Giappone

Obiettivo svalutazione Yen



FTA Online News, Milano, 24 Giu 2013 - 10:12

All'inizio di aprile 2013 si è tenuta la prima riunione del comitato direttivo della Banca Centrale del Giappone (Bank of Japan - BoJ) dell'anno fiscale 2013-2014. Si è trattato anche della prima riunione presieduta dal nuovo governatore Haruhiko Kuroda. L'avvento di Kuroda ha segnato una svolta epocale nell'atteggiamento della BoJ, passato dalla tradizionale prudenza all'adozione di un programma-shock di politica monetaria espansiva.

Il comitato direttivo ha infatti approvato l'introduzione di un allentamento monetario quantitativo e qualitativo ("quantitative and qualitative monetary easing") con l'obiettivo di raggiungere un tasso di inflazione del 2% entro due anni. Negli ultimi 20 anni l'inflazione media annua in Giappone è stata negativa in ben 13 occasioni, raggiungendo un massimo dell'1,76% nel 1997.

Per realizzare l'obiettivo la BoJ ha deciso di cambiare il principale target operativo di politica monetaria, passando dal tasso d'interesse ufficiale (uncollateralized overnight call rate) alla base monetaria. Quest'ultima verrà incrementata di 60-70mila miliardi di yen all'anno per raggiungere a fine 2014 quota 270mila miliardi, quasi il doppio rispetto ai 138mila miliardi di fine 2012: una vera e propria inondazione di liquidità.

Altra decisione importante riguarda il programma di acquisti di titoli di stato giapponesi, i Japanese Government Bond (JGB) che saliranno a un livello di 50mila miliardi di yen all'anno. Inoltre la BoJ renderà eleggibili per l'acquisto anche i JGB a lunghissimo termine (40 anni), e incrementerà la durata media dei titoli acquistati dagli attuali meno di 3 anni a circa 7 anni (in linea con la durata medio dei JGB attualmente in circolazione). L'obiettivo non dichiarato è quello di ridurre i tassi di interesse a medio e lungo termine e quindi indurre le banche a sostituire gli investimenti in JGB con quelli in prestiti ad aziende e privati.

La BoJ ha infine deciso di sospendere il cosiddetto "principio della banconota" (banknote principle) istituito nel 2001. Il principio impone di limitare l'ammontare dei JGB a medio e lungo termine detenuti dalla BoJ al di sotto dell'ammontare delle banconote circolanti.

L'insieme di queste misure, oltre agli effetti diretti e dichiarati su inflazione e tassi d'interesse, ha anche un altro obiettivo fondamentale per potenziare i deboli segnali di ripresa dell'economia nipponica: indurre una ulteriore svalutazione dello yen rispetto alle principali divise. Un deprezzamento dello yen rende infatti più competitive le imprese giapponesi e fornisce quindi sostegno a una componente vitale del PIL del paese ovvero quella delle esportazioni.


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