CAPM

Capital Asset Pricing Model



FTA Online News, Milano, 06 Mar 2009 - 15:18

Il CAPM (Capital Asset Pricing Model) è un modello matematico della teoria di portafoglio (H. Markowitz) pubblicato da William Sharpe nel 1964, che determina una relazione tra il rendimento di un titolo e la sua rischiosità, misurata tramite un unico fattore di rischio, detto beta.

Nel dettaglio, considerando un mondo semplificato in cui non esistono tasse e costi di transazione e in cui gli investitori hanno sia lo stesso orizzonte temporale per gli investimenti che le stesse identiche opinioni sui rendimenti attesi e sulla rischiosità, il portafoglio di mercato sarà quello efficiente introdotto da Tobin.

In tale mondo, investendo in un titolo, si possono incontrare due tipi di rischi:

1)      rischio diversificabile (tipo di rischio che può essere eliminato investendo in un portafoglio di attività finanziarie);

2)      rischio sistemico (tipo di rischio implicito nell’investimento di una specifica attività finanziaria, è denominato anche rischio di mercato, e non è eliminabile attraverso la diversificazione).

Ipotizzando di investire nell’intero mercato azionario con l’acquisto di un fondo comune di investimento, verrebbe così eliminato il primo tipo di rischio grazie proprio alla diversificazione.

Si rimarrebbe comunque esposti al rischio sistemico, poichè l’andamento del mercato azionario è influenzato dalle condizioni del sistema economico e, di conseguenza, il rendimento atteso del mercato azionario sarà maggiore del tasso risk-free, ovvero senza rischio.

Il modello CAPM ci permette di trovare il rendimento atteso di un titolo n come la somma tra il tasso risk-free e un premio di rischio che esprima il rischio non diversificabile. Il premio dipenderà molto da un coefficiente beta che misura la reattività del rendimento di un titolo ai movimenti del mercato. Tanto maggiore è il coefficiente beta, tanto maggiore sarà il rendimento atteso dell’attività n, perchè possiede un maggior grado di rischio non diversificabile. Un investitore esigerà quindi un rendimento atteso più elevato per detenere un’attività finanziaria più rischiosa. 

Il modello fu poi sviluppato indipendentemente da Lintner (1965) e da Mossin (1966).

Per il suo contributo al modello CAPM Sharpe ha condiviso nel 1990, assieme a Merton Miller e Harry Markowitz, il premio Nobel per l’Economia.


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