Le lobby

Gli interessi economici e di potere che influenzano le decisioni governative



FTA Online News, Milano, 29 Mag 2009 - 14:34

Sebbene non esista una definizione pressoché condivisa, con il termine “Lobby” si vuole indicare la pratica diffusa con cui gruppi organizzati (a volte nella forma di società) rappresentanti particolari interessi economici e di potere influenzano le decisioni dei governi.

Secondo alcuni il termine “Lobbista” deriverebbe dal nome (“Lobby” per l’appunto) del corridoio in cui si riunivano, nel XIX secolo, i membri del Parlamento inglese prima dei dibattimenti in aula, mentre, secondo altre fonti, il termine fu usato per la prima volta dal generale Grant (1822 –1885) per descrivere  i faccendieri che frequentavano la “hall” dell’albergo (la “Lobby”) dove lui alloggiava.

A distanza di così tanto tempo se il termine “Lobby” ha perso gran parte suo significato fisico di “corridoio” non è così per quello più intrinseco.

Si tratterebbe infatti di una fase antecedente al mercato dove imprenditori e uomini di affari cercano di forgiare e modificare le regole del gioco a loro vantaggio, al di fuori dei limiti imposti dalle regole della concorrenza del mercato vero e proprio.

Che cosa fa un Lobbista?

Il Lobbista è una vera e propria figura professionale che va sempre più delineandosi nei contorni e nelle caratteristiche.

Ad esempio la belga Clan Public Affairs, tra le prime dieci società di consulenza a Bruxelles, menziona tra le proprie attività anche quella di “Lobbying” attraverso la quale aiuta i clienti ad avere i propri interessi rappresentati tra i decision-maker europei vedendoli riflessi nelle leggi promulgate dall’Ue.

Sempre più lontana dalla figura dell’uomo che lavora nell’ombra quella del Lobbista è una presenza ormai costante e riconosciuta: contatta le persone giuste, fornisce loro consulenza aiutandole a sbrogliare nodi decisivi fornendo le vaste conoscenze nel campo delle leggi e degli affari e infine suggerisce modifiche agli emendamenti.

Le Lobby in Europa

Sebbene la figura del Lobbista sia ormai ben riconosciuta nella politica americana tanto che, l’ex presidente degli Stati Uniti, Bill Clinton, in passato, era uscito allo scoperto difendendo la trasparenza e la legittimità dei contributi forniti dalle Lobby alla campagna elettorale della moglie, in Europa, sulla professione, aleggia ancora lo spettro della diffidenza.

Eppure le Lobby sono tutt’altro che delle sconosciute, soprattutto agli occhi degli europarlamentari che, non potendo avere competenze specifiche su tutte le materie che trattano, ricorrono sempre più spesso a consulenti esterni per ottenere assistenza su temi specifici e per tastare il coinvolgimento di aziende e interessi locali.

Secondo stime fornite da Lehman nel 2003 a Bruxelles sarebbero presenti oltre 15.000 Lobbisti impegnati a difendere i loro clienti (ovvero le grandi aziende europee).

Tuttavia la segretezza che in passato ha coperto i clienti dei Lobbisti ha portato recentemente, a causa soprattutto dei ripetuti richiami dell’Ue e dalla necessità di distinguersi da coloro che utilizzano metodi illegali per influenzare chi fa le leggi, alla creazione della Seap (Society of European Affairs Professionals), fondata nel 1997 per rappresentare chi opera negli affari europei incoraggiando l’auto regolazione della professione, attraverso norme deontologiche e professionali, e la trasparenza. Esiste poi anche l’Alter Eu (Alliance for lobbying trasparency & ethics regulation) che rappresenta una coalizione di oltre 160 gruppi societari, unioni commerciali e aziende di pubblici affari che sono all’ordine del giorno nell’agenda politica dell’Ue.

 


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