Investire in un'alimentazione più sana

Investire in agricoltura biologica ed escludere aziende che fanno dei prodotti processati il proprio core business può condizionare l’industria alimentare.



Forum per la Finanza Sostenibile, 21 Dic 2017 - 11:00

Il 39% degli adulti è in sovrappeso: è quanto emerge dai dati della World Health Organization (WHO) relativi allo stato di salute della popolazione mondiale, in cui si evidenzia anche la preoccupante diffusione dell’obesità. Dal 1975 ad oggi la percentuale di persone che soffre di questo disturbo è quasi triplicata; nel 2016 oltre 340 milioni di bambini e adolescenti tra i 5 e i 19 anni erano in sovrappeso. Complessivamente, sovrappeso e obesità accrescono il rischio di malattie croniche (es. diabete mellito di tipo 2), patologie cardiovascolari e tumori.

Tra i fattori che hanno contribuito al recente aumento dell’obesità ci sono i cibi industriali ultra-processati, ovvero quegli alimenti caratterizzati dalla produzione di massa, da sostanze nutritive precongelate, dalla presenza di emulsionanti e dalla lunga conservazione. Economicamente accessibili per le fasce meno abbienti e facilmente reperibili nei supermercati, questi prodotti sono diventati il mezzo di sostentamento principale nei Paesi in via di sviluppo, come evidenzia il report della Pan American Health Organization. 

In questo contesto, la finanza sostenibile ricopre un ruolo di primo piano: investire nel settore dell’agricoltura biologica e disinvestire da/escludere aziende che fanno dei prodotti processati il proprio core business può condizionare l’industria alimentare, consentendo inoltre agli investitori di cogliere interessanti opportunità. In effetti, in Occidente le preferenze dei consumatori si stanno lentamente spostando verso cibi freschi come frutta, verdura, carne e latticini e sempre più multinazionali stanno rivalutando i sistemi di produzione interni.

Dal punto di vista economico, il mercato del biologico si dimostra in grande crescita: in Europa, tra il 2005 e il 2014, le vendite al dettaglio di prodotti biologici sono raddoppiate passando da €11,5 miliardi a €24,5. Sono soprattutto Germania e Francia a trainare il mercato – rispettivamente prima e seconda per consumo di prodotti biologici. Anche in Italia il biologico sta diventando un settore sempre più rilevante rappresentando il 3,4% delle vendite alimentari rispetto al 2% del 2013.

Gli investitori che si orientano verso l’agro-alimentare con attenzione agli aspetti di sostenibilità possono anche contare su interventi normativi: è sempre più frequente il caso di Governi che adottano politiche fiscali e commerciali volte a disincentivare il consumo dei prodotti ultra-processati favorendo al contempo l’acquisto di cibi più sani. Per esempio, nel marzo del 2015 a Berkeley, California, è stata introdotta una tassa sullo zucchero che ha portato all’aumento del prezzo delle bevande zuccherate: le vendite sono calate del 10% mentre sono aumentati gli acquisti di acqua minerale. Attivare politiche in questa direzione offre il duplice vantaggio di spostare i consumi verso alimenti più salutari e di rendere i cittadini più informati e consapevoli.

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