Il Franco Svizzero

La valuta utilizzata in Svizzera e nel Lichtenstein



FTA Online News, Milano, 01 Giu 2007 - 15:36

Il Franco svizzero è la valuta utilizzata in Svizzera (Stato che non fa parte dell'Unione europea) nel comune italiano di Campione d'Italia e nel comune tedesco di Busingen am Hochrein. Dopo l’abolizione di una precedente unione doganale con l'Austria, dal 1924 anche il Principato del Liechtenstein ha adottato il franco svizzero come moneta ufficiale; un accordo formale in questo senso è stato tuttavia siglato solo nel 1980.

Diviso in 100 centesimi, fino al 1798 il franco svizzero venne emesso dai Cantoni e da altre autorità, molte di origine medioevale. All’indomani della creazione della Repubblica Elvetica ad opera dei Francesi, venne coniata per la prima volta un’unica moneta, che prese il nome di Franco e fu usata in tutta la Svizzera. A partire dal 1803, l’Atto Mediazione e la nuova Costituzione di stampo federalistico restituirono ai Cantoni il diritto di battere moneta, ma dal 1848 la Costituzione svizzera attribuì tale facoltà alla sola Confederazione che introdusse il sistema argenteo basato sul franco, suddiviso in 100 centesimi. Il valore delle nuove monete, che iniziarono ad essere coniate ed a circolare a partire dal 1850, sostituendo quelle cantonali e regionali che vennero valutate circa 1,5 franchi francesi, fu fissato in parità con il franco francese, al quale corrispondevano anche nel peso (pari a 5 grammi), nel titolo (900/1000, che dal 1875 divenne pari a 835/1000) e nel diametro.

Per stabilizzare i cambi tra i paesi dell'area del franco, nel 1865 venne creata l’Unione Monetaria Latina, i cui membri erano la Francia di Napoleone III, il Belgio di Leopoldo II, l’Italia di Vittorio Emanuele II e la Confederazione Svizzera. Nel 1868 aderì anche la Grecia di Giorgio I. Il valore delle monete in circolazione all’interno di questa area (franco, lira e dracma) era garantito dal loro contenuto, pari a 4,50 grammi di argento o 0,29 grammi di oro fino per ogni unità di valuta. Tuttavia nel 1870 le difficoltà di mantenere un rapporto fisso tra oro e argento al variare del valore di mercato dei due metalli condussero quasi tutti i sistemi monetari ad aderire al Gold Standard, nel quale divenne l’oro l’unico metallo che garantiva il valore della moneta.

La crisi valutaria di quegli anni, causata dalla guerra franco-prussiana, favorì l’affermazione delle banconote, il cui corso legale venne garantito solo a partire dalla prima guerra mondiale.

La deflazione che accompagnò la crisi postbellica determinò un sensibile apprezzamento del franco svizzero che nel 1924 tornò alla parità monetaria. Nel 1929 fu sancito per legge il passaggio al Sistema monetario aureo (1 franco svizzero = 290 mg d’oro fino), con obbligo di conversione per la Banca nazionale. Nel 1936 si decise di svalutare il franco in misura pari al 30%: in tal modo il contenuto d’oro fino scese a 190-215 mg.

 

Durante la seconda guerra mondiale il franco svizzero restò l’unica valuta convertibile in Europa. E’ questo il motivo per  cui il regime nazista concluse importanti transazioni con la Svizzera (oro depredato). Nel 1952 si stabilì il ritorno alla parità fissa, per cui il contenuto d’oro fino di ogni franco sarebbe dovuto essere pari a 203,2 mg. Le monete d’oro da 25 e 50 franchi prodotte tra il 1955 e il 1959 non furono mai messe in circolazione. Nel decennio 1960-70 il valore dell’argento contenuto nelle monete superò nettamente il valore nominale. Fu per questo motivo che dal 1968 si decise di utilizzare una lega di rame e nichel per i franchi. Le pressioni crescenti sul sistema di cambi fissi determinarono l’adozione del cambio fluttuante a partire dal 1973.

Attualmente sono in circolazione monete da 5, 10, 20 e 50 centesimi e da 1, 2 e 5 franchi. Quelle da 1 centesimo sono state messe fuori corso in quanto il costo di produzione di questa moneta era superiore al valore nominale. La moneta da 2 centesimi, coniata fino al 1974, era invece già stata messa fuori corso nel 1978. Le banconote vengono invece emesse in 6 tagli: 10, 20, 50, 100, 200 e 1000 franchi.

Inizialmente appannaggio di banche d'affari e banche cantonali, nel 1907 il diritto di emettere banconote passò alla neonata Banca nazionale svizzera in qualità di Banca centrale. Il codice ISO 4217[1] per il franco svizzero è CHF.

[1] L' ISO 4217 è uno standard internazionale, stabilito dall'Organizzazione Internazionale per le Standardizzazioni ISO, che utilizza codici di tre lettere per definire i nomi delle valute. Le prime due lettere del codice corrispondono al codice nazionale (definito dall'ISO 3166-1 alpha-2). Questo sistema di codificazione elimina il problema causato da nomi come Dollaro, Franco e Sterlina utilizzati in dozzine di nazioni diverse, ma con valori differenti.


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