent del 2,7% a 74,2 dollari al barile. La volatilita' comunque e' destinata a rimanere alta, con "i mercati petroliferi che sembrano essere estremamente irrazionali" e pronti a reagire "con fluttuazioni selvagge" alle notizie sul conflitto, spiega Priyanka Sachdeva, analista di mercato senior di Phillip Nova, specificando che il greggio questa settimana dovra' fare i conti anche con le decisioni di politica monetaria della Fed. La paura maggiore, in ogni caso, riguarda la possibile interruzione delle forniture con le raffinerie e le infrastrutture energetiche tra gli obiettivi militari di Israele e Iran. Per il momento i flussi sembrano proseguire con regolarita', ma "l'evento da tenere d'occhio e' un potenziale blocco dello Stretto di Hormuz da parte dell'Iran, che potrebbe spingere i mercati petroliferi in territori inesplorati", afferma Mukesh Sahdev di Rystad Energy al Sole 24 Ore. Al momento, per l'esperto, pero' "non c'e' alcun segnale che questo scenario sia nelle carte". Da Hormuz transita un quinto della produzione globale di greggio e derivati, oltre a tutto il Gnl del Qatar. Bloccare lo Stretto "sarebbe quindi un suicidio economico per l'Iran, le cui esportazioni (vicine ai massimi dal 2018 a maggio, a quota 1,8 milioni di barili al giorno tra greggio e condensati secondo Kpler) passano proprio da questo braccio di mare all'imbocco del Golfo Persico, quasi tutte dirette in Cina", spiega il Sole.

Cog

(RADIOCOR) 17-06-25 10:09:34 (0200)ENE 5 NNNN

 
Titoli citati nella notizia
Nome Prezzo Ultimo Contratto Var % Ora Min oggi Max oggi Apertura
Tenaris 15,955 -1,05 17.36.36 15,955 16,145 16,08
Eni 14,204 +0,06 17.35.28 14,128 14,324 14,21


Borsa Italiana non ha responsabilità per il contenuto del sito a cui sta per accedere e non ha responsabilità per le informazioni contenute.

Accedendo a questo link, Borsa Italiana non intende sollecitare acquisti o offerte in alcun paese da parte di nessuno.


Sarai automaticamente diretto al link in cinque secondi.