Private Equity e Borsa

Le aziende quotabili partecipate dai fondi



05 Mag 2009 - 15:00

Borsa Italiana e l’Associazione Italiana del Private Equity e Venture Capital (AIFI), in collaborazione con l’Osservatorio Private Equity Monitor (PEM), presentano la prima ricerca sulle aziende quotabili partecipate dai fondi.

La ricerca si pone l’obiettivo di analizzare il portafoglio dei fondi di Private Equity attivi in Italia negli ultimi anni, al fine di una preliminare individuazione delle imprese quotabili sui mercati gestiti da Borsa Italiana,  profilandone i relativi fondi azionisti.

Giampio Bracchi, Presidente di AIFI, ha commentato: “Il rapporto tra Borsa e private equity in Italia è sempre stato molto stretto, tanto che, negli ultimi anni, gli operatori associati ad AIFI, attraverso la quotazione delle loro partecipate, hanno contribuito per circa il 50% dei nuovi sbarchi sul listino di aziende non finanziarie. Dalla ricerca emerge poi come, a fronte delle 71 aziende puntualmente individuate, il numero di imprese partecipate da operatori di private equity e venture capital realmente quotabili raggiunga facilmente le 115 unità, se si considera l’intero universo di società presenti all’interno dei portafoglio dei fondi. Anche per questo motivo AIFI vuole continuare ad investire nella costruzione di un solido rapporto con la Borsa, promuovendo iniziative congiunte nonostante il momento di difficoltà dei mercati stessi”.

Luca Peyrano, Head of Primary Market Continental Europe, London Stock Exchange Group, ha commentato: "Lo studio offre una chiara evidenza dello stretto legame tra Private Equity e Borsa, quale anello fondamentale nella catena di finanziamento e sviluppo delle imprese. In tal senso, le recenti previsioni in materia di percorsi agevolati per private-equity backed IPOs, il lancio di AIM Italia e, più in generale, lo sviluppo di forme di collaborazione sempre più strette tra AIFI e Borsa Italiana sono indicatori inequivocabili della volontà di inquadrare il ricorso al capitale di rischio in una logica sempre più integrata e sistematica."

 

La Ricerca si articola in tre parti principali:

 

  1. La prima individua, con riferimento alle imprese target italiane, il portafoglio dei fondi in essere al 30 giugno 2008, analizzandone, rispetto all’anno d’investimento, le principali caratteristiche qualitative e quantitative. Alla data del 30 giugno 2008 il portafoglio di mercato di proprietà dei fondi di Private Equity attivi in Italia, escludendo le aziende non italiane e quelle partecipate da operatori pubblici, è risultato pari a 460 imprese distribuite tra 146 differenti operatori.
  2. La seconda parte si pone come obiettivo quello di procedere alla scrematura del portafoglio, selezionando solo le imprese che presentano caratteristiche idonee a essere disinvestite per il tramite di processi di quotazione in Borsa. In particolare, il campione di riferimento è stato determinato privilegiando la disponibilità e la completezza dei dati per il biennio 2006-2007.

    Questa prima selezione ha permesso di ridurre il portafoglio di riferimento a un numero di società pari a 280.

    All’insieme di target così determinato sono stati poi applicati 3 filtri di tipo economico-finanziario che, sulla base di rilevazioni statistiche di Borsa Italiana, costituiscono un preliminare, seppur non esaustivo, criterio di selezione di società quotabili: EBITDA Margin 2007 > 10%; delta EBITDA 2007 - 2006 > 10%; PFN/EBITDA 2007 < 6.

    Attraverso l’applicazione di questi filtri, 71 società presenti nei portafogli dei fondi risultano soddisfare i requisiti quantitativi di quotabilità, ovvero il 25% del totale del portafoglio di riferimento.

    Rispetto all’ambito delle 460 società presenti nei portafogli dei fondi attivi in Italia alla data del 30 giugno 2008, ipotizzando di mantenere la stessa percentuale di quotabilità emersa dal campione di 280 società analizzato nel dettaglio, è possibile stimare, in via approssimativa, un numero totale di società quotabili pari a circa 115.
  3. La terza sezione, infine, sintetizza e approfondisce il profilo dei fondi azionisti delle imprese target selezionate.
    Circa l’origine dei veicoli d’investimento, il 70% risulta riconducibile a operatori di matrice nazionale (Country funds), mentre il restante 30% è costituito da fondi Paneuropei.


Metodologia di realizzazione della Ricerca:

La metodologia di raccolta dei dati, realizzata esclusivamente sulla base di informazioni pubbliche e organizzata in forma disaggregata deal by deal, prevede la sola focalizzazione su operatori di matrice privata, escludendo l’attività d’investimento posta in essere da finanziarie regionali o soggetti riconducibili alla sfera pubblica, e l’esclusione delle operazioni di follow on.

Sulla base delle operazioni contenute nei database il portafoglio di mercato è stato determinato estrapolando tutte le operazioni di investimento realizzate a partire dal 2003, al netto di quelle disinvestite. In questo modo, l’orizzonte temporale di riferimento dell’analisi è risultato essere pari a 5 anni e 6 mesi.

Per quanto riguarda la seconda fase, il campione di riferimento si è basato in prima battuta sull’applicazione di alcuni filtri quantitativi ai dati di bilancio delle società in portafoglio e riferibili alla crescita, all’indebitamento e al potenziale di creazione di valore, privilegiando la disponibilità e la completezza dei dati per il biennio 2006-2007.

Infine, sulla base del set di imprese così determinate, il lavoro si è concluso con l’individuazione degli operatori nel cui portafoglio risultano essere presenti le imprese quotabili e con l’analisi delle loro principali caratteristiche.

 

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