Wall Street: cos'è lo Standard & Poor’s 500

La definizione di S&P 500, quali requisiti devono avere i titoli che entrano nel paniere e quali sono quelli che hanno un peso maggiore. Gli orari di contrattazione.



FTA Online News, , 21 Feb 2019 - 15:00

Lo Standard & Poor’s 500 è il più importante indice azionario nordamericano. Sebbene storicamente siano nati prima gli indici Dow Jones, questo paniere ha assunto con il tempo maggiore importanza presso gli investitori. È infatti il principale benchmark azionario relativo ai titoli quotati a Wall Street ed è il sottostante per un incredibilmente ampio ventaglio di prodotti derivati, quali futures, opzioni e certificates.

Questo paniere, creato da Standard & Poor's (dall'aprile 2016 una divisione di S&P Global), viene calcolato dal 4 marzo 1957 grazie alle funzionalità di calcolo avanzate e complesse possibili con i progressi nel campo dell’elettronica. Prima del 1957, quando ancora non c’erano i computer, infatti, l’indice di S&P conteneva solamente 90 titoli.

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Requisiti di appartenenza

Lo S&P 500 contiene 500 titoli azionari di altrettante società quotate a New York (NYSE  e Nasdaq), rappresentative dell'80% circa della capitalizzazione di mercato, che vengono selezionate da un apposito comitato. In realtà i titoli in paniere sono 505 poichè per 5 società vengono quotate due tipologie di azioni. Tutti i titoli in questione sono relativi ad aziende statunitensi con una capitalizzazione di mercato superiore a 6,1 miliardi di dollari, un flottante del 50% almeno, un volume di scambi mensili, negli ultimi 6 mesi, non inferiore a 250.000 azioni ed un valore medio annuale del titolo, superiore a 1,0 dollaro. Le società in questione devono inoltre presentare un utile di bilancio nei 4 precedenti trimestri, inteso come somma totale.

Sebbene la maggior parte di questi titoli siano relativi ad aziende statunitensi, il criterio geografico non è comunque una discriminante.

Le società da inserire nel paniere vengono selezionate attraverso il metodo della capitalizzazione flottante[1] ed in questo lo S&P 500 si differenzia nettamente dall’indice Fortune 500 che considera le prime 500 aziende USA per fatturato e non fa nemmeno distinzione sul fatto che esse siano quotate oppure no ed anche dall’Indice Dow Jones, che essendo un “price weighted index” assegna un peso maggiore ai titoli che hanno un prezzo più elevato.

Originariamente i pesi dei componenti dell’indice dipendevano dalla mera capitalizzazione delle aziende, ma a partire dal 2005 è stato introdotto il principio della capitalizzazione flottante. La transizione al nuovo sistema di calcolo, a causa del gran numero di titoli presenti nell’indice, è stata realizzata in due tappe, la prima il 18  marzo 2005 e la seconda il 16 settembre dello stesso anno. Tale cambiamento non ha comunque comportato un grande stravolgimento. Infatti, a differenza del caso europeo – ed in particolare italiano – le aziende dello S&P 500 con un flottante inferiore alla capitalizzazione totale sono un’esigua minoranza.


I principali titoli

Tutti i titoli inclusi nell’S&P 500 sono parte anche degli altri panieri allargati S&P 1500, che include S&P MidCap 400 e S&P SmallCap 600, e dell’S&P Global 1200 (S&P 500® (US), S&P Europe 350, S&P TOPIX 150 (Japan), S&P/TSX 60 (Canada), S&P/ASX All Australian 50, S&P Asia 50 and S&P Latin America 40).

I 10 titoli che attualmente hanno un peso maggiore nel paniere e che assieme raggiungono il 21% circa del totale, sono:

Apple, Microsoft Corp, Amazon, Berkshire Hathaway, Johnson & Johnson, JP Morgan Chase, Facebook, Exxon Mobil, Alphabet C e Alphabet A. Per quanto concerne i singoli settori invece i più rappresentati sono quello dell'IT (Information Technology) con il 20,7%, l’Health Care (15,0%) e quello Financials (13,6%).

A causa dell’elevato numero di titoli inclusi nell’indice, i numerosissimi fondi che lo utilizzano come benchmark raramente replicano esattamente il portafoglio di 500 titoli, dal momento che le compravendite richiederebbero notevoli costi in termini di commissioni di intermediazione. Solitamente i gestori di portafoglio utilizzano la tecnica della syntetic replication, cioè cercano di replicare le performances dell’indice con un numero minore di titoli selezionati in base a complessi algoritmi. In alternativa molti money managers utilizzano i liquidissimi futures che hanno tale indice come sottostante e che sono quotati al Chicago Mercantile Exchange (CME).

Il 21 settembre 2018 l’indice ha segnato il suo record storico a quota 2940,91 punti.

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Orario di contrattazione

Il valore dell’S&P 500 viene calcolato automaticamente ogni 15 secondi sulla base dei prezzi degli ultimi contratti conclusi nell'orario di negoziazione, ovvero dalle 09:30 (le 15:30 ora italiana) alle 16:00 (le 22:00 ora italiana) da Reuters America, società del gruppo Thomson Reuters Corporation. Nel periodo in cui in Europa scatta l’Ora legale si ha un disallineamento negli orari di contrattazione poichè negli USA l'ora legale è sfasata di un paio di settimane rispetto all'Europa (per cui apertura e chiusura di Wall Street slittano di un'ora in anticipo o in ritardo)

Il codice dell’indice sui mercati americani è GSPC o SPX. Talora è indicato anche come ^GSPC o ^SPX.

 

[1] Il flottante è la parte di capitale sociale che può essere comprata e venduta sul mercato, cioè titoli non detenuti dagli Stati, dai blocchi di controllo o da azionisti legati da patti di sindacato. La capitalizzazione flottante è semplicemente il prodotto del numero di titoli flottanti moltiplicati per i prezzi di detti titoli.


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