Marea nera

Tutti i costi del disastro British Petroleum



FTA Online News, Milano, 28 Mag 2010 - 12:07

Ha occupato per molti giorni le prime pagine dei giornali e ha messo in allarme gli ambientalisti di tutto il mondo. Parliamo del disastro causato dall'affondamento della piattaforma Deepwater Horizon della compagnia anglo-olandese British Petroleum. Un disastro, quello verificatosi al largo del Parco Nazionale Breton (Isole Chandeleurs), che rischia di superare addirittura quello del 1989 della Exxon Valdez al largo delle coste dell'Alaska.
Attualmente si sta organizzando anche una "class action" che vede impegnata in prima fila addirittura Erin Brockovich e che potrebbe risolversi in una delle vertenze più costose affrontate da una società petrolifera nella Storia. Sul banco degli imputati il gruppo che, secondo alcuni starebbe ancora cercando di nascondere il reale impatto della catastrofe. Va ricordato che la compagnia aveva annunciato nei primi giorni dell'incidente che dalle falle fuoriuscivano mille barili al giorno salvo poi correggere a 5 mila barili la cifra i giorni successivi.


L'entità del disastro

Nonostante sia passato già un mese dall'affondamento della piattaforma è ancora difficile trovare cifre condivise da tutti sui danni provocati dalla marea nera al Golfo del Messico. Secondo però uno studio del geologo americano David Valentine il metano, che costituisce circa il 40% del materiale che fuoriesce dalla falla, è una spia molto utile per calcolare l'entità del disastro. Le stime circolate negli ultimi giorni sono tuttavia molto variabili. Si è infatti parlato inizialmente di mille, poi di cinquemila e successivamente persino di 100.000 barili finiti in mare ogni giorno. Oltre al danno ambientale a una delle più importanti riserve naturali del mondo va considerato poi anche quello alla già fragile economia della Louisiana e degli altri stati del Sud.


Quanto costerà il disastro alla BP?

Nei giorni scorsi il Presidente americano Barack Obama ha annunciato un giro di vite sulle trivellazioni che saranno autorizzate d'ora in poi soltanto se sicure. Addirittura la BP potrebbe trovarsi ad essere esclusa da future operazioni in mare aperto. Obama ha chiesto a BP di chiarire la propria posizione e ha poi dichiarato di voler fare il punto della situazione anche sul fronte normativo per capire se davvero mancano le leggi o ci sono state invece violazioni delle norme sulla sicurezza degli impianti. La compagnia petrolifera ha annunciato che pagherà fino a 500 milioni di dollari annui per aprire un programma finalizzato alla valutazione dell'impatto ambientale del disastro che ormai tocca oltre 100 km di costa. Per ciò che riguarda l'indennizzo che la BP potrebbe essere chiamata a pagare si parla di una cifra proporzionale alla fuoriuscita di greggio. Ecco perché stabilire l'entità dei barili fuoriusciti è fondamentale. Per far ciò la BP si è affidata a Kirkland & Ellis, famoso studio legale di Chicago. La compagnia al momento starebbe cercando di spostare il foro competente verso Houston dove ha la sede legale e dove si trova un tribunale forse meno severo, senza una giuria popolare furiosa per aver perso una delle sue principali fonti di sostentamento.

 

 


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