Mibo

L'Opzione su Indice S&P Mib



FTA Online News, Milano, 14 Mar 2008 - 11:00

L’opzione Mibo è stata introdotta nel 1995 ed è negoziata sul mercato IDEM di Borsa Italiana. Come ogni opzione, la Mibo è un contratto derivato che attribuisce al compratore il diritto di comprare (opzione call) o vendere (opzione put) un’attività sottostante entro una certa scadenza e a un certo prezzo. Inizialmente il sottostante del contratto derivato Mibo era costituito dall’indice Mib30 (il termine Mibo deriva, infatti, da Mib option), ma successivamente esso è stato sostituito dall’indice S&P/MIB e oggi, infatti, si parla più comunemente di opzioni sull’indice S&P/MIB. All’acquisto di un’opzione ogni investitore paga, appunto, un premio che costituisce il prezzo dell’opzione in sé indipendentemente dal suo esercizio o meno (premio del contratto moltiplicato per il valore del moltiplicatore).

L’indice S&P/MIB è un paniere di titoli che comprende le 40 maggiori società italiane ed estere quotate sui listini di Borsa Italiana. La selezione di queste società si basa sui loro requisiti di liquidità e capitalizzazione. Le componenti di questo indice sono revisionate a marzo e settembre e il loro peso sull’indice stesso viene ricalcolato a marzo, settembre e dicembre. Oltre a queste revisioni ordinarie ci sono poi dei ribilanciamenti straordinari che intervengono sull’indice in caso di operazioni sul capitale (qualora il numero delle azioni registri un incremento superiore al 10% del capitale), in caso di variazioni importanti del flottante della società (variazioni superiori al 10% del capitale), a operazioni di spin off (lo scorporo di rami di azienda), a fusioni, al delisting (il ritiro delle azioni dal mercato) o all’ingresso di nuove società sul mercato nel caso in cui queste superino per capitalizzazione il 3% dell’intero mercato. Il metodo usato per questi calcoli è quello del value weighted che pondera il peso delle singole società in base, appunto, alla loro capitalizzazione e al loro peso sull’intero mercato.

L’indice S&P/MIB è indicato in punti, per le opzioni si indice ogni punto vale 2,5 euro (questa cifra è chiamata moltiplicatore). Le dimensioni di un contratto di opzioni si indice possono essere stabilite calcolando il prodotto tra il valore al quale l’opzione può essere esercitata (strike) e il moltiplicatore. L’acquisto di un’opzione implica, infatti, che venga fissato uno strike price (o prezzo di esercizio) che rappresenta il valore al quale l’opzione può essere esercitata. Ad esempio se un investitore possiede due opzioni call sull’indice S&P/MIB con uno strike price a 40.000 punti e l’indice quota 42.000 punti, il guadagno che l’investitore può realizzare è pari a 10.000 euro. Questa cifra si ottiene facendo la differenza fra il valore corrente dell’indice (42.000 punti) e lo strike price (40.000 punti) e moltiplicando il risultato (2.000 punti) per il moltiplicatore (2,5 euro nel caso delle opzioni sull’S&P/MIB) e per il numero delle opzioni (2). Si ottiene così il risultato di 10.000 euro.

L’opzione call attribuisce infatti al detentore, il diritto di comprare l’indice a 40.000 punti quando sul  mercato diretto vale 42.000 punti. La differenza fra i due valori (valorizzata 2,5 euro a punto) costituisce il guadagno dell’investitore per ogni opzione. In realtà, però, bisogna anche ricordare che dal profitto dell’investitore va sottratto il premio pagato dall’investitore per acquistare l’opzione stessa. La liquidazione di questi contratti avviene in contanti.

Le opzioni sull’S&P/MIB sono opzioni di tipo europeo, quindi possono essere esercitate solo a scadenza e non durante tutta la vita dell’opzione, come avviene, invece, per le opzioni americane. Un’opzione viene definita at the money quando il prezzo corrente (in questo caso dell’indice) corrisponde allo strike price. Se invece l’opzione in questione è un’opzione call e il prezzo d’esercizio è minore del sottostante l’opzione è detta in the money. Se invece lo strike price di un’opzione call è maggiore del sottostante l’opzione viene detta out of the money. I termini vanno invertiti nel caso di un’opzione put.

Ogni giorno sono negoziate sul mercato le quattro scadenze trimestrali del ciclo previsto per le opzioni. Sono inoltre contrattate le due scadenze mensili più vicine e, infine, le quattro scadenze oltre i 12 mesi con scadenza a giugno e dicembre. Per i contratti con scadenza pari o inferiore a 12 mesi gli “strike price” variano ad intervalli di 500 punti indice e su ciascuna scadenza vengono negoziati almeno 15 prezzi di esercizio, mentre per le scadenze semestrali gli “strike price” variano a intervalli di 1.000 punti indice e vengono negoziati 21 prezzi di esercizio.

Nel luglio del 2005 sono state introdotte delle opzioni lunghe sull’indice S&P/Mib con scadenza fino a tre anni. L’introduzione di queste novità fu dettata dal crescente interesse per questi strumenti e dalla volontà di dare agli operatori la possibilità di aumentare o diminuire rapidamente le esposizioni in derivati per un periodo maggiore di quello possibile in precedenza. Altri vantaggi erano connessi alla possibilità di progettare operazioni di copertura su prodotti strutturati per un periodo maggiore di un anno. È, infatti, da considerare che molti investitori istituzionali utilizzano le opzioni sugli indici per coprirsi dai rischi di un andamento avverso dei mercati. Nel caso, per esempio, in cui una banca accumuli perdite consistenti su azioni dell’S&P/Mib, l’esercizio di un’opzione put che le dia il diritto di vendere a un prezzo conveniente questo stesso indice, sarà utile a contenere le perdite.


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